Posts contrassegnato dai tag ‘Manuzzi’

GOMIS 7 Al 42′ su conclusione velenosa di Ricci non trattiene la palla, per poi riafferrarla una frazione di secondo prima che il Crotone possa metterla dentro, allo scadere. L’unico brivido di incertezza, mentre per il resto si conferma il punto di riferimento della difesa, in un copione di partita che ormai è più prevedibile di una messa cantata. CARDINALE
PERICO 6,5 Potrebbe segnare quando al 72′ Ciano gli confeziona un cross molto invitante: marcato a vista non riesce in un’esecuzione tutt’altro che facile. Nonostante uno spazio d’azione risicato prova saltuariamente a farsi vedere in avanti, con generosità, senza tuttavia riuscire a essere decisivo negli inserimenti. CONTROLLATO
CAPELLI 6,5 Trova un brutto cliente in quel fior fiore d’esterno di Adrian Stoian, che a Crotone è diventato giocatore a tutto tondo in pochissimo tempo. Qualche difficoltà anche con Budimir che gli fa perdere la bussola quando azzecca la torsione in area e sgancia la bomba del gol del 2-1. In compenso è stalloniano nello spronare i propri compagni di squadra a non arrendersi mai e a non farsi inchiodare all’angolo. BALBOA
MAGNUSSON 6,5 Bene la francobollatura su Budimir che si muove in area e taglia più di tutte le ultime spending review messe insieme. Nel secondo tempo, sconta lo scompenso di agilità con Ricci, che gradualmente diventa sempre più fresco, mentre lui sembra acquisire anni con il tracorrere dei minuti di gioco. BENJAMIN BUTTON
FALASCO 6 Digerisce poco la frizzantezza di Ricci, ragazzo del ’94 scuola Roma e già 10 gol in stagione nonostante la sua posizione da esterno. All’85′, si tira la palla sul braccio e per un attimo sembra un .GIF di Nonciclopedia alla voce harakiri. BICARBONATO
RENZETTI 7 In fase di copertura è un sergente di ferro e rifila un paio di stecche a Ricci. In avanti, suona la carica quando il Cesena ha bisogno di una delle sue “Cavalcate delle valchirie”: non molla il presidio della fascia sinistra e guida il proprio reparto a non arrendersi agli indiavolati vietcong (blu)-rossi del Crotone. DUVALL
KONE 6,5 Insieme al compagno di mediana e connazionale, l’ivoriano compie il lavoro sporco lontano dai riflettori. Lui e Kessié sembrano due Dark Shadow del centrocampo. Con l’andare avanti e lo sviluppo del match non lasciano spazio al possibile pareggio del Crotone, riuscendo a evitare il macabro colpo di scena finale alla Tim Burton. CINTURA NERA
KESSIÉ 7 Si spompa in lungo e in largo e si ferma solo di fronte al pestone infertogli da Torromino. A 19 anni  si erge nel ruolo più difficile del gioco del calcio: dirige un film della partita dosato, lineare e ben interpretato. DAVID DI DONATELLO (Dall’84′ CASCIONE 6,5 Deve fungere da cerniera affinché il Cesena non rischi di calare le braghe nelle ultime manciate di partita. Ci riesce, elasticizzando centrocampo e difesa. FRANGIFLUTTI)
CIANO 7,5 Nel primo tempo, sembra la reincarnazione di Claude Monet per come impressiona a ogni pennellata che parte dai suoi piedi. Al 16′ tinteggia con il mancino il primo capolavoro della gara su calcio piazzato che porta in vantaggio il Cesena. Dieci minuti dopo dipinge bene un cross, ma non trova interpreti in grado di comprendere la sua arte; al 27′ rischia il gol da calcio d’angolo alla Veron. Esulta senza un domani, pure alla seconda rete segnata, come se a Crotone non ci fosse mai passato, neanche per caso in macchina. Pronto a tradire i suoi colori, ma soprattutto a concentrarsi sul domani bianconero. GALEAZZO (Dall’89′ VALZANIA SV Qualche fotogramma finale di partita, a dar manforte al reparto arretrato)
ROSSETI 6,5 Forma fisica invidiabile e gran corsa per tutti i 73′ che rimane in campo. Mentre il pressing a tutto campo sul portiere sollevano l’ipotesi Epo, è lezioso quando rischia di sprecare l’assist del secondo gol romagnolo. Per fortuna per lui, rimedia tutto l’arrivo di monstre Ciano. Al 60′ un bel tacco in area sorprende i giocatori del Crotone, ma anche i suoi compagni di squadra che non accolgono il suo suggerimento. A differenza delle premature fragole di aprile che girano già nei nostri supermercati, sembra dover aspettare ancora del tempo per poter finire di maturare. ACERBO (Dal 74′ GARRITANO 6 Entra in campo al posto di Rosseti per attivare la modalità-contropiede, pressoché sconosciuta al Cesena per i primi 73′ di gara. Non indovina la combo giusta e sembra sempre in pausa. OFF)
RAGUSA 7 Lotta, si innervosisce. Perde palla, a volte. Ma ce la mette tutta, in ogni caso. Anche se a destra potrebbe sfruttare meglio la corsia preferenziale generosamente lasciata incustodita dal Crotone, a fine partita è ancora là davanti a difendere palla e a lottare per far salire la scuola. BIG HEARTCianoDRAGO 7 Per quanto Ciano esulti come un matto nonostante le sue 103 presenze a Crotone, l’integrità di Drago, al contrario, non mostra una crepa. E non ci sono cocci nemmeno per il gioco del suo Cesena, quadrato e cinico al punto giusto. Il secondo scalpo conquistato nei confronti di una capolista, dopo che il mister era riuscito già a rasare il Cagliari, è da prendere come un segnale inequivocabile che la sua squadra non deve temere nessuno. APACHE
AC CESENA 7,5 Non c’è più un’infermeria alla Pearl Harbour, come qualche settimana fa, ma comunque si sente l’assenza di Caldara, Sensi e Falco, quest’ultimo solo a mezzo servizio e comunque lasciato lontano dal campo. Arrivati a questo punto del campionato, e dopo l’ennesima ottima prestazione, offerta ai generosi occhi del Manuzzi, è ormai da prendere come dato di fatto questa curiosa alternanza di risultati tra le mura amiche e le trasferte. 44 punti a 14: davvero un bello squilibrio. Chissà che in Sicilia non possa finalmente esserci un felice sbarco bianconero, per rendere un po’ più simile al Manuzzi, quello che sarà l’inferno di Trapani. BUON VIAGGIO

© Francesco Mondardini

DragonneDR. MASSIMO E MR. DRAGO
Il Cesena viaggia a due passi: uno in casa, spedito e baldanzoso – sette vittorie su otto gare all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi –, uno bolso e e accidentato in trasferta, con una sola vittoria, tre pareggi e quattro sconfitte.
Diversi i possibili motivi di questo problema in trasferta: superficie di gioco – si passa dall’artificiale casalingo al naturale esterno –, motivazione dei calciatori, pubblico… Massimo Drago.
Storicamente il tecnico crotonese ha sempre avuto grandissimi problemi fuori casa, a partire dalla sua primissima esperienza da capo-allenatore nei pro, sostituendo a Crotone Menichini: su 30 punti disponibili ne raccolse solo 9 fuori casa. 14 su 63 nella stagione successiva, 2012/13; 26 su 63 nel 2013/14, 12/63 la passata stagione. Quest’anno il tecnico del Cesena ha raccolto 6 punti disponibili su 24, con una sola vittoria esterna e tre pareggi… insomma, il 25% dei punti in palio, poco sotto la sua media complessiva del 28% di punti raccolti fuori casa.

IL PESANTE PARAGONE
Nel delirio autolesionista che spacca il tifo online e non solo, il fronte bisoliano – che non perdona alla dirigenza l’allontanamento del vate di Porretta Terme e al resto dei tifosi il fatto di fare il tifo per qualcuno che non sia l’eroe delle tre promozioni – pare godere degli ultimi risultati negativi del Cesena in favore della remuntada del Perugia.
E allora via di paralleli: nella stagione 2012/13, dopo essere subentrato a Nicola Campedelli un anno dopo la disastrosa esperienza con Marco Giampaolo – che sta salvando con il bel gioco l’Empoli, ma tutti si guardano bene dall’esultare –, ha raccolta fuori casa  18 punti su 52, mentre nella stagione successiva – playoff e promozione – 32/63… insomma, il 34% e il 51% dei punti disponibili… nettamente meglio di Drago. Quest’anno si sta tenendo sulla line del 2012/13, con 8 punti sui 24 fino ad ora disponibili. Dunque meglio Bisoli di Drago.
O forse no.

LA VERITÀ DEI NUMERI
Dipende da come uno vuole leggere questi dati.
Vero, Drago in esterna è da mettersi le mani nei capelli. Ma in casa è una corazzata compatta, con l’88% dei punti raccolti fino ad ora… e in un campionato equilibrato come la serie B – Bisoli andò in A con il Cesena, con il 51% dei punti raccolti in trasferta e ‘solo’ il 54% tra mura amiche – basta mantenere costanza, per quanto sbilanciata possa essere.
Paradossalmente, con questo ruolino di marcia, il Cesena a fine stagione raccoglierebbe 71,19 punti – 15,75 fuori casa e 55,44 in Romagna –: come il Frosinone dell’anno scorso, alla fine secondo in campionato e promosso direttamente.
Insomma, la frase: “Vincendo in casa non si va da nessuna parte” non è detto che sia poi così vera. Poi bisognerà vedere l’andamento della altre squadre, la costanza appunto, ma intanto è importante non fasciarsi la testa.

Sezione per i neo-tifosi del Perugia | Se Bisoli dovesse mantenere questo passo, a fine stagione raccoglierebbe 62,37 punti, che la scorsa stagione bastavano per un buon posizionamento ai playoff. Contenti?

© Gian Piero Travini

 

Buonanotte.
Buonanotte al Cesena calcio. Buonanotte alle sconfitte in dieci. All’ingenuità di uno. Alla stronzaggine dell’uomo in nero. Ai progetti che ancora non decollano. Buonanotte all’errore. Buonanotte ai registi che si alternano. Buonanotte a quelli che si improvvisano. Buonanotte alle ali che non si spiegano e a chi non riesce a spiegare le ali. Buonanotte a Leali, ancora una volta il migliore in campo del Frosinone contro la Roma. Buonanotte a Gomis, per la prima volta migliori in campo del Cesena contro l’avversario di turno. Leali, Gomis. Vedo bianco. Vedo nero. Passato. Futuro. Il passato del Cesena era difendere il risultato con le unghie e con i denti. O, per lo meno, venderla così. Il futuro del Cesena è farne uno in più degli altri. Ecco, speriamo che anche questo non sia solo un tentativo di vendita. E comunque sia, niente panico.
Buonanotte a mister Drago. Che in conferenza stampa spiega, pacatissimo: “Questa è una sconfitta salutare”. Anche il cambio Djuric-Rosseti è salutare. Nel senso che “ciao” proprio. Altroché “panico”.
Buonanotte a chi non si fa prendere dal panico. Anche quando gli strali e i colpi di balestra e le angosce d’una fortuna oltraggiosa non ti permetton di prender remi contro un mare d’affanno. Non c’è una Guida Galattica Per Calciofili ad aiutarci. Non c’è un modulo perfetto per salvarci. Per promuoverci. Certo, quando vuoi giocare in uno in mento con tre punte e senza registi, la vita te la complichi parecchio. Certo che se non ci si complica la vita allora che senso ha viverla? Certo che andare a Chiavari e tornare con zero punti non è complicarsi la vita: è volersi male male. Ma non facciamoci prendere dal panico: keep calm e tifiamo Cesena.
Buonanotte a chi paga tutte le scadenze, con il fiatone, in tempo o in anticipo, buonanotte veramente a chi paga tutte le scadenze. Anche se non ci sarebbe bisogno di farlo notare, perché lo si è scelto di pagare quelle scadenze, veramente buonanotte. E se il lavoro è stato fatto bene, tanto da metterlo sempre in evidenza, allora non saranno i colori della Covisoc a turbare il sonno dei giusti. Sonno in silenzio e senza crear panico.
Buonanotte a Giorgio Lugaresi, che fa giusta autocritica parlando dei suoi giocatori. Bravissimo. Ora aspettiamo che faccia giusta autocritica parlando di se stesso, che quello sarebbe veramente da panico.
Buonanotte a chi era a Chiavari. Buonanotte a chi sarà ad Ascoli. Buonanotte a chi c’è stato, c’è e ci sarà. Buonanotte di qua e buonanotte di là. Buonanotte al di qua e buonanotte aldilà. E anche qui, non facciamoci prendere dal panico: c’è vita oltre a questo. Deve esserci. C’è vita oltre all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi. Deve esserci. Al Del Duca, allora, diamoci una botta di vita. E, fino al prossimo panico, continuate a tifare.

vBCINQUE MOTIVI PER ACCETTARE LA PARTENZA DI DE FEUDIS

Se Giuseppe De Feudis non rientrava più nei programmi della società e del tecnico, inutile l’accanimento terapeutico. A Lecce il ‘Conte’ sta dimostrando di poter essere leader in campo. E un calciatore, come tale, deve giocare al calcio, se si sente di farlo. Scaldar la panca o la tribuna è una questione di dignità che attiene tanto al calciatore, quanto alla squadra che lo paga.
Ha coronato il sogno di giocare in serie A. Categoria che ha dimostrato di non saper reggere. Non in una squadra come il Cesena, bisognosa di impostazione di gioco come di lucidità in fase di contenimento. De Feudis è stato capace di fare entrambe le cose solo in serie C e in B, con un’età diversa e con una velocità di gioco diversa. In Lega Pro è ancora notevole. In B ha scricchiolato più volte. In A poteva regalare venti minuti di lucidità, ma solo in una squadra destinata alla retrocessione. Pensare il contrario vuol dire non rendere giustizia al gioco in sé.
Con Valzania, Cascione e Sensi in grado di farsi tutto il triangolo tra terza e seconda linea – dal posto di mediano davanti alla difesa a simil-trequartista a laterale – non avrebbe più toccato campo. E avere De Feudis in serie B e non fargli toccare il campo non sarebbe stato accettabile.
Il concetto di ‘leader nello spogliatoio’ è labile. Non ci si può basare sulle dichiarazioni in conferenza stampa o nel post gara dei compagni di squadra, poiché quello che succede veramente nello spogliatoio raramente esce dallo spogliatoio. Altrimenti l’anno di Giampaolo, si sarebbe scritto immediamente che la squadra era frantumata e completamente disunita. De Feudis è stato leader dello spogliatoio nell’immaginario romantico collettivo e sulle righe nostalgiche dei cronisti innamorati del Cesena. Ma non era così. Altrimenti non sarebbe stato mandato via con un ingaggio in serie A che rasentava appena i 45mila euro.
Non esistono più bandiere nel calcio perché non esiste più il calcio. Ma bisogna farsene una ragione.

(© Marco Rossi-CesenaAlé)

(© Marco Rossi-CesenaAlé)

vNCINQUE MOTIVI PER NON ACCETTARE LA MANCATA CONFERMA DI DE FEUDIS

– “Dobbiamo ricompattare tutti i tifosi per il bene del Cesena” [cit. G. Lugaresi]. E allontani il giocatore più rappresentativo, da sempre beniamino della Curva Mare e dello stadio, ultimo dopo Graffiedi, secondo solo a Giampiero Ceccarelli. La peggior mossa che si potesse fare, in termini di consenso, dopo l’esonero tardivo di Pierpaolo Bisoli.
– Ingaggio ai limiti del ridicolo. Per uno che ha sofferto “una vita da mediano”, che ha dato fino all’ultima stilla di sudore, per uno che nella sua umiltà ha provato a fare di tutto per evitare figure barbine, comunque subendole, o per centrare i grandi successi, bastavano anche pochi minuti a gara, per dare ordine nei momenti critici. Ma sempre in bianconero. Colore che gli apparterrà in eterno, manco fosse uno di quei vecchi Sinudyne che si cambiavano con la manopola. La spesa non avrebbe inciso nei bilanci più di alcuni evitabili errori di programmazione e di mercato tra la serie B e la serie A. Valeva la pena e il calciatore non se ne voleva andare.
– Nella spocchia. Nell’arroganza. Nell’incapacità generale di comunicare quella che si presume sia una passione e non solo una tutela dei propri capitali investiti e – a suo tempo – lasciati colpevolmente incustoditi per sei anni. Nel nulla desolante del pensare che tutto sia dovuto… beh, Giuseppe De Feudis, 173 centimetri di modestia, risultava un gigante nel saper accettare ogni parere. Da lui si doveva continuare ad imparare a stare al mondo. Esemplare. Raro. E invece si manda via un pezzo di storia del Cesena e non si sprecano nemmeno due righe di comunicato ufficiale. Silenzio imbarazzato. E imbarazzante.
Cesena-Lecce 4-0. Cesena-De Feudis 0-12. Perché si deve anche contare il gol del pubblico dell’Orogel Stadium-Dino Manuzzi. Tutti quanti per lui. Basterebbe solo questo per essere infuriati per non poter vedere più il ‘Conte’ in bianconero.
Non esistono più bandiere nel calcio perché non esiste più il 3 calcio. Ma non bisogna farsene una ragione.

(© CesenaInBolgia)

dedicato a Samuele ‘Il Sano’ Maroncelli

Buonanotte.
Buonanotte al Cesena calcio. “Barbera” non è champagne. E ci sta. La sconfitta, anche se in pieno recupero, ci sta. La rabbia per un’espulsione ai limiti dello psicodramma, ci sta. E ci sta anche che quando ti assegnano un rigore a favore, rigore che c’è, te ne torni a casa bastonato.
Buonanotte a Pierpaolo Bisoli. Che sogna a occhi aperti. Che vede cose che non esistono per far si che si concretizzino. Come i grandi visionari. Perché il Cesena non ha dominato con il Palermo. Ma i veri fuoriclasse vedono oltre il tempo e lo spazio. In realtà Bisoli non parlava di Palermo-Cesena. Parlava di Cesena-Palermo. Quella del prossimo 15 marzo.
Buonanotte al calcio italiano senza certezze della pena. Con un presidente federale deferito dalla Uefa per frasi razziste che fa ancora il presidente federale. Con un allenatore squalificato per quattro mesi per il CalcioScommesse attualmente commissario tecnico a 3,6 milioni di euro all’anno. La certezza della pena c’è solo per chi va allo stadio. Spesso a prescindere che abbia o no commesso i reati imputatigli.
Buonanotte a chi resta. A Carlotta e Michele. A Roberta e Andrea. A Simona. Corrado Benedetti, sulle collinette del ‘Rognoni’ maestro di calcio in tante chiacchierate. Gianfranco Cococcia, sugli spalti del ‘Manuzzi’ maestro di vita tra una battuta e parecchi confronti, anche accesi. Loris Pironi, in redazione maestro di giornalismo, tra una partita a freccette e il primo, devastante innamoramento per questo lavoro. Buonanotte a voi, amici, e lasciate che per questa notte, sia io a rimanere sveglio.
E buonanotte a chi ci ha seguiti. La prossima gara sarà in casa, contro l’lnter. Buonanotte a voi che nonostante prezzi che fanno venire crisi di fegato su crisi economiche, campionati qualitativamente sempre più scarsi, leggi sempre più ottuse, continuate ad andare allo stadio. E, per fortuna, continuate a tifare.

Trasmesso su VideoRegione

Buonanotte.
Buonanotte al Cesena. L’acquasanta a Torino e il diavolo al Manuzzi. Che forse la Juventus era troppo forte per il Cesena. Che forse il Milan era troppo scarso per il Cesena. Che forse… forse tocca farsi un viaggio a Sarsina per dominare anche l’acquasanta. Che forse al Cesena toccherà, da qui alla fine dell’anno, recitare sempre a soggetto. Acquasantiera. E posacenere.
Buonanotte a Pierpaolo Bisoli. Che in questa settimana si è risvegliato bruscamente dal sogno di vincere in Piemonte per ritornare nell’incubo, costante, di chi si deve salvare con la rabbia più che con la speranza. Crolla il muro di Berlino. Crollano le mura di Gerico. Non crolla la mura cesenate. Il merito è suo. Buonanotte Pierpaolo Bisoli. Buonanotte proprio perché è vietato dormire.
Buonanotte ai 22mila e passa dell’Orogel Stadium-Dino Manuzzi. Spettacolari. Anche se all’inizio, a vedersi così in tanti, un po’ c’era da spezzare la tensione. Perché non è facile quando si è in 5mila contro l’Albinoleffe, come non è facile quando lo stadio esplode contro il Milan. Non è facile e basta tifare. Il Cesena è una morosa esigente, di quelle che non te la danno a meno che non ci si dia ben bene da fare. Di quelle che, minimo, devi farle nasare il matrimonio. Buonanotte, fedeli fino alla fine.
Buonanotte a Davide Succi. Davide Succi. Che roba. Uno che era finito in serie B. Uno che doveva andare in Lega Pro perché così arrivava Pavoletti. Arrivava Borriello. Arrivava Hugo Almeida. Arrivava chi arrivava basta che arrivava. Davide Succi. Che roba. Segna rapace, come alla vecchia. Come quando hai il senso del gol. Come quando hai il senso del gol dopo che, la scorsa stagione, proprio quello ti ha fottuto, deprimendoti per 19 partite consecutive senza la gioia del gol. E poi, alla prima occasione utile, far soffrire Adriano Galliani. Davide Succi. Che roba. Non molla un cazzo Davide Succi, cinque anni dopo l’ultima volta che ha detto la sua in serie A. Davide Succi. Che. Roba.
Buonanotte a chi ha realizzato questa puntata, tranne che a me. Io rimango alzato quando dovrei dormire. Augurandomi, durante la veglia, di non addormentarmi proprio quando dovrei essere ben sveglio. Credo c’entri il tenere gli occhi sempre bene aperti. Anche quando incominciano a bruciare.
E buonanotte a chi ci ha seguito. Ci saranno altre serate come questa. Serate in cui si gioisce per un solo, singolo punto. Perché la salvezza del Cesena passa anche per un solo singolo punto. E anche a Udine, per un solo, singolo punto… continuate a tifare.

Trasmesso su VideoRegione

Buonanotte.
Buonanotte al Cesena calcio. 2-0 nel primo tempo con l’Empoli. 0-2 nel secondo tempo con l’Empoli. E sale il dubbio che non sia stato il Cesena a fare il 2-0, ma sia stato l’Empoli a subirlo. Discorso che non si può fare per ciò che è avvenuto nella ripresa.
Buonanotte a Pierpaolo Bisoli. Dice che che i punti persi con i toscani se li riprenderà a Torino. Ecco. Buonanotte a Pierpaolo Bisoli. E sogni d’oro.
Buonanotte a chi ha sostenuto per 90′ una squadra che parte per i cinque undicesimi ancora roba da serie B. Buonanotte a chi ci crede e buonanotte a chi non ci crede. Buonanotte a chi “con Bisoli ci si salva” e buonanotte a chi “Bisoli la serie A non la capirà mai”. Buonanotte a chi si arrende sulle scelte tattiche e buonanotte a chi, partigiano sui colli, sangiovese e moschetto alla mano si raccomanda alla Madonna del Monte e sostiene Djuric prima punta. Buonanotte a chi combatte. Combattere per combattere: tifare Cesena è una questione di pancia. Se regge il fegato.
Buonanotte a chi lo fa per suo padre. Buonanotte a chi lo fa per tutelare il suo interesse e a chi lo fa per la squadra, la città, e i tifosi. Dio. La patria. La famiglia. Buonanotte a chi si ricorda che non è lui a fare un regalo ai tifosi e alla città, ma che sono i tifosi e la città a fargli un regalo. Ogni giorno.
Buonanotte a chi ha realizzato e a chi è intervenuto in questa seconda puntata, tranne che a me. La mia notte è un posacenere dove non spengo mai l’ultima sigaretta.
E buonanotte a chi ci ha seguito. A voi che domenica prossima affollerete il ‘Manuzzi’ per Cesena-Milan. Continuate a tifare.
Si spera dalla parte giusta.

Trasmesso su VideoRegione

Tra stesa dell’erba artificiale Soccer Pro Max S dell’azienda Limonta Sport al ‘Manuzzi’ e al centro sportivo ‘Rognoni’ di Villa Silvia, lavori di manutenzione straordinaria, interventi sulle tribune e barriere, riammodernamento degli impianti, campi e innovazioni, i costi a bilancio 2012 dell’AC Cesena spa sono arrivati a 4.993.913 euro.

Interviene il Comune A fronte di questi lavori l’AC Cesena spa contrae un mutuo chirografario il 21 luglio 2011 con un piano di ammortamento ventennale all’Istituto di Credito Sportivo da 2.083.515 euro in 40 rate: contando gli interessi, a scadenza si sfonderebbero i 3,5 milioni di euro. Le garanzie per il mutuo furono presentate dal Comune di Cesena: a sua volta il Comune pretese delle fidejussioni da parte del Cesena, depositate presso la finanziaria Credicor spa, con sede a Roma, per 2.083.400 euro. Ovvero: il Comune ‘copre’ il Cesena che, a sua volta, ‘copre’ l’investimento dell’ente. Per legge il Comune non era tenuto a far richiesta di tali garanzie, ma proprio la situazione finanziaria critica del Cesena calcio, già nota, indusse l’amministrazione Lucchi a richiedere questo ‘paracadute’. Paracadute che il Cesena fornì.

L’ombra di Santoro Credicor, con un capitale di 8 milioni di euro, dava l’idea di una realtà solida. Però collegata alla figura di Amedeo Santoro, come risulta da diverse documentazioni. Amedeo Santoro è stato coinvolto nel 2003 nello scandalo delle false fidejussioni calcistiche tra Roma, Cosenza, Napoli e Spal. Al momento del rilascio delle fidejussioni la società si era già svincolata da Santoro.

Il broker del Nord Igor Campedelli si rivolge ad inizio 2011 ad una società di brokeraggio del nord-est italiano per fare un planning di raccolta crediti. Tra le altre attività, la società si incarica anche di trovare finanziarie disposte a rilasciare le fidejussioni per il Comune di Cesena. Tra le offerte pervenute a Campedelli viene consigliata la migliore, appunto quella di Credicor.

Credicor spa scompare Con provvedimento ministeriale Credicor Società Finanziaria spa viene cancellata dall’Elenco generale degli intermediari finanziari il 23 luglio 2012. Credicor era già in rapporti con Elettronic Money srl, società milanese trasferitasi poi a Roma, collegata alla holding Valore Italia srl. Il 16 marzo 2012 Elettronic Money blocca un aumento di capitale da 2 milioni di euro di Credicor spa, deliberato ad aprile 2011 negli studi del notaio napoletano Elio Bellecca, fratello dell’avvocato cesenate Giuseppe Bellecca.

Fidejussioni ‘rumene’ valide La società trasferisce tutte le attività in Romania. L’amministratore unico è Francisco Filipe De Oliveira Lima. La società ha efficacia per gli organi di controllo rumeni. Proprio Elettronic Money srl, che ha un capitale sociale di 56.404 euro, il 17 luglio 2012 ha confermato l’efficacia delle fidejussioni, che scadranno comunque il 18 luglio prossimo.

Pubblicato su La Voce di Romagna

Continuiamo i focus su tutti gli aspetti dell’indagine della Procura della Repubblica di Forlì sulla passata gestione del Cesena calcio. Dopo i rapporti finanziari tra AC Cesena spa e Cesena 1940 srl, è il momento del campo di erba artificiale che nel 2011 fu installato dall’azienda Limonta Sport di Cologno al Serio.

“Il futuro, oggi” Era il tempo degli slogan per Igor Campedelli quando il 18 luglio 2011 firmò l’accordo per stendere il Soccer Pro Max S sul terreno del ‘Manuzzi’: il Cesena diventò il 10 settembre successivo la prima squadra ad ospitare una partita di serie A su terreno artificiale. Si fece la storia. E su questa storia, che in verità scontentò un po’ tutti tranne l’allora dirigenza bianconera, indagano gli inquirenti. 1,2-1,3 milioni di euro l’intervento, tra ‘Manuzzi’ e Villa Silvia, dove vennero costruiti altri due campi, di cui uno, quello dove gioca la Primavera, replica esatta di quello della prima squadra. In aggiunta spazi pubblicitari per 2-300mila euro circa, alcuni dei quali che il Cesena dovette ricomprare dalla stessa Gsport, che aveva in concessione, allora come oggi, la maggior parte delle pubblicità. Un prezzo molto competitivo rispetto a quanto in realtà Limonta poteva chiedere per la fornitura del terreno artificiale: fu comunque un investimento anche per l’impresa lombarda, che si lanciò da Cesena a Novara facendosi conoscere dalle grandi squadre, arrivando fino al Milan.

Perché interviene la Procura della Repubblica? Nell’ambito della ricerca sulle possibili false fatturazioni finalizzate alla frode fiscale, il procuratore capo Sottani vuole vederci chiaro in una delle spese più ingenti della gestione Campedelli. Anche perché il pagamento del campo non risulta ancora terminato. Recentemente è stato rinegoziato il rientro del debito in cinque anni.

Tratto da La Voce di Romagna

Lumezzane-Cesena 0-3.
Cesena-S.P.A.L. 2-1.
Cremonese-Cesena 1-2.
Cesena-Verona 2-1.
Le quattro giornate che cambiano la stagione del Cesena nella stagione 2008-09. Dal 30 novembre al 21 dicembre.
Dopo cinque sconfitte, quattro pareggi e quattro vittorie, Bisoli mette in sicurezza una panchina traballante cogliendo quattro vittorie consecutive.
Contro i veronesi il ‘Manuzzi’ si compatta con Bisoli, stringendo quel sodalizio sanguigno e passionale che oggi, proprio per sua stessa natura, viene messo in discussione. E’ lì che Bisoli inizia ad identificarsi veramente con il Cesena e il popolo bianconero con lui. Ed è proprio in quel momento che Bisoli è andato più vicino all’esonero, paradossalmente. Ancora più vicino che dopo la sconfitta di Venezia.

Il giorno dopo Cesena-Verona, di primo mattino, Igor Campedelli e Lorenzo Minotti sono in sede.
Sono in pochi, all’AC Cesena.
Sono tempi di pionierismo.
Sono tempi in cui ‘provarci’ significa ‘provarci’, non ‘mandare tutto in vacca’.
Anche per quello, dopo Venezia, la testa di Bisoli, invocata dalla piazza, non cadde.
Insomma, Campedelli e Minotti lavorano. Tranquilli. Tutto va bene.

Poi, un odore, forte. Non è il fresco profumo di dicembre. No. E’ un toscanello. Agro. Penetrante. Ingombrante. Sergio Aletti. Nel di lui splendore. Una busta in mano. Non saluta nemmeno. Lancia la busta sul tavolo dove presidente e diesse lavorano, si svacca su una poltrona. E continua a fumare, beato.

“Quella è la lettera di licenziamento per Bisoli” fa Aletti. Campedelli e Minotti. Sconvolti. “Come? Ma ne ha vinte quattro di seguito”. “Appunto”. Sconvolti, ancora. E’ che Sergio la vedeva lunga. Dannazione se la vedeva lunga. E lo sapeva. E sapere di essere un cavallo di razza è stata la sua fregatura. Perché non si poneva limiti. Da immaginarsi l’espressione paterna e sorniona con cui, dietro al sigaro, Sergio guardava il suo presidente e il suo diesse.“Ora la gente pensa che Bisoli sia il Cesena. E noi non contiamo più nulla. Ora Bisoli farà quello che vuole, ma non perché gli abbiamo fatto la squadra per vincere. No. Perché è lui che fa vincere la squadra che gli abbiamo fatto noi. Oggi è Bisoli il presidente del Cesena, per i tifosi. E il problema è che oltre ad esserne convinti i tifosi, rischia di convincersi anche lui di questo. E non è un bene. Quindi oggi lo licenziamo. Poi, fra quattro giorni, che è Natale, lo riprendiamo. Così capisce chi è il presidente del Cesena. Semplice. E ci risparmiamo tanti problemi futuri”. Un tiro di sigaro. Ancora quel sorriso sornione. Di chi sa qualcosa che ancora gli altri non sanno.
Campedelli e Minotti. Sconvolti. Provano a dire qualcosa. “Ma no, non è il caso… ”. Aletti solleva le spalle, riprende la busta in mano e va via. Come se non fosse successo nulla. Come se avesse solamente riflettuto ad alta voce.

Cinque anni dopo è esattamente questo l’impasse che potrebbero dover risolvere l’AC Cesena spa, Bisoli e la tifoseria bianconera: il fatto che il mister e Cesena si siano legati in maniera quasi morbosa e non ci sia più una vera oggettività nella riflessione critica.

E Sergio se la starà spassando non poco.

Pubblicato su La Voce di Romagna