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GOMIS 5,5 Di chi era quel pallone? Il dato di fatto è che il suo rendimento sia calato a metà del girone di ritorno, almeno stando a guardare i gol presi… poi è vero che le uscite fuori dai pali con traffico in area lo spaventino come il proverbiale micio che attraversa la secante. NON ABBANDONATE GLI ANIMALI QUEST’ESTATE!
PERICO 5,5 Esce Lucchini, la fascia di capitano passa a Renzetti. Io guardo verso l’Idolo e qualcosa mi muore dentro. Però, parliamone: non c’è Ciano e lui mi fa un po’ la stessa prestazione dei lecci della Malatestiana… Insomma, oggi sottotono come il resto dei compagni, ma corsia destra completamente immobile. RIMOZIONE FORZATA
LUCCHINI 6 La sua stagione: va in anticipo su Ceravolo, si fa male dopo aver conquistato il pallone, chiede se per favore ci si può fermare che ha male. Ovviamente è spirito di cavalleria lasciare che si riprenda, ma con lo spirito di cavalleria altrui è difficile fare la differenza ad ogni gara. E con lo spirito di cavalleria, per carità, gli si dà anche una sufficienza. AGLI SGOCCIOLI (Dal 68′ CAPELLI 5,5 Entra, Ceravolo lo tratta come un birillo, si fa ammonire al secondo intervento, trova da dire a fine partita. E basta, nenca te! Come si fa a dare sicurezza se si è i primi a non essere sicuri… AGITATO NON MESCOLATO)
MAGNUSSON 5,5 Non ha fatto nulla di diverso rispetto all’ultima gara: ha tolto palloni importanti, ha sofferto la pressione avversaria, ha fatto una cappella clamorosa, non si intende con Lucchini. Certo, non ha tolto un pallone dalla linea, ma quello fu questione di posizione… no, è semplicemente che oggi l’errore pesa e la scorsa settimana no. Quindi, mentre sabato scorso tutti lo hanno esaltato e ora lo demonizzano, io rimango molto coerente sulla valutazione. AS USUAL
RENZETTI 5 È due mesi che è in calo. È due mesi che continua ad essere titolare. È due mesi che perseverare è diabolico. Oggi nullo. LA SAGGEZZA DEI PADRI
KESSIÉ 5,5 Primo tempo pimpante, ripresa da secondo gruppo di Cesena Cammina. Non arrivano le prodezze balistiche e, a quel punto, è un clone di Kone più potente ma ad oggi meno fresco. INTERMITTENTE (Dall’84′ CASCIONE 6 Fa meno filtro di Sensi, che potrà anche perdere palla sulla trequarti, ma difficilmente si fa saltare al limite dell’area: Cascio riesce nell’impresa, contro una Ternana versione Prima Categoria girone H. Almeno un buono spunto per Falco, probabilmente più in forma di Kessié in questo momento. ARRUOLABILE)
SENSI 6 Trovare uno nel Cesena che recupera palla davanti alla difesa e riesce con un cross oltre la metacampo a far partire un contropiede è impossibile, a meno che non si guardi verso di lui. Che non può fare tutto, soprattutto quando è Kone a portar su palla: in questo senso ha gioco facile per servire i decentramenti di Falco, ma diventa poco decisivo quanto si aprono gli spazi. (Dal 74′ DJURIC 6 Ora tocca a lui: come qualche anno fa ci si affidò a Succi, così ora ci si affida a questo pampalungo che ha trovato una stagione di grazia tecnica lo stesso anno di uno stato di forma precario. COME SUCCI… QUEL SUCCI)
KONE 7 Non ho avuto problemi a scrivere che si tratta del giocatore meno adatto al centrocampo bianconero, per tre quarti di stagione completamente fuori dagli schemi veramente efficaci di Drago, con solo il classico “fa il lavoro sporco” a giustificare il suo occupare uno degli undici posti in campo. Ma ora che si va avanti solo di forza di nervi, questo sembra un fuoriclasse – peraltro motivo per cui è stato preso –, anche guardando chi gli sta accanto. TIENE SU LUI LA BARACCA
FALCO 6 Come un’omelia: belle intenzioni, grandi speranze… poi sparacchia sempre fuori, non calibra l’idea giusta, non riesce ad imporsi nonostate abbia colpi in canna di quelli veramente belli. Non aiuta Zampa che gli sta francobollato come un Gronchi rosa in una collezione e Sernicola che gli riserva un trattamento alla Steven Seagal. Ma almeno dà via il pallone in avanti. CI PROVA
RAGUSA 6,5 Va a scoppi ripetuti: quando si innesca fa saltare tutti gli schemi, ma anche quelli della sua squadra, perché raramente la sua anarchia si sincronizza con il resto dei suoi compagni. Quando succede arriva anche il gol o comunque a mettere la palla veramente pericolosa: generoso, ma troppo dispersivo per diventare un punto di riferimento: i 90′ non fanno per lui. PRODIGO
ROSSETI 5,5 Il gol non vale l’espulsione allo scadere: contro il Novara sarà o Djuric o morte. E chi vuole giocare in serie A non può permettersi simili ingenuità. Nel bilancio stagionale per me è tra i bocciati. RIMANDATO A SETTEMBRE
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DRAGO 5,5 Renzetti non ce la fa più. Ragusa non ce la fa più. Lucchini non ce la fa più. Tutti e tre in campo: per farne uscire uno si deve suicidare… Sembra quasi che faccia di tutto per non andare ai playoff, quando questo è proprio il momento per puntare su chi è più fresco fisicamente. Continua ad essere bizzarra la gestione delle dinamiche dello spogliatoio, e difficilmente oggi si potranno creare armi di distrazioni di massa – polemiche extra campo – per non riflettere sulle scelte tecniche: anche perché oltre alla freschezza atletica sarebbe da considerare pure quella mentale. TURN OVER
AC CESENA 5 La Ternana fa di tutto per perdere, ma il Cesena ha il fiato corto, ed è la prima delle ragioni che potrebbero escludere i bianconeri dai playoff. Perché oggi, contro una formazione inguardabile, hanno vinto – o pareggiato – le motivazioni: gli scarsi dovevano salvarsi e lo hanno fatto, i forti dovevano andare ai playoff e hanno favorito il Novara, per arrivare a domenica nella peggiore delle situazioni. Ci si complica la vita, come sempre, con una linea difensiva che, priva di Caldara, ha un che di imbarazzante: ora non resta che sognare un Improta come Marilungo: ma son miracoli che forse nemmeno la Madonna del Monte. DUE PUNTI PERSI, E ZET

© Gian Piero Travini

GOMIS 7,5 Miglior giocatore della prima parte di stagione bianconera, salvezza in diverse occasioni, scoperta preziosa quando ce n’è stato reale bisogno, un paio di uscite infelici con Lanciano e Pro Vercelli… due partite in un campionato da protagonista assoluto. IL MIGLIORE
AGLIARDI 6+ Come secondo portiere è una garanzia, come titolare ha ben figurato a inizio campionato ma a Torino ha ricordato l’ultimo uomo di Bologna, alternando grandi interventi ad errori marchiani. Determinante contro il Novara, si è fatto trovare pronto dopo l’infortunio di Gomis: tutto ciò che si potrebbe volere da un onesto gregario. PRONTO
MENEGATTI NG
PERICO 6,5 Alle prime prestazioni ci si chiede perché quest’uomo giochi ancora: poco fiato, poche idee, tanti errori. La svolta vera arriva a Perugia: in una partita complicatissima, da correre per 90′, finita in nove per un arbitraggio ridicolo, Perico regge senza mai cadere. Aiutato dai compagni di reparto, aiutato dagli esterni alti, regge. Da quel momento in poi inizia a giocare un po’ più arretrato, a fare meno percussioni in avanti, a coprire i compagni, diventando un terzino poco mobile ma dannatamente efficace in chiusura. Non era previsto quel ruolo nel modulo di Drago, ma è grazie anche a lui se il finale di stagione non sia stato un tracollo. BORN AGAIN
DE COL 5 Salta tutta la preparazione con la squadra, il che porta ad una difficile integrazione nell’ambiente: non che sia colpa sua, dato che arriva con l’ultimo treno di mercato, ma va comunque tenuto in conto. Non convince in nessuna delle sue prestazioni: da titolare fisso viene retrocesso a seconda scelta costante, principale fautore – indirettamente – dell’esplosione di Perico. Altro bocciato da Drago, ma non riammesso. AI MARGINI
CALDARA 7 Il più costante dei bianconeri, il più elegante difensore della serie B: talento per ordine, per capacità di lettura dell’azione, per tranquillità nell’intervento. Un solo difetto, che lo accomuna a Gomis: il gioco aereo, dove subisce troppo per un centrale così ben impostato. Non gli si possono attribuire colpe, ma solo ringraziamenti per il buon gioco portato e i compensi per la sua valorizzazione… pur essendo nettamente il migliore del suo reparto ha sempre dimostrato grandissima umiltà in campo e fuori. LORD BYRON
CAPELLI 6 L’unico fra gli uomini di Drago in grado di dettare la linea quando è in campo: insomma, la fascia è bene che stia al suo braccio, nonostante alcuni limiti dovuti ad una fase sportiva in chiara discesa. Si conferma di medio livello per la serie B nonostante la Caldara-dipendenza evidenziata in più occasioni, con una lentezza sul primo passo che si era manifestata anche sul finale della scorsa stagione. CHIOCCIA
LUCCHINI 5+ Dopo Torino qualcosa si è rotto, ma pian piano è entrato in un ordine di idee che deve giocoforza trasformarsi in una chioccia non solo per il reparto difensivo, ma per tutta la squadra. A gennaio inizierà il corso da allenatore Uefa B, segno che la volontà di ammettere l’arrivo della maturità sportiva c’è: al di là delle prestazioni in campo, purtroppo raramente da far la differenza, è importantissimo che da giocatori come lui passi il salto di qualità nello spogliatoio e negli atteggiamenti. VENGA IL TUO REGNO
MAGNUSSON 5,5 Sin dalle prime battute si è capito che questo non fosse né il suo tempo, né il suo spazio: Cesena non fitta più all’islandese, ma è una questione di impostazione di gioco, non di altro. Certo, lui è sembrato molto più appannato della passata stagione dove, senza troppi giri di parole, è uno dei due o tre ad esseri salvato. Certo, lui è arrivato praticamente a fine preparazione e questo può avere inciso. Lui si sarebbe aspettato altro dopo un anno di serie A, quindi la demotivazione può aver giocato un brutto scherzo, ma non è stato il centrale più adatto per questa difesa. FOREIGN FIGHTER
RENZETTI 6,5 Prima giornata… Renzetti poteva anche essere uno dei partenti che non sarebbe cambiato nulla. Poi ha iniziato a guadagnar campo, a farsi trovar pronto, in forza di un Mazzotta comunque strepitoso nei primi mesi, mostrando crescita continua, segno che i problemi fisici del passato avevano finito di tormentarlo, cancellando di fatto un anno e mezzo di carriera. Si getta alle spalle tutto sfoderando un paio di grandissime partite, da mattatore assoluto in avanti e indietro: poi cala come tutto il resto della batteria esterni a disposizione di Drago, ma non per tutti i 90′, tirando fuori comunque colpi importanti. BENTORNATO
MAZZOTTA 6- Partito a bomba, poi infortunato, poi sparito. Seguendo la chiave di lettura dell’incomunicabilità tra giocatori-settore sanitario-settore tecnico, anche lui è finito nel limbo di chi era partito come uomo di Drago per poi non averlo completamente convinto. Va detto che per il secondo anno pare non essersi riuscito ad integrare perfettamente nel sistema-Cesena, ma dargli un’insufficienza pare impossibile: però qualcosa non ha funzionato e lui del resto era partito nell’undici titolare, quindi qualcosa deve aver combinato. SMARRITO
MOLINA 5 Voleva disperatamente diventare terzino destro: il Cesena ha puntato su questa scommessa e Drago si è messo in gioco in toto. Tutta la preparazione l’ha fatta in quel ruolo, poi debutta esterno sinistro… Che sia un’annata balorda per lui lo si vede anche da questo indicatore. Entra nelle rotazioni a destra più per mancanza di alternative che per altri motivi. UN TEOREMA CHE PARTE CON IPOTESI SBAGLIATE È UN TEOREMA SBAGLIATO
VALZANIA 6 Parte titolare, poi viene messo nel dimenticatoio da Drago dopo l’infortunio, preferendogli quasi sistematicamente Tabanelli nei momenti di emergenza. Eppure nella disfatta di Torino è l’unico ad avere il passo da categoria, nonostante allenamenti discontinui: per lui sicuramente mezza stagione persa in un’età dove servirebbe solo gioco per il continuo miglioramento. Separazione scontata in fase di mercato, ma ci rimettono i bianconeri: lui ha solo da guadagnare. QUESTIONE DI SCELTE
VARANO NG
RAGUSA 6,5 Finale di stagione da buttare: spompato, massacrato dagli avversari, poco lucido sotto porta, incapace di recupero. Poi si guardi semplicemente a chi ha fatto la differenza per il resto della stagione e alla casella gol fatti e minuti giocati il ragazzo domina. Dovrebbe fare ancora di più, ma non è uno di quei giocatori che siano stati perfettamente inquadrati e messi nelle condizioni migliori di giocare dal tecnico, che pure lo considera imprescindibile. Più volte abbiamo fatto presente che con questi ritmi si sarebbe bruciato a fine girone e così è successo: lui merita riposo, non pungolo. A quello ci si penserà quando si riprenderà a macinare. DETERMINANTE
SENSI 7- Il ‘Mago’ di Urbania, scacciato fino alla fine dell’era Bisoli perché svogliato e appoggiato a San Marino, rischiando pure di perderlo, sta dimostrando di essere uno dei più forti calciatori mai passati a Cesena. Non si può far finta, comunque, che sia prodotto del vivaio, cresciuto in area riminese e portato a Cesena già in età avanzata da Galassi ai tempi della presidenza Campedelli: è stata un’operazione di mercato geniale e deve far scuola per quello. In campo è l’unico, ad oggi, ad essere in grado di impostare gioco, sia in ripartenza che in verticale lento: naturalmente ha bisogno di sponde e di gente che faccia della legna per lui, nonostante sia cresciuto tantissimo in fase di contenimento, sfruttando la sua velocità e la sua capacità istintiva di cogliere il tempo giusto. Tuttavia manca una cosa importantissima, che potrà maturare solo con la continua esperienza: l’essere faro anche e soprattutto quando la nave affonda. CAPITAN FUTURO
CASCIONE 5,5 Non corre… corresse, magari, ma non ce la fa più. E se non corri, con le fasce che ti ritrovi al fianco, fai poco. Poi si può far finta di vedere o non vedere i suoi limiti in regia in questa stagione, ma bisogna attenersi ai fatti. I fatti dicono che non si è riuscito ad integrare con Sensi e che, da solo, non è riuscito a dare un’identità alla squadra: nel 4-2-3-1 tuttavia ha avuto occasione di fare anche bene con il ‘Mago’ di Urbania, quindi non è che tutto sia veramente perduto. Sembra aver retto bene il momento no del suo rapporto con la maglia, tradizionalmente da un mese e mezzo prima della fase di mercato, ma bisognerà vedere dove lo porterà il calcio: ad oggi è una riserva di Sensi. LENTO
KONE 5+ Altra grande delusione, considerato il suo curriculum e l’età: ci si aspettava tanto, troppo da lui, andando poi a far reparto con un suo compagno storico di Pescara, in un modulo identico, con quello che viene definito da tutti il “nuovo Verratti”… invece proprio la contemporanea presenza di lui e Cascione con Sensi ha segnato la prima grande involuzione del gioco bianconero. In crescita in finale d’anno, utilizzato più da incursore, ma siamo ancora lontani da quelle che erano le sue potenzialità. SENZA ACCENTO
TABANELLI 6 A fine anno si giudicano due mezze stagioni, non la prestazione nella singola partita… una storia, insomma. Una storia che ci racconta di un figlio di Romagna che sta cercando di ritornare a fare quello che ha sempre sognato, ma che per una fragilità radicata nel profondo, per molto tempo durante una stagione non riesce a fare. In questo momento forse non è nemmeno da categoria – di sicuro non sui 90′ –, ma è anche vero che certe favole devono ancora essere scritte. TANTO TEMPO FA, IN UNA ROMAGNA LONTANA LONTANA… 
KESSIÉ 7 Il compagno naturale di Sensi in reparto, una forza della natura, tipo Juggernaut della Confraternita Dei Mutanti Malvagi – che tra l’altro nel film X-Men: Last Stand è stato interpretato da Vinnie Jones, uno della Crazy Gang del Wimbledon l’anno della FA Cup –, che sembrava impossibile da arrestare. Invece anche lui si è dovuto arrendere a qualche acciacco e ha dovuto riprendersi in maniera molto, molto lenta, perdendosi metà della stagione ma risultando comunque uno dei più attivi e presenti nelle ultime gare. Ripartire da lui per questo 2016 sarà imprescindibile, anche se ovviamente gli manca ancora una certa educazione calcistica in chiave tattica senza il possesso del pallone. FENOMENO
IMPROTA NG
CIANO 5 Preso per fare la differenza, invano: il goleador da 17 reti col Crotone di Drago ha bollato appena 3 volte in questa stagione, trasformandosi però in assistman con già 4 servizi in sole 11 gare giocate. Una metamorfosi che, però, non ha portato quanto sperato, anche ricordando le fasi tribolate di mercato per portarlo a Cesena. Per lui doveva essere la consacrazione definitiva per iniziare a guardare verso la serie A, ma per ora è fermo al palo e allo strapotere tecnico: a lui la decisione su cosa voler fare da grande. IMPALATO
GARRITANO 6+ Confusionario, letale in accelerazione, volitivo… Garritano costa 75mila euro di riscatto dall’Inter e diventa il simbolo del primo Cesena, il bel Cesena, il Cesena dei giovani, prendendo palla e buttandola dentro o in mezzo senza tema d’esser fermato. Ci pensa la sorte, ci pensano i risultati altalenanti che spengono gli entusiasmi, ci pensa anche lui che non riesce a rimettersi ai livelli di inizio campionato: considerato che anche lui non avrebbe dovuto fare la differenza, in realtà è tanta roba. TURBOLENTO
DALMONTE NG
DJURIC 7 In serie A era qualcosa di impensabile, una zavorra nonostante un’indubbia efficacia di base, pur dispendiosa. Doveva essere il sacrificato in fase di mercato, poi la partenza di Rodríguez e lo scarso appeal in fase di mercato lo hanno graziato: l’infortunio di Rosseti e, non neghiamolo, la risposta al di sotto delle aspettative dello juventino ne han fatto salire le quotazioni. In Nazionale è sbocciato e ha iniziato a segnare gol anche di piede, tenendo il passo con molti difensori e riuscendo anche a girarsi e calciare , non solo a fare il ganganone che la spizza di testa. La serie B è indubbiamente cosa sua, almeno nel gioco bianconero: questo non era scontato, questo è forse il piccolo gioiello della prima parte di stagione. PRIMA PUNTA
MONCINI SV Non è giocatore da categoria, semplicemente: metterlo in campo è stata una bella palestra, ma un’occasione che non poteva sfruttare per manifesta impreparazione. Ora si riparte quasi certamente dalla Lega Pro: vedremo se smentirà le impressioni, ovvero che dalla Primavera ai pro il salto per lui sia stato troppo, troppo alto. ANNOZERO
ROSSETI 5,5 Una sola rete per una prima punta titolare in undici partite giocate: può essere un’arma tattica e il giocatore più adatto per il modulo di Drago, ma il risultato è che gioca titolare Djuric, uno che ad inizio anno non doveva nemmeno essere qui. Non sono arrivati molti palloni, ma il fatto rimane: l’impresa, titanica probabilmente, ad oggi lo ha schiacciato. SCHIENATO
SUCCI SV Non si può valutare un pezzo di storia del Cesena simile: è lui ora a dover giudicare se stesso e a trarne le conseguenti scelte. In ogni caso ha fatto molto di più di quello che ci ricordiamo. COMUNQUE NELLA STORIA
12033113_180779508926419_7096443013799746942_n DRAGO 6- Doveva portare un atteggiamento di gioco che producesse gol a ripetizione: settimo attacco del campionato, quarta per differenza reti. Considerato che non gli è stata presa una prima punta – come già capitato in passato – e che diversi giocatori non sono stati a disposizione, rimane una gestione dello spogliatoio e una comunicazione pubblica correlata che sono necessariamente da reimpostare, perché l’idea che la squadra si sia scollata è passata. È stato lasciato anche troppo solo come debuttante fuori dal suo ambiente, e probabilmente ha fatto quello che poteva con quello che poteva. Tecnicamente gli si possono imputare le problematiche con gli interni di centrocampo e un’incapacità di cambiare in corso d’opera la squadra che è montata con il passare del tempo e il calo delle prestazioni, per tacere della differenza tra approccio casalingo e approccio in trasferta. Ora sta a lui capire come fare: ha tempo, e ha modo. CHE LA PAUSA SIA CON TE
SETTORE TECNICO 7- La squadra è stata costruita bene, con pochi soldi, puntando su top class di categoria e sulle valorizzazioni di giovani talenti. I giocatori di proprietà hanno risposto parzialmente – vedi Ciano, Mazzotta e Ragusa –, probabilmente il centrocampo ha collezionato troppi interni, Rosseti non è riuscito a diventare il fattore determinante che si auspicava. In fase entrata-uscita, costretto ad operazioni come quelle di Valzania-Gasperoni con l’Atalanta e Rodríguez con la Sampdoria, porta a casa il possibile. Ora sarà fondamentale la gestione del mercato invernale, non tanto in chiave rafforzamento, quanto in ottica valorizzazione del lavoro di Massimo Drago, fino ad ora difeso ma forse non con l’intensità che ci si aspettava.  NOZZE COI FICHI SECCHI (O QUASI)
SETTORE DIRIGENZIALE NG Non sono ancora pubblici i bilanci a giugno 2015, quindi qualsiasi valutazione sull’operato stagionale tout court di Cesena & Co. e AC Cesena spa è da rimandare. NON GIUDICABILE
AC CESENA 6 La squadra è lì, in zona playoff, dove doveva essere. Il trend è negativo, l’umore è sotto le scarpe e, soprattutto, il Perugia ha una gara in meno, ma di riffa o di raffa l’obiettivo di inizio anno è mantenuto. Troppe cose non funzionano e troppe alchimie si sono perse per strada, quando sulla carta le prime tre-quattro posizioni dovevano essere l’ambiente naturale… e fino a che il pallone girava era giusto scrivere ciò che si vedeva… ora è invece il momento di fare quadrato e di dire che sì, è andata al di sotto delle aspettative, ma solo perché da questa squadra e da questo settore tecnico ci si aspetta sempre il meglio. E ci si aspetta anche che emerga un leader nello spogliatoio: Perico deve mettere su cattiveria, Capelli deve ancora calarsi nella parte, a Lucchini si chiede un grande sacrificio personale, per Renzetti è una questione di carta d’identità… i nomi sono questi, e basterebbe un fronte comune con l’allenatore per rimettere ordine nel sogno. SCOMMESSA ANCORA APERTA 
11234815_210321335972236_5807977417694650104_nVEDOBIANCO|VEDONERO ? Questa è una pagella che spetta a voi, amiche e amici: noi intanto iniziamo a sbocciare. BUONA FINE E BUON INIZIO
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ph. 1 Francesco Di Leonforte
ph. 2 Michele Lugaresi

© Redazione vedoBIANCO|vedoNERO; Gian Piero Travini

AGLIARDI 5,5 Miracola e subisce gol. Cappella e subisce gol. Ha battezzato Martínez e gli nega il gol in più occasioni, ma non è esente da errori: ritorna il portiere dei tempi bolognesi, che alterna grandi interventi a patacate clamorose, quando già la partita era decisa. CICLTIMICO
DE COL 5 Difficilmente riesce a reggere il passo di chiunque si presenti dalle sue parti e crolla con il resto della difesa sotto le percussioni torinesi: in questo momento rischia anche di non essere abbastanza come rimpiazzo. INADATTO (Dal 46′ PERICO 5,5 Leggermente meglio di De Col, ma si entra anche dalle sue parti e, soprattutto, non se ne esce. SCHIACCIATO)
LUCCHINI 4,5 Quando capiremo che sia Caldara a far da chioccia a lui e a Capelli, sarà sempre troppo tardi: sovrastato da chiunque, oggi. FASE CALANTE
MAGNUSSON 4,5 Posizionamento sui calci piazzati ignobile e scarsa reattività, in area è un buco nero e quando il pallone passa dalle sue parti la singolarità lo spinge automaticamente in rete. STEPHEN HAWKING
RENZETTI 6,5 Costretto a chiudere sui centrali per manifesta incapacità, più guadagna minuti e più si conferma pezzo determinante per questa squadra, come non gli era riuscito nella passata stagione. SEMPRE PRESENTE
VALZANIA 5,5 Il campo gli manca e i recuperi difensivi sono lenti e difficoltosi, anche perché dalla mediana in poi in fase di possesso tende ad accentrarsi, proponendosi quasi come playmaker vista l’assenza di qualcuno in cabina di regia. Nel finale cancella le linee del campo con la lingua da tanto è stanco. DA RECUPERARE
CASCIONE 5,5 Tagliato completamente fuori dalla manovra offensiva, diventa inutile perché non va nemmeno a pressare sulla propria trequarti dato che ci si aspetta il press alto di Magnusson: a quel punto a cosa potrà mai servire lui? Nella ripresa, anche grazie al passaggio a 4 in mediana combina qualcosa in più, ma è fa poco filtro: quando il gioco si fa duro non è lui il capitano coraggioso che serve alla squadra. La rete sottomisura non basta perché in contropiede non riesce a contrastare i portatori di palla. SOLO IL GOL
TABANELLI 6 Encomiabile per volontà e grinta, ma se si parla di gioco tecnico – quello chiesto da Drago, fatto di tocchi e di pregio – gioca ad un altro sport. Non è la sua annata. E forse non lo era anche la scorsa stagione… viene il dubbio se Tabanelli, ad oggi, possa trovar posto in questa squadra. Ma nel nulla di oggi, la generosità fa la differenza. CUORE
MOLINA 5 Quando mi rendo conto che sta giocando lui si emoziona e calcia la palla in fallo laterale invece che in porta. IMBARAZZATO (RAGUSA 6,5 Gli basta poco riposo per entrare e fare la differenza: la qualità che può portare questo giocatore, da Drago utilizzato come un mero operaio, è potenzialmente infinita, e in mezzo alla mediocrità esalta e fa esaltare. PIETRA ANGOLARE)
ROSSETI 6 Bentornato: praticamente non ha occasioni di gioco, ma le poche che riesce a gestire lo vedono quantomeno guardare la porta avversaria. Ora è chiamato a far le cose serie, perché il gioco di Drago non può più prescindere dalle sue capacità. PRESSIONE (Dal 72′ SUCCI 5,5 I movimenti sono corretti, ma se non c’è gioco lui non può inventarselo: si crea una palla per puntare la porta, la sbaglia. SPUNTATO)
MONCINI 5,5 Il ragazzo non si è ancora fatto e dargli minuti non serve a farlo maturare dato che non è questa la sua categoria: in fase di recupero palla lotta, ma non vede la rete nemmeno quando va a pescare.  DA DARE IN PRESTITO

DRAGO 5 E la difesa sul secondo palo? E la fase di regia senza Sensi in campo? E le opzioni alternative? Ancora una volta si palesano i grandissimi limiti sulle alternative di gioco di questa squadra che, se messa in difficoltà nei suoi punti deboli, non è in grado di riprendersi. CROTONE O MORTE
AC CESENA 4,5 Il miglior difensore in campo è Maxi Lopez e la testa è a Crotone: senza snobbare la competizione, ma una squadra di serie B deve pensare prima di tutto al campionato di serie B. E poi… perché negare a Torino un derby di Coppa? Brutta figura in diretta Rai, brutto spot per una squadra che potrebbe dare molto di più. SVAGATO

All’85′ di Cesena-Pescara, sul punteggio di 1-0, mister Drago sceglie di sostituire la prima punta, Ragusa, con un terzo difensore centrale, Capelli. Tutti quanti, all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi, hanno trattenuto il fiato per un istante. Magia nera… magia nera del dannatissimo calcio, per contrastare la paura di non vincere: la necromanzia della difesa a cinque. Qualcosa che proviene dai Senza titolo-1reconditi abissi del pensiero calcistico di un Cesena che non è più, ma che tutti abbiamo nella memoria: perché quando guardi dentro il 6-3-1, il 6-3-1 guarda dentro di te. E non ti abbandona più.
E su internet, dopo quel cambio e nonostante la vittoria, si scatena il solito delirio tra bisoliani e anti-bisoliani, quando in realtà il problema cui ha risposto Drago ha dei fondamenti molto più ragionati di un semplice ‘fuori l’attaccante-dentro il difensore’.
Tema tattico☆ La partita di Ragusa è stata efficace, ma molto rischiosa. Il volume di palloni persi dall’esterno ha innescato la maggior parte delle ripartenze pescaresi: il problema di chi è costretto ad improvvisarsi prima punta senza esserlo è la scelta di tempo sugli appoggi. In una fase critica come quella degli ultimi minuti, con Torreira e Valoti attaccanti aggiunti e una pressione costante, anche una sola palla persa sarebbe potuta essere fatale. L’inerzia non è cambiata quando è passato sull’esterna con l’ingresso di Succi: Ragusa si è sempre accentrato e ha sempre perso palloni .
☆ I cambi classici di Drago sono tre: sostituzione del centrale con un centrale, sostituzione della prima punta di riferimento con una prima punta mobile, sostituzione di uno dei due esterni con un esterno. Garritano fuori per problemi alla caviglia: Succi prima punta, Ragusa a sinistra. L’equilibrio viene mantenuto, non servono ulteriori ritocchi. La pressione aumenta, Ragusa inizia a cedere: non c’è Mazzotta in panchina, Tabanelli non ha gamba, Renzetti viene spostato in avanti – arriverà il momento in cui si realizzerà che può convertirsi esterno nel centrocampo a 3 –, Magnusson a sinistra e Capelli centrale. L’assetto tattico non cambia, ma Renzetti ha più forze di Ragusa per chiudere spazi e partita.
☆ Magnusson si sposta a sinistra all’87’… poi ci sono tre minuti di gioco più un recupero insolitamente lungo che costringe il Cesena a giocare per 8′: sono 11′ totali con questo assetto. Undici minuti in cui al Cesena viene negato un rigore su Sensi, Succi in ripartenza manda Torreira a farsi la doccia per la seconda ammonizione e, infine, il Pescara non fa nemmeno un tiro in porta.
#SGONDAMEÈ difficile pensare che il ‘Dragonomicon’ possa essere paragonabile ad un impianto di gioco altamente difensivo come il 3-5-2 bisoliano: vero è che quando le fasce non corrono il 4-3-3 di Drago ne risente tanto da divenire sterile e quasi irritante, ma ciò non toglie che l’atteggiamento tattico sia agli antipodi di quel gioco.
La strategia difensiva di Drago è molto simile a quella di Bisoli, con la linea ben oltre la propria area che, difatti, tende ad essere punita in mischia ma ben solida a campo aperto: tuttavia gli esterni di quarta linea rimangono offensivi, con il rientro degli avanti laterali, ma non ci si ritrova mai a vedere una linea a più di quattro elementi. Questo tipo di gioconon esalta un giocatore come Magnusson ma ‘aiuta’ Capelli, che proprio dentro in area ha mostrato più di un’incertezza in questa stagione.
Il calcio di Drago non è per nulla un calcio di barricata, nemmeno quando cambia un esterno avanzato con un difensore, oltretutto riuscendo a trovare vie di attacco ragionate.

GOMIS 6,5 Un grandissimo intervento su punizione allo scadere e il solito riflesso di piede – ormai marchio di fabbrica – su Caprari: decisivo come tante volte in questa stagione, garanzia su partite punto a punto. LUCCHETTO
PERICO 7,5 Che se gli fischiano un paio di falli in area son dolori… Però gli gira bene e anzi è fondamentale al 55′, nel momento di massima pressione pescarese, disinnescando prima Lapadula e poi Caprari con tempismo: magari non conserverà il pallone, ma di sicuro non tremano le gambe. E per la prima volta è lui ad aiutare i centrali nei raddoppi. IMPERIUS REX
CALDARA 6,5 Ha mai sbagliato una partita questo signorino qui? INFALLIBILE
MAGNUSSON 6,5 Non ha ancora preso il tempo sugli anticipi alti, specialità di Capelli: in questo ha ancora molto da crescere. In generale gli manca la freschezza del primo passo sul recupero, con una meccanica di corsa che risulta appesantita rispetto alla passata stagione, segno che la preparazione persa continua ad incidere sul suo rendimento. Nella sua area invece è un falco, capace di recuperi sul lato opposto fulminei: semplicemente è capitato in un impianto di gioco difensivo poco adatto a lui. SPECIAL GUEST
RENZETTI 6,5 Domanda palla due volte nel primo tempo e per due volte mette i compagni nelle condizioni di fare malissimo. Rientrato in orbita come un satellite perduto dopo una missione per scoprire il senso delle cose: almeno per quanto riguarda il senso del calcio sembra sia perfettamente riuscito nell’impresa. SATELLITE OF LOVE
KESSIÉ 6,5 Carica, grinta, palloni girati, tante imperfezioni: non è il talento vergine di inizio campionato, e questo deve essere chiaro, ma non per questo sembra aver intenzione di rinunciare alla corsa e alla voglia di far male. In grado di spostare gli orientamenti difensivi, è il miglior viatico ai tagli degli esterni: contemporaneamente fa pagar dazio agli attaccanti mettendoci la gambina sulle ripartenze. RUSTICO
SENSI 7 Quando tu chiedi a Sensi di calciare, lui prima si sincera: “Quanto vuoi che lo faccia bene?”. Quando tu chiedi a Sensi di lanciare oltre quindici metri, lui prima vuole assicurarsi: “Sguardo alzato o no-look?”. Quando tu chiedi a Sensi di anticipare l’uomo oltre la mediana, lui prima vuol esser sicuro di capir bene: “Con passaggio di prima o appoggio?”. Quando tu chiedi a Sensi di coprire in arretramento, io prima voglio avvertirti: “Laśa andè che burdèl”… anche perché oggi non ne ha sbagliato uno. Il ‘Mago’ fa le cose. E sbaglia i corner. LASCIA FARE
KONÉ 7 Speriamo non sia solo l’entusiasmo del Black Friday: compassato dalla doppia presenza di Sensi e Cascione, quasi sempre impossibilitato al dai e vai con una mezzala veloce, grazie alla presenza di Garritano si esalta, diventando un’arma tattica per far saltare gli equilibri sulla trequarti, proponendosi come uomo in più. Due ripiegamenti decisivi che ne esaltano la qualità, un gol mancato: ma da un centrocampista destrorso spalle alla porta non si può pretendere anche il tacco mancino. BLACK FRIDAY
MOLINA 6 In ombra in avanti, preziosissimo indietro per supportare Perico e andare in chiusura sulle diagonali verso il centro, la partita operaia del ’92 di Garbagnate è di quantità ed equilibrio. Quando si sveglia poi molla le bombe che pure Putin sta pensando di ingaggiarlo per le operazioni militari in Siria. SUKHOI
RAGUSA 6,5 Trolla Aresti come Martina Dell’Ombra sta trollando l’Italia intera, ed è pure gentile che non infierisce tanto. Poi ha delle amnesie paurose, palloni persi che innescano regolarmente contropiedi fulminanti ben sventati dal resto della squadra. Si fa trovare pronto al momento giusto, riesce ad allungare un paio di bei palloni. C’È (Dall’86′ CAPELLI 6 La sufficienza gli va data d’ufficio per il recupero giocato con la sopramaglia di Ragusa tipo ‘fratino’ al Kick Off di Villa Chiaviche. RUSPANTE)
GARRITANO 6 Due belle sgroppate, un paio di accentramenti essenziali per far salire la squadra, un’occasione persa per andare al tiro in favore di un prolungamento generoso ma inutile: fa il suo e dà la giusta dinamicità alla fascia. MOTORINO (Dal 49′ SUCCI 5,5 Che ci prova, eh. Ci prova tantissimo. Guadagna pure un’espulsione su Torreira… a tempo scaduto. Epperò. VIALE DEL TRAMONTO)
20151127_205234DRAGO 6 Aveva promesso riscossa, la riscossa c’è stata: come Saulo sulla via di Damasco capisce che è o Sensi, o Cascione… gli semplifica la scelta quest’ultimo, che contro il Pescara fa come certe donne col mal di testa quando si fa sera. La formazione iniziale è perfetta per l’avversario e non ha bisogno di correggerla, gli basta mantenerla come ruoli durante i 90′. AFFIDABILE
AC CESENA 6,5 Serviva la vittoria e i bianconeri se la sono presa, accettando i propri limiti e lottando insieme per far fronte alle mancanze. Una bella prova di squadra in una gara psicologicamente delicata. RICONFERMA

GOMIS 6,5 Ci mette del suo in tante, troppe occasioni. Due note positive: pronto riscatto dopo Latina e grande sicurezza anche nei momenti difficili della partita. CERTEZZA
PERICO 5,5 Il problema di questo giocatore è puramente di carattere atletico, perché ha sempre bisogno di uno tra centrale o esterno avanti in copertura: se manca uno dei due perde il boccino, spingendosi spesso troppo avanti. SBILANCIATO
CAPELLI 5,5 “Perché Capelli non gioca mai con Lucchini”. Ecco perché. Meglio dell’altro perché quando Ciano decide di non correre più è costretto a coprire anche per Perico. PALO…
LUCCHINI 5 “Perché Lucchini non gioca mai con Capelli”. Ecco perché. … E + PALO
MAZZOTTA 6 Ritorno importante e in continua copertura su Sensi quando il marchigiano si schiera davanti alla difesa. In avanti è efficiente, ma non c’è nessuno a raccogliere le sue idee, e Koné non è il terminale giusto: potrebbe cercare qualche penetrazione in più. Dispendiosa la fase difensiva dove raddoppia sempre quando può, è il primo ad uscire. SEMPRE LUI (Dal 56′ RENZETTI 6 In questo momento sembra essere allo stesso livello di Mazzotta… sarebbe bello avere uno dei due a destra a proporre gioco. Purtroppo non si può. PRESENTE)
CASCIONE 5,5 Introducendo in un equilibrio instabile come quello con Sensi la variabile Koné, si crea un terzetto che non produce gioco e che, anzi, rende inutile anche la fase difensiva: come il ‘Mago’ di Urbania non regge davanti alla difesa, così lui esterno di seconda linea non ha senso di esistere. INUTILE
SENSI 5,5 Posso stare ore a scrivere di quanto sia determinante la sua capacità di far gioco, di quanto sia sacrificato mettendogli cloni fuoriruolo come Cascione E Koné al fianco… di quanto sia di un’altra categoria. Ma quando la barca rolla, lui che è il più perfetto, il più educato, indubbiamente geniale, è il primo a cadere, proprio per le caratteristiche di cui sopra. E Maniero lo spacca. FRAGILE DIAMANTE
KONÉ 4,5 Si trova davanti a Guarna e spara ovunque tranne che in porta, perdendo oltretutto la maggior parte dei palloni che si ritrova a gestire oltre la mediana. In appoggio è di qualche utilità, ma rimane comunque un doppione di Cascione, di gran lunga più deleterio: dovrebbe fare la differenza, ma non in negativo. IL DANNO (Dal 61′ MOLINA 5,5 Far peggio di Moussa sarebbe un’impresa titanica, ma non è certo l’uomo che possa risolvere la partita: rischia di perdersi nello psicodramma sulla mediana di Drago. LABIRINTO)
CIANO 5 Verso il 35′ accusa problemi alla coscia sinistra e rallenta: a quel punto Perico perde il punto di riferimento e Capelli è costretto sempre ad allargarsi. Poi non si capisce perché rimanga in campo, ma quel che è certo è che abbia disequilibrato gli ultimi quindici minuti, fondamentali, del primo tempo. INSPIEGABILE
SUCCI 5,5 Se la palla è a terra e deve fare recupero a venticinque-trenta metri, tutto va bene: purtroppo non è questo il gioco del Cesena, che nel dna ormai ha Djuric, e il bolognaese è un pesce fuor d’acqua, sia tatticamente che psicologicamente: già in settimana aveva dichiarato di essere al termine della sua avventura bianconera. Se si guarda con attenzione la sua gara, si scopre che poteva portarsi a casa un paio di rigori solo con il corretto posizionamento. EX DE FACTO (Dal 77′ MONCINI 5,5 Ad oggi vale una media Lega Pro: speriamo gli venga data un’occasione per giocare con regolarità a gennaio. NON PUÒ GIOCARSELA)
RAGUSA 5 Parte che sembra uno schiacciasassi, dà tutto, ma quando il Bari inizia a prendere le misure sulla mediana bianconera e lo costringe a viaggiare il doppio per coprire sulle ripartenze: in una di queste sbaglia il controllo e il castello crolla: la colpa non è sua, ma non si può non vedere il limite. ALTALENANTE
050ee474-a0bd-44bf-bab7-456ef2ef6adeDRAGO 4,5 Se in campo c’è Succi non si può pretendere che la squadra giochi come quando è Djuric di punta: la palla dalla trequarti in poi deve correre, non volare, e il bolognese deve fungere da appoggio, non da terminale. I soliti tre cambi e, per la seconda volta consecutiva, si rivelano inutili, anche perché due su tre sono semplici avvicendamenti di ruolo: non riesce ad essere duttile, si ostina a non capire che farcito di interni ogni tanto potrebbe passare al centrocampo a quattro e a due punte davanti. E, ad oggi, non può più permettersi Koné, anche se ha identificato in Sensi il suo problema: in realtà è psicodramma dalle prime giornate, calmierato dai risultati favorevoli. SENSI OFFUSCATI
AC CESENA 5,5 Per mezzora c’è solo una squadra in campo, ma poi i limiti vengono fuori: il Bari sa attendere, sa sbilanciare, sa colpire. Perduto nel caos della mediana e nell’indecisione, il Cavalluccio non ragiona bene di organico. E il proseguo di stagione inizia a farsi durissimo se si perde anche in casa. ESPUGNATO

GOMIS 7 In avvio moltiplica i pani e le parate su Acosty e Olivera, poi respinge una parabola di Dumitru prima degli spogliatoi. Prima che l’acqua nella borraccia muti in Velletri doc si lascia scappare il pallone e fa la sua prima cappella stagionale: evitiamo di crocifiggerlo, perché senza di lui sarebbe stato un Calvario. BLACK JESUS
PERICO 6,5 Della retroguardia è quello che regge più l’urto pontino e non cede mai, anzi arrivando spesso a sostenere anche l’azione di Ciano e rimanendo un fattore di rischio nelle aree avversarie sui calci piazzati. SOLIDO (Dal 72′ SUCCI 6 Non riesce a spostare gli equilibri di un solo decimo di metro, nonostante la buona volontà e la seria intenzione di manovrare. Nell’assalto finale però si esalta. TARDIVO)
CAPELLI 5 Non è tanto per il fallo al limite dell’area nel finale, dato che non è nemmeno colpa sua, ma non azzecca un solo fuorigioco e non segue una diagonale che sia una: non possono bastare due punte mobili che partono da lontano per fargli saltare gli schemi e intimidirlo. EMOZIONALE
CALDARA 5 “Si addormenta ogni volta che l’arbitro fischia, come se fosse una sveglia al contrario: su Ferrari al 55′ è colpevolmente in ritardo. Forse è ora di pensare ad un avvicendamento con Lucchini per farlo rifiatare”. Sì, era la pagella di sabato scorso: solo per far capire che se non si rifiata quando si è in calo, si finisce con la lingua per terra: come oggi. CAMBIO
RENZETTI 6 Grandissime diagonali difensive con recuperi commoventi che semplificano la vita, ma non c’è spirito propositivo e i suoi cross, vincenti nelle ultime uscite, non si vedono. La squadra lo capisce troppo tardi e solo nell’ultimo quarto d’ora costruisce azioni per sfruttarlo. IMMOBILIZZATO
KESSIÉ 5 Con la sua voglia di portar su il pallone trasforma il modulo, ma in questo senso crea sempre inferiorità ai compagni contro una linea pontina spesso a cinque: se in cambio desse pericolosità non ci sarebbero problemi, ma purtroppo è spuntato, nonostante un buon fraseggio con Ciano. In tutto questo non riesce a tenere nemmeno una volta Costy. TURBOLENTO
SENSI 6,5 Olivera e Dumitru sono dei martelli pneumatici e riescono a saltarlo, ma in un solo tempo il ‘Mago’ fa sparire quattro palloni in fase di rottura che riappaiono ai piedi di Kessié o di Ciano e, soprattutto, subisce sette falli senza perdere mai il pallone: difficile dare le colpe a lui se il Latina sia sempre in bocca a Gomis. Nella ripresa si aprono gli spazi, ma la marcatura a uomo costante lo costringe a soluzioni prevedibili e, quindi, a far anticipare i compagni: sostenuto da Cascione torna su alti livelli. DIFFERENZA
KONÉ 5 Con il 4-3-3 vive la sindrome di Cascione, non riuscendo a trovare spazi e palloni da giocare, letteralmente inciampando in due occasioni su Sensi. Non dà punti di riferimento alla difesa e i tempi saltano, permettendo ai pontini di muoversi sul filo del fuorigioco e più volte nelle diagonali offensive porta l’uomo sul portatore di palla. SPAESATO (Dal 67′ CASCIONE 6,5 Altra roba rispetto a Koné, dato che siamo un pochino più vicini al ruolo naturale… Detta bene i tempi, supporta perfettamente Sensi e riesce ad alzare il baricentro della squadra. PREZIOSO)
CIANO 5,5 Ci sta che non sia sempre quello che svolta la partita. Ci sta pure che ogni tanto possa incappare in una giornata no, magari per stanchezza. Ci sta dunque che gli si possa imputare un po’ di superficialità nel trattare il pallone in alcune occasioni e poca cattiveria: peccato perché si sono visti bei fraseggi con Kessié. GIORNATA NO
GARRITANO 6,5 È quello che si propone di più, che costruisce di più, che sguscia tra le linee pontine manco fosse cosparso di vasella. Ma è anche quello che consuma di più e che viene richiamato prima ai box: benissimo l’intesa con Djuric. INCURSORE (Dal 62′ RAGUSA 6 Ci mette un quarto d’ora a carburare, ma quando lo fa inizia a macinare, purtroppo senza fortuna: per sua natura non è un giocatore che possa cambiare passo al match in corso d’opera. DIESEL)
DJURIC 6 Il primo pallone basso che riceve se lo va a prendere sul fallo laterale destro che già è trascorso un quarto d’ora, mentre riesce sempre a mettere a terra le proposte di Garritano. Riesce anche a far salire la strada, colmando il gap costante con la mediana, ma alla lunga non è più un elemento di disturbo e si incapponisce per fare la differenza, limitando Ciano bloccato nel traffico dei cambi sbilanciati. AUTOVELOX

DRAGO 5 Costantemente in inferiorità numerica a centrocampo anche quando butta dentro Cascione, si manifesta il grande limite della sua dipendenza dall’assetto della mediana per trovare un vero gioco: ha un playmaker, prova a farne giocare tre, e nessuno di loro finisce per portar palla. E questa volta non bastano i soliti tre cambi per raddrizzare la gara: perde una grande occasione e non riesce a difendere un punto comunque intelligente. IL PECCATO ORIGINALE
AC CESENA 5,5 Sconfitta in casa di una squadra fino alla scorsa settimana distrutta, giocando a tratti un buon calcio ma inefficace, perché non va a puntare sugli uomini che in questo momento potrebbero fare la differenza in ogni incontro, Renzetti su tutti. NON DI SOLO KESSIÉ VIVE IL CAVALLUCCIO

GOMIS 5,5 Continua ad avere problemi nelle uscite alte e questa volta è la squadra a salvarlo: è importante che inizi a lavorare seriamente su questo aspetto. UN SOLO DIFETTO
PERICO 7,5 È una partita molto rischiosa per un giocatore come lui, che non ha più la gamba e il fiato dei bei tempi. Viene messo sotto pressione da Mammarella quando si sposta sul lato, ma è perfettamente supportato da Capelli. Solo che, cosa inedita, ricambia anche il favore: è lui a coprire per il bergamasco quando è in uscita. Infatti al 60′ capisce tutto e sventa l’azione più pericolosa di Di Cecco ed è doppiamente determinante. UOMO SOLO AL COMANDO
CAPELLI 7 Polemico come una conferenza stampa di Marino, ostico come lo erano i marcomanni per gli antichi romani, sicuro come un papa quando si sveglia alla mattina e indice un Giubileo: solo grandi certezze dal baluardo bianconero, che ha ancora qualcosa da farsi rimproverare in fase d’anticipo. Fondamentale al 45′ per salvare il vantaggio sulla linea: chissà se fosse stato convocato per la partita di piazza della libertà… SINDACO
CALDARA 5,5 Si addormenta ogni volta che l’arbitro fischia, come se fosse una sveglia al contrario: su Ferrari al 55′ è colpevolmente in ritardo. Forse è ora di pensare ad un avvicendamento con Lucchini per farlo rifiatare. SVAGATO
RENZETTI 7 Gioca con il mirino telescopico e sceglie perfettamente i suoi cross, mettendo sempre il pallone giusto in area ed esaltando gli inserimenti degli esterni opposti, aumentando la pericolosità latente di Djuric. In fase difensiva è in costante crescita, avendo riacquisito il senso della posizione, legato poi alle sue condizioni fisiche in grande miglioramento. MIG-31
SENSI 5 Troppi, troppi palloni persi quando basterebbe ragionare. Poco affiatato con Koné in avanti, si impunta per vie centrali quando in realtà la partita si sblocca dalle fasce: tra l’imbucata e l’appoggio sceglie sempre la prima opzione, ma non ha davanti gli interpreti migliori. E quando sono in posizione si fa ingolosire: soffre ancora il lento. SCELTE SBAGLIATE (Dal 69′ CASCIONE 6,5 Svolta la partita perché, più sicuro di Sensi, dà possibilità a Kessié di alzarsi e, nel contempo, dialogando con Koné permette a Ciano di trovare qualche spazio in più. IL TREDICESIMO UOMO)
KESSIÉ 6,5 Nei primi minuti sulle gambe, pagando sicuramente lo sforzo delle tre gare in una settimana, anche considerata la grandissima prestazione contro il Como. Si concentra quindi sulla fase difensiva – efficacissima – aspettando il momento giusto per la zampata. QUINTO FABIO MASSIMO
CIANO 6,5 Certe sue reazioni lasciano perplessi, esattamente come a Perugia, ma va detto che il ragazzo cerca in continuazione di poter fare la differenza con un colpo da maestro. E quando è sulle gambe, nella seconda metà della ripresa, l’ingresso di Cascione gli permette di fare il rifinitore, propiziando il secondo gol. VERSATILE
KONÉ 5,5 Parte che sembra uno schiacciasassi, con dieci minuti di puro spettacolo, grande classe e fisicità… ma alla lunga si perde per strada, diventando una sorta di doppione avanzato di Kessié, tanto che i due si scambiano pure durante la gara: dovrebbe tirar fuori occasioni, ma in realtà è solo un appoggio. Dove farlo giocare? MISTERO
RAGUSA 6,5 Gli basta un’occasione per cambiare la partita: sgroppata saltando tre uomini e invito a Renzetti, da cui piedi nascerà poi il gol del vantaggio bianconero. Non è la sua fascia prediletta, ma riesce comunque a far vedere del suo. OVUNQUE (Dal 62′ GARRITANO 6 Alza il baricentro e subito si propone, con una voglia di fare non sempre ben dosata. VOGLIOSO)
DJURIC 6 Non serve fare gol oggi: al bosniaco basta fare un passo – non sempre quello giusto – per spaventare la retroguardia del Lanciano e permettere agli esterni di avvicinarsi all’area. Continua a girarsi quando può, evitando di farsi portare via il pallone, piuttosto cercando la porta, o servendo con l’ultimo passaggio. CRESCERE (Dall’87′ SUCCI SV)
12182891_902390186476563_6673123750883265442_oDRAGO 6,5 Si parte dalla nota dolente: il posizionamento di Koné… ancora una volta l’avere a disposizione una caterva di interni da far convivere non gli permette di partire bene. Ma, come sempre, è in grado di sistemare la situazione e capisce perfettamente che l’avvicendamento Sensi-Cascione è la soluzione giusta. Perfettamente cosciente del patrimonio umano da gestire, perfettamente in grado di gestirlo, con la giusta umanità di chi può anche sbagliare. ALLENATORE COMPLETO
AC CESENA 8 L’avversario non è nulla di che, ma riesce comunque a prendere in mano la partita, sfruttando la stanchezza generale in alcune occasioni: la testa non molla. Non scatta la paura del colpo grosso, della responsabilità di essere lì davanti. Risultato tondo, senza sbandate. Questa volta non è lato B, non è casualità… La difesa e il centrocampo più forti della serie B – sulla carta –, una panchina lunga e competitiva e un allenatore con una mentalità vincente: il primo posto è meritato. SALUTATE LA CAPOLISTA

GOMIS 7,5 Puntuale sul primo palo respingendo la bordata di Ebagua, incolpevole sul gol, sontuoso sull’uscita bassa contro Bessa. Il Panterone ivoriano sta prenotando sabato dopo sabato un posto nella prossima serie A: la parata che lo certifica è quella sul numero di Ebagua al 76’… roba da leccarsi i baffi. Un appunto: sulle uscite alte ancora non ci siamo. DETERMINANTE E MIGLIORABILE
PERICO 6,5 Ci mette un po’ più degli altri a preparare l’azione. Ci mette un po’ più degli altri a seguire l’azione. Ci mette un po’ più degli altri a recuperare l’azione. Dove non arriva lui arrivano gli altri. Il team è al suo servizio esattamente come lui è al servizio del team: non serve altro per stare in serie B. CI STA (Dal 57′ DE COL 5,5 Non riesce a spingere come il compagno di reparto, ma gli manca anche l’appoggio degli interni. DA RECUPERARE)
CALDARA 6,5 Una garanzia che deve però imparare a crescere e che davanti ad un Ebagua al 100% potrebbe rischiare qualcosa. Quello che fa quando il pallone viaggia, ovvero intervenire con grande puntualità, deve imparare a replicarlo anche sulle palle inattive per essere già pronto per il salto. PERFETTIBILE
CAPELLI 6 Vuole essere il miglior difensore della B, ma qualche uscita per eccesso di entusiasmo costa caro in termini di equilibrio alla squadra, per tutto il secondo tempo sempre sbilanciata. Deve diventare il ‘Drago in campo’ sui calci piazzati: tocca a lui sistemare i suoi. SPERICOLATO
MAZZOTTA 7 Ovunque propone, senza paura, con senso del tempo manco fosse il miglior Toscanini: dove non arriva Garritano è lui a proporsi e proporre, perfetta sintesi dell’esterno di terza e quarta linea moderno. Tolte le ruggini della stanchezza grazie alla pausa ‘commissionatagli’ da Drago ha solo un mancamento, ma viene graziato. MAESTRO
CASCIONE 6,5 Quest’uomo ha capito cosa vuol dire essere un punto di riferimento per la squadra quando il vero talento non è lui. La sua partita è di rara intelligenza: si mette completamente al servizio di Sensi, raccogliendo i suoi scarichi, permettendogli di fare l’elastico e facendo il regista quando la squadra deve salire, raccogliendo dagli esterni. Colpevole sul gol subito, ma è il fiato che gli gioca bruttissimi scherzi: nella ripresa il suo calo corrisponde al calo di tutta la squadra. MATURO MA STANCO
SENSI 6,5 Nulla da dire sul primo tempo: con Cascione gregario riesce a convivere bene. Il calone del pariruolo automaticamente gli tarpa le ali e gli si blocca lo slot incantesimi, anche perché viene pian piano spostato sull’esterno dalla superiorità numerica sulla mediana trovata, troppo tardi, da Sabatini: qui serve il salto di qualità, quello per spaccar culi ai passeri anche in A, e pian piano lo sta compiendo. LEZIONI DI SOFFERENZA
KESSIÉ 7,5 Non lo ferma nemmeno l’arbitro quando fischia. Doveva essere un difensore centrale, ed è pure capace di fare l’esterno destro: dare un pallone a lui vuol dire essere sicuri che la squadra arriverà in area e che almeno due avversari saranno stesi a terra. Nella ripresa non ha più un pallone giocabile. AARON RODGERS
CIANO 8 È semplice: 80′ di lavoro oscuro, infame, legnaiolo, infangato. E, nel momento più difficile, una singola, imperiosa stoccata che chiude il match. È stato preso per essere il giocatore più determinante del Cesena in qualsiasi momento della partita. Rianimando di fatto la squadra. FATTORE
DJURIC 7 Controllo di sinistro a seguire. Giro lato forte eclissando l’avversario. Calcio al volo. Gol. Il bosniaco inoltre riesce a trasformare in palloni utili i passaggi che girano anche a mezza altezza. GRAZIE (Dall’80′ SUCCI 6 Entra in un momento fortemente critico per la squadra, ma non si lascia prendere dal panico e, anzi, riesce a mettere ordine, dettando i tempi nel gioco senza il pallone e disegnando linee che possono permettere a Ciano di tagliare. STRATEGICO)
GARRITANO 7,5 Incredibile la sua facilità nell’involarsi sulla fascia. Magistrale la sua abilità nel portare su il pallone e mettere la palla giusta sia come ultimo che come penultimo passaggio. E davanti alla porta sono più quelli che segna che quelli che sbaglia. Nel secondo tempo Drago lo preserva. KILLER (Dal 46′ st RAGUSA 6 Si abbassa drasticamente il baricentro della squadra con il suo ingresso in campo: un dato di fatto, ma non una colpa, perché il ragazzo è costante e propositivo nonostante sia chiaramente in debito di condizione: se ne avvantaggia Ciano. DA RECUPERARE)
(© CIB)DRAGO 6,5 Trova la quadra Cascione-Sensi: il primo deve lasciar sempre spazio al secondo. Nella ripresa, però, proprio quel gioco smette di funzionare e si creano sovrapposizioni errate. Il cambio Garritano-Ragusa toglie verve alla squadra, ma è un azzardo che paga: sa che si andrà a soffrire. Ma quei calci da fermo… LAVORO, LAVORO, LAVORO 
AC CESENA 6,5 Presi punto per punto ai ragazzi non si può imputare nulla, ma va valutata la difficoltà della gara: il Como non è uno squadrone e inizia a giocare solo nella ripresa, con diverse responsabilità del suo trainer. Insomma, mezzora di gap che poteva costar caro, ma nel talento dei singoli trova l’esaltazione del collettivo. “Talento dei singoli”… già, è proprio il Cesena: non stiamo sognando. RESISTENZA DI QUALITÀ

GOMIS 6 La gara scorre via relativamente tranquilla al netto di qualche intervento alto in mischia. Sul gol subito può davvero poco dato che il palo lo scombussola e gli fa perdere il tempo di gioco. Nel finale mostra un bel carattere sfidando la terna con i soliti giochetti per perdere tempo. PANTERONE
PERICO 6 Pioggia, sole, Arechi o Curi è sempre il solito Perico: mai in apnea e mai in totale evidenza. Si trova addosso la palla del possibile pareggio dopo il palo colpito da Garritano: il colpo di coscia finisce a lato. Nel secondo tempo Torrente prova a mandarlo ai matti presentandogli Gabionetta, ‘Lele’ non batte ciglio e l’unica volta che lo perde spende il fallo da giallo per evitare guai peggiori. TOYOTA HILUX
LUCCHINI 5,5 Mestiere, mestiere e ancora mestiere: in questa serie B nonostante anni e acciacchi riesce a dire ancora la sua. Con buona probabilità anche lui, come Succi, veniva da diversi giorni di digiuno data la golosità con cui si divora al 95’ la palla del 1-2: errore davvero macroscopico. PANCIA MIA FATTI CAPANNA
CALDARA 6,5 Ennesima conferma per il giovane centrale bergamasco. L’avvio di gara è titubante, Coda è avversario di mestiere e lo dimostra al 20’ quando porta Caldara a tanto così da fare la frittata. Cresce decisamente con il passare dei minuti e nel finale blinda il pareggio con diversi interventi decisivi. INDISPENSABILE
RENZETTI 5,5 Gli tocca fronteggiare una catena di sinistra composta da Lanzaro, Bovo e Gabionetta. Difficile avere clienti più antipatici. Resta a galla quasi sempre anche se in avanti oggi dei suoi cross non c’è traccia. Nell’azione che porta al gol avversario si perde Bovo. TRIENNALE WHERE ARE YOU? (Dal 77’ MAZZOTTA 6 Entra, numero di suola e punizione dalla trequarti. Tanta roba. Nel finale si trasforma in bombola d’ossigeno conquistando diverse punizioni in fase difensiva. CALABROPOWER)
KESSIE 6 Piu in ombra rispetto le recenti sfavillanti prestazioni. La quantità però non viene mai meno, nemmeno quando lo stendono con tacchettate altezza garretto. Lui si piega ma non si rompe. E Drago ringrazia. INOSSIDABILE
CASCIONE 5,5 Dopo la scorpacciata di cartellini e squalifiche delle giornate precedenti oggi la prima preoccupazione è sembrata quella di tenere a bada il termometro interno. A fine match neppure un cartellino giallo. Molto più compassato e scolastico rispetto Sensi finisce per essere stritolato fra i muscoli e i tacchetti salernitani. E di conseguenza arrivano gli errori. Drago dovrà decidere quale strada percorrere perché il ‘problema C’ si sta materializzando all’orizzonte. SCONFORTATO
KONÉ 6 Parte forte e al 10’ sul suo tiro dal limite rimane forte il dubbio che fosse rigore. Atleticamente mostruoso, in mezzo al campo rimane una sicurezza anche in mezzo al sabbione di Salerno. MASSEY FERGUSON (Dal 64’ SUCCI 5 Riesce nella difficilissima impresa di non centrare lo specchio dopo la perfetta punizione di Ciano che gli metta sulla testa la palla del pareggio. Passano le settimane ma di segnali incoraggianti neppure l’ombra. BRUTTO ANATROCCOLO)
GARRITANO 6,5 Avrebbe la possibilità di emulare le gesta di Cesena-Spezia. Questa volta però il palo gli dice no ed è un vero peccato data l’intensità e il ritmo che tiene durante la prima frazione. Il più costante durante l’arco del match e probabilmente anche il più fresco al livello di condizione. Non era scontato dato il ritiro ad intermittenza. Nella ripresa segue la crescita della squadra e la qualità nelle giocate non viene mai meno. CARBURATORE
RAGUSA 5 ‘Nino maravilla’ stecca sonoramente. Si presenta all’Arechi in qualità di più presente fra i suoi, ben 701 minuti giocati nelle otto giornate precedenti, e la sua partita rispecchia il dato alla perfezione. Sbaglia praticamente tutto, appoggi laterali compresi. Drago se ne accorge e lo richiama anzitempo. NEED A DAY OFF (Dal 52’ CIANO 7 I piazzati offensivi continuano ad essere il piatto forte della casa: un palo al 59’, calci d’angolo sempre insidiosi e un assist al bacio per Succi che spreca. La giornata è quella buona e si vede dato che il gol arriva di destro dopo una palla rubata passibile di gioco pericoloso.. Farlo entrare a partita in corso può essere davvero l’arma in più. PIEDINO FATATO
DJURIC 6 I locali lo fischiano mai lui continua a darle e a prenderle senza paura. Ariete versione pugile. Drago da settimane ribadisce che i compagni devono capire come servirlo: vero o no che sia quando gli si gira attorno con i tempi giusti le occasioni arrivano. Vedi assist per il gol di Ciano. Dopo gli allori casalinghi riemergono i soliti errori gratuiti in appoggio e in costruzione che ne minano la valutazione. WHY ALWAYS ME?

(© Gianmaria Zanotti)

(© Gianmaria Zanotti)

DRAGO 5,5 Nonostante il punto strappato in un campo storicamente difficile come quello di Salerno continua il mal di trasferta e continuano gli interrogativi sul cosa fare quando Sensi non c’è. Ancora una volta un primo tempo sterile e una ripresa in netta controtendenza, questione di carattere o di preparazione del match perfettibile? GIANO BIFRONTE
AC CESENA 6 Corazzata a motore diesel. La media punti rimane da promozione e i segnali positivi rimangono molteplici. Si appanna Ragusa e sale in cattedra Ciano. Fuori il ‘Mago’ Sensi e relativo genio il Cesena si arrangia con la forza del gruppo. Rosseti out per infortunio rilevato da un Djuric in crescita. Basterà questo o servirà un ulteriore cambio di passo? CI PENSEREMO