Posts contrassegnato dai tag ‘Tabanelli’

GOMIS 7,5 Miglior giocatore della prima parte di stagione bianconera, salvezza in diverse occasioni, scoperta preziosa quando ce n’è stato reale bisogno, un paio di uscite infelici con Lanciano e Pro Vercelli… due partite in un campionato da protagonista assoluto. IL MIGLIORE
AGLIARDI 6+ Come secondo portiere è una garanzia, come titolare ha ben figurato a inizio campionato ma a Torino ha ricordato l’ultimo uomo di Bologna, alternando grandi interventi ad errori marchiani. Determinante contro il Novara, si è fatto trovare pronto dopo l’infortunio di Gomis: tutto ciò che si potrebbe volere da un onesto gregario. PRONTO
MENEGATTI NG
PERICO 6,5 Alle prime prestazioni ci si chiede perché quest’uomo giochi ancora: poco fiato, poche idee, tanti errori. La svolta vera arriva a Perugia: in una partita complicatissima, da correre per 90′, finita in nove per un arbitraggio ridicolo, Perico regge senza mai cadere. Aiutato dai compagni di reparto, aiutato dagli esterni alti, regge. Da quel momento in poi inizia a giocare un po’ più arretrato, a fare meno percussioni in avanti, a coprire i compagni, diventando un terzino poco mobile ma dannatamente efficace in chiusura. Non era previsto quel ruolo nel modulo di Drago, ma è grazie anche a lui se il finale di stagione non sia stato un tracollo. BORN AGAIN
DE COL 5 Salta tutta la preparazione con la squadra, il che porta ad una difficile integrazione nell’ambiente: non che sia colpa sua, dato che arriva con l’ultimo treno di mercato, ma va comunque tenuto in conto. Non convince in nessuna delle sue prestazioni: da titolare fisso viene retrocesso a seconda scelta costante, principale fautore – indirettamente – dell’esplosione di Perico. Altro bocciato da Drago, ma non riammesso. AI MARGINI
CALDARA 7 Il più costante dei bianconeri, il più elegante difensore della serie B: talento per ordine, per capacità di lettura dell’azione, per tranquillità nell’intervento. Un solo difetto, che lo accomuna a Gomis: il gioco aereo, dove subisce troppo per un centrale così ben impostato. Non gli si possono attribuire colpe, ma solo ringraziamenti per il buon gioco portato e i compensi per la sua valorizzazione… pur essendo nettamente il migliore del suo reparto ha sempre dimostrato grandissima umiltà in campo e fuori. LORD BYRON
CAPELLI 6 L’unico fra gli uomini di Drago in grado di dettare la linea quando è in campo: insomma, la fascia è bene che stia al suo braccio, nonostante alcuni limiti dovuti ad una fase sportiva in chiara discesa. Si conferma di medio livello per la serie B nonostante la Caldara-dipendenza evidenziata in più occasioni, con una lentezza sul primo passo che si era manifestata anche sul finale della scorsa stagione. CHIOCCIA
LUCCHINI 5+ Dopo Torino qualcosa si è rotto, ma pian piano è entrato in un ordine di idee che deve giocoforza trasformarsi in una chioccia non solo per il reparto difensivo, ma per tutta la squadra. A gennaio inizierà il corso da allenatore Uefa B, segno che la volontà di ammettere l’arrivo della maturità sportiva c’è: al di là delle prestazioni in campo, purtroppo raramente da far la differenza, è importantissimo che da giocatori come lui passi il salto di qualità nello spogliatoio e negli atteggiamenti. VENGA IL TUO REGNO
MAGNUSSON 5,5 Sin dalle prime battute si è capito che questo non fosse né il suo tempo, né il suo spazio: Cesena non fitta più all’islandese, ma è una questione di impostazione di gioco, non di altro. Certo, lui è sembrato molto più appannato della passata stagione dove, senza troppi giri di parole, è uno dei due o tre ad esseri salvato. Certo, lui è arrivato praticamente a fine preparazione e questo può avere inciso. Lui si sarebbe aspettato altro dopo un anno di serie A, quindi la demotivazione può aver giocato un brutto scherzo, ma non è stato il centrale più adatto per questa difesa. FOREIGN FIGHTER
RENZETTI 6,5 Prima giornata… Renzetti poteva anche essere uno dei partenti che non sarebbe cambiato nulla. Poi ha iniziato a guadagnar campo, a farsi trovar pronto, in forza di un Mazzotta comunque strepitoso nei primi mesi, mostrando crescita continua, segno che i problemi fisici del passato avevano finito di tormentarlo, cancellando di fatto un anno e mezzo di carriera. Si getta alle spalle tutto sfoderando un paio di grandissime partite, da mattatore assoluto in avanti e indietro: poi cala come tutto il resto della batteria esterni a disposizione di Drago, ma non per tutti i 90′, tirando fuori comunque colpi importanti. BENTORNATO
MAZZOTTA 6- Partito a bomba, poi infortunato, poi sparito. Seguendo la chiave di lettura dell’incomunicabilità tra giocatori-settore sanitario-settore tecnico, anche lui è finito nel limbo di chi era partito come uomo di Drago per poi non averlo completamente convinto. Va detto che per il secondo anno pare non essersi riuscito ad integrare perfettamente nel sistema-Cesena, ma dargli un’insufficienza pare impossibile: però qualcosa non ha funzionato e lui del resto era partito nell’undici titolare, quindi qualcosa deve aver combinato. SMARRITO
MOLINA 5 Voleva disperatamente diventare terzino destro: il Cesena ha puntato su questa scommessa e Drago si è messo in gioco in toto. Tutta la preparazione l’ha fatta in quel ruolo, poi debutta esterno sinistro… Che sia un’annata balorda per lui lo si vede anche da questo indicatore. Entra nelle rotazioni a destra più per mancanza di alternative che per altri motivi. UN TEOREMA CHE PARTE CON IPOTESI SBAGLIATE È UN TEOREMA SBAGLIATO
VALZANIA 6 Parte titolare, poi viene messo nel dimenticatoio da Drago dopo l’infortunio, preferendogli quasi sistematicamente Tabanelli nei momenti di emergenza. Eppure nella disfatta di Torino è l’unico ad avere il passo da categoria, nonostante allenamenti discontinui: per lui sicuramente mezza stagione persa in un’età dove servirebbe solo gioco per il continuo miglioramento. Separazione scontata in fase di mercato, ma ci rimettono i bianconeri: lui ha solo da guadagnare. QUESTIONE DI SCELTE
VARANO NG
RAGUSA 6,5 Finale di stagione da buttare: spompato, massacrato dagli avversari, poco lucido sotto porta, incapace di recupero. Poi si guardi semplicemente a chi ha fatto la differenza per il resto della stagione e alla casella gol fatti e minuti giocati il ragazzo domina. Dovrebbe fare ancora di più, ma non è uno di quei giocatori che siano stati perfettamente inquadrati e messi nelle condizioni migliori di giocare dal tecnico, che pure lo considera imprescindibile. Più volte abbiamo fatto presente che con questi ritmi si sarebbe bruciato a fine girone e così è successo: lui merita riposo, non pungolo. A quello ci si penserà quando si riprenderà a macinare. DETERMINANTE
SENSI 7- Il ‘Mago’ di Urbania, scacciato fino alla fine dell’era Bisoli perché svogliato e appoggiato a San Marino, rischiando pure di perderlo, sta dimostrando di essere uno dei più forti calciatori mai passati a Cesena. Non si può far finta, comunque, che sia prodotto del vivaio, cresciuto in area riminese e portato a Cesena già in età avanzata da Galassi ai tempi della presidenza Campedelli: è stata un’operazione di mercato geniale e deve far scuola per quello. In campo è l’unico, ad oggi, ad essere in grado di impostare gioco, sia in ripartenza che in verticale lento: naturalmente ha bisogno di sponde e di gente che faccia della legna per lui, nonostante sia cresciuto tantissimo in fase di contenimento, sfruttando la sua velocità e la sua capacità istintiva di cogliere il tempo giusto. Tuttavia manca una cosa importantissima, che potrà maturare solo con la continua esperienza: l’essere faro anche e soprattutto quando la nave affonda. CAPITAN FUTURO
CASCIONE 5,5 Non corre… corresse, magari, ma non ce la fa più. E se non corri, con le fasce che ti ritrovi al fianco, fai poco. Poi si può far finta di vedere o non vedere i suoi limiti in regia in questa stagione, ma bisogna attenersi ai fatti. I fatti dicono che non si è riuscito ad integrare con Sensi e che, da solo, non è riuscito a dare un’identità alla squadra: nel 4-2-3-1 tuttavia ha avuto occasione di fare anche bene con il ‘Mago’ di Urbania, quindi non è che tutto sia veramente perduto. Sembra aver retto bene il momento no del suo rapporto con la maglia, tradizionalmente da un mese e mezzo prima della fase di mercato, ma bisognerà vedere dove lo porterà il calcio: ad oggi è una riserva di Sensi. LENTO
KONE 5+ Altra grande delusione, considerato il suo curriculum e l’età: ci si aspettava tanto, troppo da lui, andando poi a far reparto con un suo compagno storico di Pescara, in un modulo identico, con quello che viene definito da tutti il “nuovo Verratti”… invece proprio la contemporanea presenza di lui e Cascione con Sensi ha segnato la prima grande involuzione del gioco bianconero. In crescita in finale d’anno, utilizzato più da incursore, ma siamo ancora lontani da quelle che erano le sue potenzialità. SENZA ACCENTO
TABANELLI 6 A fine anno si giudicano due mezze stagioni, non la prestazione nella singola partita… una storia, insomma. Una storia che ci racconta di un figlio di Romagna che sta cercando di ritornare a fare quello che ha sempre sognato, ma che per una fragilità radicata nel profondo, per molto tempo durante una stagione non riesce a fare. In questo momento forse non è nemmeno da categoria – di sicuro non sui 90′ –, ma è anche vero che certe favole devono ancora essere scritte. TANTO TEMPO FA, IN UNA ROMAGNA LONTANA LONTANA… 
KESSIÉ 7 Il compagno naturale di Sensi in reparto, una forza della natura, tipo Juggernaut della Confraternita Dei Mutanti Malvagi – che tra l’altro nel film X-Men: Last Stand è stato interpretato da Vinnie Jones, uno della Crazy Gang del Wimbledon l’anno della FA Cup –, che sembrava impossibile da arrestare. Invece anche lui si è dovuto arrendere a qualche acciacco e ha dovuto riprendersi in maniera molto, molto lenta, perdendosi metà della stagione ma risultando comunque uno dei più attivi e presenti nelle ultime gare. Ripartire da lui per questo 2016 sarà imprescindibile, anche se ovviamente gli manca ancora una certa educazione calcistica in chiave tattica senza il possesso del pallone. FENOMENO
IMPROTA NG
CIANO 5 Preso per fare la differenza, invano: il goleador da 17 reti col Crotone di Drago ha bollato appena 3 volte in questa stagione, trasformandosi però in assistman con già 4 servizi in sole 11 gare giocate. Una metamorfosi che, però, non ha portato quanto sperato, anche ricordando le fasi tribolate di mercato per portarlo a Cesena. Per lui doveva essere la consacrazione definitiva per iniziare a guardare verso la serie A, ma per ora è fermo al palo e allo strapotere tecnico: a lui la decisione su cosa voler fare da grande. IMPALATO
GARRITANO 6+ Confusionario, letale in accelerazione, volitivo… Garritano costa 75mila euro di riscatto dall’Inter e diventa il simbolo del primo Cesena, il bel Cesena, il Cesena dei giovani, prendendo palla e buttandola dentro o in mezzo senza tema d’esser fermato. Ci pensa la sorte, ci pensano i risultati altalenanti che spengono gli entusiasmi, ci pensa anche lui che non riesce a rimettersi ai livelli di inizio campionato: considerato che anche lui non avrebbe dovuto fare la differenza, in realtà è tanta roba. TURBOLENTO
DALMONTE NG
DJURIC 7 In serie A era qualcosa di impensabile, una zavorra nonostante un’indubbia efficacia di base, pur dispendiosa. Doveva essere il sacrificato in fase di mercato, poi la partenza di Rodríguez e lo scarso appeal in fase di mercato lo hanno graziato: l’infortunio di Rosseti e, non neghiamolo, la risposta al di sotto delle aspettative dello juventino ne han fatto salire le quotazioni. In Nazionale è sbocciato e ha iniziato a segnare gol anche di piede, tenendo il passo con molti difensori e riuscendo anche a girarsi e calciare , non solo a fare il ganganone che la spizza di testa. La serie B è indubbiamente cosa sua, almeno nel gioco bianconero: questo non era scontato, questo è forse il piccolo gioiello della prima parte di stagione. PRIMA PUNTA
MONCINI SV Non è giocatore da categoria, semplicemente: metterlo in campo è stata una bella palestra, ma un’occasione che non poteva sfruttare per manifesta impreparazione. Ora si riparte quasi certamente dalla Lega Pro: vedremo se smentirà le impressioni, ovvero che dalla Primavera ai pro il salto per lui sia stato troppo, troppo alto. ANNOZERO
ROSSETI 5,5 Una sola rete per una prima punta titolare in undici partite giocate: può essere un’arma tattica e il giocatore più adatto per il modulo di Drago, ma il risultato è che gioca titolare Djuric, uno che ad inizio anno non doveva nemmeno essere qui. Non sono arrivati molti palloni, ma il fatto rimane: l’impresa, titanica probabilmente, ad oggi lo ha schiacciato. SCHIENATO
SUCCI SV Non si può valutare un pezzo di storia del Cesena simile: è lui ora a dover giudicare se stesso e a trarne le conseguenti scelte. In ogni caso ha fatto molto di più di quello che ci ricordiamo. COMUNQUE NELLA STORIA
12033113_180779508926419_7096443013799746942_n DRAGO 6- Doveva portare un atteggiamento di gioco che producesse gol a ripetizione: settimo attacco del campionato, quarta per differenza reti. Considerato che non gli è stata presa una prima punta – come già capitato in passato – e che diversi giocatori non sono stati a disposizione, rimane una gestione dello spogliatoio e una comunicazione pubblica correlata che sono necessariamente da reimpostare, perché l’idea che la squadra si sia scollata è passata. È stato lasciato anche troppo solo come debuttante fuori dal suo ambiente, e probabilmente ha fatto quello che poteva con quello che poteva. Tecnicamente gli si possono imputare le problematiche con gli interni di centrocampo e un’incapacità di cambiare in corso d’opera la squadra che è montata con il passare del tempo e il calo delle prestazioni, per tacere della differenza tra approccio casalingo e approccio in trasferta. Ora sta a lui capire come fare: ha tempo, e ha modo. CHE LA PAUSA SIA CON TE
SETTORE TECNICO 7- La squadra è stata costruita bene, con pochi soldi, puntando su top class di categoria e sulle valorizzazioni di giovani talenti. I giocatori di proprietà hanno risposto parzialmente – vedi Ciano, Mazzotta e Ragusa –, probabilmente il centrocampo ha collezionato troppi interni, Rosseti non è riuscito a diventare il fattore determinante che si auspicava. In fase entrata-uscita, costretto ad operazioni come quelle di Valzania-Gasperoni con l’Atalanta e Rodríguez con la Sampdoria, porta a casa il possibile. Ora sarà fondamentale la gestione del mercato invernale, non tanto in chiave rafforzamento, quanto in ottica valorizzazione del lavoro di Massimo Drago, fino ad ora difeso ma forse non con l’intensità che ci si aspettava.  NOZZE COI FICHI SECCHI (O QUASI)
SETTORE DIRIGENZIALE NG Non sono ancora pubblici i bilanci a giugno 2015, quindi qualsiasi valutazione sull’operato stagionale tout court di Cesena & Co. e AC Cesena spa è da rimandare. NON GIUDICABILE
AC CESENA 6 La squadra è lì, in zona playoff, dove doveva essere. Il trend è negativo, l’umore è sotto le scarpe e, soprattutto, il Perugia ha una gara in meno, ma di riffa o di raffa l’obiettivo di inizio anno è mantenuto. Troppe cose non funzionano e troppe alchimie si sono perse per strada, quando sulla carta le prime tre-quattro posizioni dovevano essere l’ambiente naturale… e fino a che il pallone girava era giusto scrivere ciò che si vedeva… ora è invece il momento di fare quadrato e di dire che sì, è andata al di sotto delle aspettative, ma solo perché da questa squadra e da questo settore tecnico ci si aspetta sempre il meglio. E ci si aspetta anche che emerga un leader nello spogliatoio: Perico deve mettere su cattiveria, Capelli deve ancora calarsi nella parte, a Lucchini si chiede un grande sacrificio personale, per Renzetti è una questione di carta d’identità… i nomi sono questi, e basterebbe un fronte comune con l’allenatore per rimettere ordine nel sogno. SCOMMESSA ANCORA APERTA 
11234815_210321335972236_5807977417694650104_nVEDOBIANCO|VEDONERO ? Questa è una pagella che spetta a voi, amiche e amici: noi intanto iniziamo a sbocciare. BUONA FINE E BUON INIZIO
11836656_142875659383471_576466490274308952_n

ph. 1 Francesco Di Leonforte
ph. 2 Michele Lugaresi

© Redazione vedoBIANCO|vedoNERO; Gian Piero Travini

Cesena-Avellino
AGLIARDI 6 Sull’intera partita Alterna grandissimi interventi a mezze boiate come sul finale, ma evita comunque un passivo più pesante su Castaldo in avvio ripresa. C’È
PERICO 6 Se sapesse crossare sarebbe il giocatore più determinante del campionato bianconero: di certo non gli si può chiedere anche questo. In mezzo al patatrac ci finisce pure lui, primo fra tutti, ma si mantiene costante e strappa la sufficienza. SFORTUNATO
CALDARA 6 Particolarmente attento spezzando la manovra non irresistibile dell’Avellino in costante anticipo, coperto da Cascione. Poi entra Insigne e il castello crolla completamente: lui pure ne rimane vittima tra le macerie fumanti, anche se meno colpevole di altri. CADUTO
MAGNUSSON 5 È già in affanno con Castaldo e Trotta che vanno in percussione continua su di lui, esplode come un geyser delle sue parti quando ci si mette pure Insigne. Continua a non essere la tipologia di difensore adatto al gioco di Drago, ma probabilmente sarà l’ultima partita in bianconero per lui. PARTITO MALE, FINITO UGUALE
RENZETTI 6,5 Suo l’assist, suoi i pericoli, sue le corse: è il Cesena vivo che lotta assieme a noi, ma non è in grande compagnia. Anche lui inizia a soffrire di cali atletici nella ripresa e rischia grosso con un paio di interventi, portando però la pagnotta a casa e mettendoci del positivo. INTERVENTISTA
KESSIÉ 6,5 Anche quando tutto crolla questo è l’unico che abbia qualcosa da mettere sul piatto a livello di intuizione o proposizione. Maldestro, non al meglio, ma attivo e imprevedibile: tutto quello che non è il Cesena di oggi. FOLLE
CASCIONE 5,5 Non imposta gioco dal basso e non riesce a fare nemmeno il giusto filtro davanti la difesa, ormai l’unico ruolo dove può essere impiegato: ulteriore riprova del suo giusto ruolo di vice-Sensi, nonostante a schemi saltati sia obiettivamente l’unico in grado di mettere ordine. Tuttavia non è in grado di farsi carico della squadra, problematico per una formazione in cerca disperata di un leader. UNO TRA TANTI
KONE 6 Accoppiato a Cascione sembra perfettamente a suo agio, libero di svariare e far regia alta soprattutto quando si allarga. Dal cartellino giallo in poi inizia a perdere mordente in fase di contenimento, malgrado muova il pallone sempre con grande intelligenza. EQUILIBRATO  (Dal 77′ MONCINI 5,5 Ingeneroso inserirlo sempre in condizioni disperate, ma anche lui continua a voler sorprendere con colpi da campione che non ha con velocità come quelle della B. FUMOSO)
RAGUSA 4,5 Ha lui le azioni più ghiotte ma non riesce a sfruttarle, e non è un caso: alleggerito sulla fascia, ha la possibilità di fare inserimenti con e senza palla e di diventare un fattore di pericolo non indifferente. Gli manca però il colpo due volte, rallenta la corsa nel secondo tempo e nonostante l’impegno complica notevolmente il lavoro della retroguardia bianconera, sfilacciando le linee. E, nonostante il fiatone, è lui ad essere cercato in continuazione: palloni sprecati perché non ci arriva più e, servito, pecca di scarsa lucidità, sbagliando ogni appoggio. STANCO
DJURIC 7 Torna e manda in panchina Rosseti: per uno che non avrebbe dovuto nemmeno toccar campo in questa stagione vuol dire già partire con mezzo voto in più. Raccoglie quanti più falli possibile e colpisce bene di sinistro, pulito e perentorio e nella ripresa ha pure l’occasione di chiudere la partita, lisciandola colpevolmente. Tuttavia fa reparto da solo e, come altre volte, il fatto che questo succeda è di sé preoccupante. PUNTONA (Dal 66′ TABANELLI 5 Quasi utile in raddoppio, irritante in pressing alto e in fase di tiro: dovrebbe portare equilibrio, ma in realtà fa solo peggio perché è l’uomo sbagliato al momento sbagliato, il più delle volte nello sport sbagliato. Ogni volta che avanza qualcuno deve stargli dietro per evitare ripartenze dopo palla persa. IL CAMBIO CHE NESSUNO AVREBBE MAI VOLUTO VEDERE)
GARRITANO 5,5 Rompe il gioco per tutto il primo tempo sulla trequarti, improvvisandosi disturbatore quando Bastien deve muoversi da lontano, e riesce a girare un paio di buoni palloni in avanti, ma quando l’inerzia cambia e l’Avellino decide di ricominciare a giocare a calcio è il primo ad essere sacrificato per allungare la squadra. La mossa non paga. POCO MA BUONO (Dal 56′ ROSSETI 6 Per dieci minuti sembrerebbe quasi che possa integrarsi con Djuric, facendo finta che anche Cesena si possa giocare con due punte… intanto però ci passa un gol e un cambio bizzarro. E inevitabilmente la bocciatura di inizio gara potrebbe influire sulle sue prossime prestazioni. BASTONATO)
DragoCesenaAvellinoDRAGO 4,5 Basta Insigne in mezzo alle linee per non fargli capire più nulla. Invece che pensare a chi vorrebbe o non vorrebbe esserci nel 2016, fratturando ancora di più lo spogliatoio, dovrebbe riflettere sulla qualità della sua prima parte di stagione in bianconero. MENO CHIACCHIERE ALLA VIGILIA
AC CESENA 5,5 Una squadra che si rivitalizza con una prima punta di ruolo ma che oltre a quello non ha altro se manca il suo regista è una squadra che rischia di non raggiungere gli obiettivi prestabiliti. Ancora inguardabili sui calci da fermo. INCOMPLETI

Senza titolo-1In questi giorni un noto intellettuale romagnolo si è interrogato sulla gravità o meno della bestemmia in romagnolo, subito dopo aver raccontato quali sono le dieci parole in romagnolo che il mondo ci invidia. Non citando la decima, in virtù della sua percezione di fede religiosa.
Bene. La decima parola è “diobò”. Con l’aiuto di un caro amico e maestro – pisano adottato dalla Romagna lui, cesenate figlio di bolognesi io – l’ho applicata alla fede di una città intera, con buona pace di Paolo Gambi.
Ecco, pura e semplice, nel giorno di una delle nascite dei figlioli onnipotenti – la seconda cade ogni 1 gennaio, sempre sia lodato Emiliano Salvetti –, la nostra fenomenologia del “diobò”. E se volete, abbiamo anche la versione in dialetto…

Diobò cosa ha preso Gomis | AMMIRATO
Perico, diobò, torna ogni tanto | RIMPROVERO
Dai questa palla Molina, diobò! | ESORTATIVO
Diobò: Kessié non si tiene | ORGOGLIOSO
Diobò, Foschi… te e Rodríguez! | ARRABBIATO
Bravo, diobò! [anticipo di Caldara] | PERENTORIO
Deeeeeeeeeobòòòòò! [qualsiasi cosa faccia Sensi] | SCONVOLTO
Tabanelli, diobò, non sei fatto per correre… corri perché non sai di farlo! | SAPIENTE
Diiiiiiiiobò [palo clamoroso di Garritano] | SFORTUNATO
Ma diobò Moncini… ma ci vuole tanto a fare l’uno due? | INSEGNANTE
Trasferta? Uno fisso… diobò | RASSEGNATO
Diobò se rimette Kone lo affogo nella Fontana Masini | MINACCIOSO
Arbitro, devi morire, diobò | RAFFORZATIVO
DIOBÒ! [Succi sbaglia la 276esima rete consecutiva] | ROMAGNOLO IGP
Lucchini… diobòòòòò… | SCONSOLATO
Ciano. Improta. Ragusa. Djuric. Rosseti. Valzania. Dalmonte. Gli infortuni. Diobò | ELENCATIVO
Ma Mazzotta?! Diobò! | MERAVIGLIATO
Dai burdél, diobò | ESORTATIVO
Diobò, pensa se Cascione corresse… | SOGNANTE
Diobò, ma quanto siete belli?! [guardando la Curva] | INNAMORATO
Dì ma… te lo ricordi Schachner? Diobò, quelle eran le punte… | NOSTALGICO
Ma diobò, maaaaaaa De Col? | INTERROGATIVO
Diobò Lugaresi con ’sto debito… | STRESSATO

Per i compleanni noi si scherza… anche per quelli dei figlioli onnipotenti: le bestemmie vere le lasciamo in ambiti più qualificati, come i consigli comunale.
E da noi di vedoBIANCO|vedoNERO il più sincero Buon Natale.
Diobò | NATALIZIO

Ah, infine, per rispondere a Paolo Gambi… no, il “diobò” non è un peccato grave: il peccato grave è che non ci sia più Marco Simoncelli per pronunciarlo.
Diobò, ci avevo gli occhi che mi uscivano dal casco | SIMONCELLIANO
diobò© Gian Piero Travini
℗ Emanuele Conti

GOMIS 6,5 Batte Gonzalez, batte Corazza, ma non ha l’armatura e a un certo punto decide di far tremare un po’ pubblico accorso a Novara e compagni facendosi male e infrangendo così il solito valzer di cambi prestabiliti da Drago: fino ad allora è roba da assicurare al Lloyd’s, uscite a alte a parte. SPERIAMO NON SIA GRAVE (30′ AGLIARDI 6,5 Entra, blocca Galabinov. Fine. DETERMINANTE)
PERICO 8 Questo signore ha fatto anche il lavoro del centrale: è forse la prima gara dove è lui a dover aiutare tutti i suoi compagni e non viceversa… addirittura si dimostra più attivo di Molina in avanti. Probabilmente gli ho dato mezzo punto in meno nella scorsa gara, probabilmente gli ho dato mezzo punto in più oggi: ma se mi sorprende lui, allora è ovvio che nemmeno io debba essere da meno. PACCO REGALO CHE JE MANCA SOLO ER FIOCCO
CALDARA 6 Insomma… Evacuo lo mette un paio di volte in crisi, Magnusson lo manda un po’ su di giri, e si pascola in area che è una bellezza quest’oggi, soprattutto per vie aeree, ma l’ansia da trasferta non gli fa piegare il ginocchio e quindi siamo già di buon passo per il finale d’anno contro l’Avellino per terminare un 2015 in bianconero come giocatore più costante. SERIO
MAGNUSSON 6 Non riesce mai ad essere in anticipo, trema e vacilla in più occasioni: la più clamorosa è quella con Galabinov, che costringe la retroguardia agli straordinari. ‘Polaretto’ è ancora un troppo pinguino per questo Cesena, ma viene aiutato: se non fosse inverno rischierebbe di sciogliersi… invece fa freddo e dura di più, tanto da diventare fondamentale negli ultimi minuti di assalto del Novara, sporcando ogni pallone. DOLFIN
MOLINA 6 Non riesce ancora a produrre gioco offensivo, ed è un problema non da poco per come viene utilizzato. Se invece si ritornasse all’antica idea di farlo giocare terzino destro probabilmente non sarebbe nemmeno follia. Anzi, nel centrocampo a cinque quella è la sua fase, anche perché nel finale va a chiudere in un paio di occasioni con grande efficacia: in una partita dove si devono limitare i danni, è utile… ma siamo lontani dai livelli che ci si potevano aspettare da lui. TERZINO II
KESSIÉ 6,5  Lentamente sta tornando. Un guizzo. Un taglio. Un filtrante che non ti aspetti. Una serpentina. Una corsa. Un quasi-assist. Forse ci siamo. Forse. Ci. Siamo. O risiamo. BACK IN BLACK? (82′ TABANELLI 6 Manco il segnalatore dei cambi vorrebbe farlo entrare: sufficienza per solidarietà. -_-)
SENSI 6 Nel primo tempo sembra potersi integrare con Cascione, con una fase di regia all’altezza e risoluta, che riesce a mettere nelle condizioni Ragusa, unico terminale offensivo efficace, di presentarsi davanti a Da Costa con buoni palloni. Poi i due iniziano a sfilacciarsi, a pestarsi i piedi in fase di impostazione del gioco e, indubbiamente, chi mette più in crisi il Cesena è il ‘Mago’ perdendo un paio di palloni abominevoli in mediana: molto è dipeso anche dalla costante crescita di Kessié, che si sta scrollando di dosso parecchio appannamento. IL FATTORE ‘CASCIONE’
CASCIONE 6 Vale lo stesso discorso per Sensi: nel primo tempo il gioco funziona, nel secondo sono danni, perché il pescarese non ha il passo per impostare gioco e non ha nemmeno il ritmo per imporsi per 90’… Certo è che in un centrocampo a cinque le cose potrebbero anche funzionare: vedremo sabato quando tornerà da solo a guidare il centrocampo bianconero. Hanno giocato insieme dal primo minuto per sei volte: questa è la seconda, dopo Cesena-Como, dove per almeno un tempo riescono ad avere intesa… e tutte  IL FATTORE ‘SENSI’
RENZETTI 6 Un cross che potrebbe regalare a Ragusa l’acuto alla mezzora, poi c’è solo da correre avanti e indietro pensando più a difendersi che a buttarla in mezzo all’area: inizia ad accusare stanchezza come chi gli sta davanti: la fascia bianconera è più faticosa di Gianna Michaels appena sveglia. LUCI ROSSE
ROSSETI 5,5 In forte difficoltà con la modalità a due punte, chiaramente poco abituato nel gestirsi con il dualismo con Ragusa, ha la funzione tattica di non perdere palloni, ma dovrebbe anche provare a gestire, non solo a scaricare. Più che un passo indietro rispetto a sabato, una nuova sfida per crescere. SORPRESO
RAGUSA 6,5 Il ragazzo non la butta dentro ma è parecchio pimpante… se poi avesse qualcuno con cui dialogare e entrare in area senza bisogno dei palloni dalle fasce non sarebbe male: Drago ne faccia tesoro perché potrebbe essere una piccola svolta nel campionato del calciatore e del Cesena stesso. ECCOLO (GARRITANO 6 Sprinta e ci prova, ma ancora la stoccata vincente non arriva, anche se ci va davvero, davvero vicino: presto sarà pronto per fare tutti e 90′ i minuti di gara. ALTRO RITORNO)

DRAGO 6 D’Altronde non poteva che provare le due punte proprio poco prima della nascita di Gesù: intanto il sindaco Lucchi si prepara già a diramare gli allarmi neve in città… Con il sorriso sulle labbra, perché per parlare di crisi passata bisogna attendere la sfida interna con l’Avellino: ma questo è certamente un segnale più forte del 4-0 di sabato scorso. MIRCO B.
AC CESENA 6,5 Pareggio a Novara contro la squadra più in forma del campionato che vale più di un abbonamento a PornHub regalato al fratellino nerd in‘scaglia’ ormonale per Natale. Nel secondo tempo involuzione terrorizzata e terrorizzante sotto il profilo propositivo, ma almeno si termina a reti inviolate con attenzione e nemmeno troppo affanno. Insomma, per i bianconeri sarà un… BUON NATALE

Ciao, Vittorio

© Gian Piero Travini

GOMIS 8 Alfredo è un maestro che salva sempre la situazione, come su Avenatti e su Falletti: è lui a chiudere il match nel primo tempo, non è la rete di Kessié nella ripresa. Nel momento più difficile della stagione bianconera, con un risultato che potrebbe sgretolarsi e far cadere tutte le illusioni, compie qualcosa che ha del miracoloso. MONUMENTALE
PERICO 6 Ha talmente voglia di far gol che anche quando sciabatta cerca di dare la colpa a chi gliela devia, solo che oggi siamo in fase “vai col liscio”, ma solo in fase offensiva. Davanti perde occasioni, dietro commette qualche leggerezza, soprattutto nella ripresa, quando non ha l’esterno in continuo appoggio: se la cava comunque, con l’aiuto di Caldara. TRANQUILLO
CALDARA 6,5 La differenza con Magnusson è talmente marcata che sembra che giochino per due squadre diverse. Incespica nella ripresa quando deve far da balia alle percussioni lato Perico, si irrigidisce, poi esplode timbrato il cartellino di un 4-0 che non c’entra nulla con la realtà di giornata. Chiude bene in almeno due occasioni dentro l’area, confermandosi il difensore più forte del Cesena a prescindere dal compagno di ruolo. INCROLLABILE
MAGNUSSON 5 Fornisce l’assist vincente a Rosseti… ed è vero: ai tempi della Primavera juventina era capace di impostar gioco in regia arretrata, quindi sono colpi che può avere in canna. Tuttavia persistono grandi problemi in fase di disimpegno sotto pressione, quando si dovrebbero fare le cose a memoria: all’islandese quest’anno mancano tutti gli automatismi che la passata stagione lo hanno reso protagonista in positivo.  MACCHINOSO
RENZETTI 6,5 Fa un paio di tagli sulle centrali fondamentali per evitare che Gomis debba ripetere eventuali miracoli, ma è anche molto aiutato dalla partita oscura eppure fondamentale di Ragusa, che difende sempre il campo e gli permette di fare il terzo guastatore in area. SMINATORE
TABANELLI 5 Operaio, ma nulla di più: preziosissimo nel limitare i danni quando la squadra barcolla, zavorra quando ci sarebbe da spingere e da creare in velocità. Gli manca proprio la capacità di funzionare in una situazione di trattamento palla a terra rapida, smentendo chi si ostina a definirlo calciatore tecnico, perdendo palla regolarmente facendosi recuperare. IMMOBILE (L’AGGETTIVO) (Dal 62′ KESSIÉ 7 Entra lui e anche Kone va alla battuta dentro l’area: ecco cosa succede quando gli esterni corrono come il resto della squadra. E non è che faccia LA partita… semplicemente è in grado di giocare al calcio e lo dimostra: appena ha il pallone tra i piedi, dopo essersi posizionato al posto giusto, colpisce. Cambia la partita e si risveglia dopo un fin troppo lungo letargo ristoratore. LETALE)
SENSI 7 Non perde un pallone in 90′, subisce un totale di falli che sfiora la doppia cifra, segna su punizione, non sbaglia nemmeno un passaggio, si fa contrastare solo una volta da Coppola, ma obiettivamente sarebbe come non pagare il pizzo in certe ridenti località della Penisola dove si è gentilmente invitati a contribuire al malaffare. Il ‘Mago’ di Urbania è senza limiti e, come tale, non va limitato. PERFETTO
KONE 6 Un paio di belle progressioni, un appoggio forse non del tutto voluto a Kessié per il raddoppio, qualche buon pallone distribuito: è ancora presto per capire se abbia o no trovato la sua identità in squadra, ma di certo senza Cascione è un altro giocatore. Gli manca ancora il colpo di biliardo per far gonfiare la rete e un po’ di reattività. MEGLIO (Dall’81′ VALZANIA SV)
MOLINA 5 Doveva essere il factotum efficientissimo del mister, ma si sta rivelando la più grossa delusione del campionato bianconero, nonché uno dei problemi tattici più complessi da risolvere per Drago, che non sembra averlo ancora messo nelle condizioni reali per diventare pericoloso. Un po’ meglio di Tabanelli in fase di impostazione, ma perde colpi quando si tratta di far contenimento, tanto che soffre anche l’inversione di fascia con Ragusa. BOLSO (Dal 57′ GARRITANO 6,5 Mette pepe anche senza riuscire a bollare, evidenziando comunque la limitatezza delle opzioni a disposizione del suo allenatore. Con Kessié ribalta offensivamente la partita, appoggiandosi unicamente alla sua rapidità, vera chiave di volta dei bianconeri. SCHEGGIA)
ROSSETI 7 Al 70′ ferma una ripartenza nella sua trequarti campo… già, non in quella avversaria, ma nella sua. Vuol dire che ha voglia di sbattersi, vuol dire che ha fame di diventare un gran calciatore, vuol dire che anche se non ha il gol in canna è necessario puntare senza ripensamenti su di lui. Che poi se si mette pure a segnare: fortunosa la situazione, ma movimento perfetto per tenere il pallone e scaricarlo da vera punta mobile. IL RISVEGLIO DELLA PUNTA
RAGUSA 7,5 Mai visto correre tanto e bene un calciatore di mentalità offensiva a Cesena. Se pensate che il non segnare, il non emergere, il continuo lavoro da gregario silenzioso che si fa il culo – per un sabato mi passerete la volgarità – non sia da campione perché non vedete lo sporco del fallaccio o del gesto rabbioso che infiamma la piazza, è chiaro che non credete nello stesso calcio in cui credo io. Ragusa ha rinunciato alla sua possibile annata più prolifica per fare pure il terzino. Rappresenta il sacrificio, che a Natale spesso si dimentica ma torna di moda a Pasqua. Invece giocatori così non dovrebbero mai passare di moda. Immenso e terribile negli inserimenti. Gli addetti ai lavori dicono che ci si sarebbe aspettati qualcosa di più… io dico che ne vorrei undici come lui in ogni squadra. IMMENSO
12356739_1006715839371355_2931427510866795600_oDRAGO 6 Gira tutto bene, sistema la squadra con “i soliti cambi”, perché invertendo gli esterni non ha sortito effetto. Nel primo tempo un gol della Ternana avrebbe fatto saltare l’intero castello ma almeno dimostra che chi va in campo oggi sia effettivamente con lui. Lascia perplessa la presenza contemporanea di Molina e Tabanelli che addormenta la manovra, ma ne viene fuori con il minimo sforzo. FERMAT
AC CESENA 6,5 La squadra fornisce una prestazione atletica perfetta per quelli che sono i suoi uomini migliori, evidenzia palesi limiti di un paio di titolari che dovrebbero rimanere fuori dall’undici iniziale, risponde alla chiamata del mister esaltandone i meriti al di là dell’effettivo, per ora. Il Risveglio del Cesena inizia oggi – con diversi limiti –, ma deve continuare anche a Novara, dove serve strappare almeno un pareggio per aver pretese sui playoff. THE CESENA AWAKENS

© Gian Piero Travini

GOMIS 6 Non impeccabile sul primo gol – complice una deviazione sfortunata –, attivissimo ma sfortunato nell’episodio del rigore sul tiro di Scavone, porta a casa un paio di sontuosi interventi e anche per oggi fa il pari… forse con qualcosa di più. ALFREDINO SEMPRE IN PIEDI
PERICO 6,5 Buone chiusure, nessun pallone perso, aiuto a Lucchini – Maometto e la montagna, anche in termini di mobilità – e la volontà di volerla buttar dentro. In un inverno rigido e avaro di soddisfazioni, poter ammettere di aver sbagliato a giudicarlo un giocatore che non aveva più nulla da dare è un privilegio: mi era capitato con Succi, mi è capitato anche con te. ERRORE MIO
LUCCHINI 4 Incapace di tenere la linea, annientato da Di Roberto e da qualsiasi calciatore in maglia bianca in grado di calciare un pallone. Rallenta la manovra di ripartenza, non si spinge in anticipo perché conscio di non aver abbastanza gamba per rientrare, Cascione lo costringe spesso a fare da regista. CANCELLATO
MAGNUSSON 5 A un certo punto decide di giocare a centrocampo, perché tanto dietro non sarebbe comunque di aiuto. Quindi, un po’ come al campino dei giardinetti, sceglie di giocare su e non fa nemmeno malissimo, ma la Pro Vercelli ha già deciso di smettere di giocare. TROPPO TARDI
RENZETTI 6 Ci prova: mette il pallone nel mezzo aspettando che Rosseti salti un foglio del Corriere Romagna, ma non ce n’è. L’intervento su Rossi è regolare e puntuale, conferma che nelle diagonali difensive l’esterno può dare garanzie. MAI MORTO
KESSIÉ 5 Nemmeno lui può fare qualcosa in questa situazione: l’ingessatura del gioco causata dalla presenza di Cascione in campo, divenuto un De Feudis con meno sbatta, gli tarpa le ali. Senza vie libere dalla centrale non può innescarsi né giocando il pallone, né in fase di non possesso. TRAMORTITO (Dal 46′ TABANELLI 5,5 Fa anche una bella partita, riesce a portar gioco, tiene il pallone… nei primi cinque metri: poi è efficace come un paracadute di carta velina. Sarebbe da sufficienza al confronto dei compagni, ma ho già sfidato la sorte dando solo 4 a Lucchini. SI APPLICA MA NON RENDE)
CASCIONE 3 A Cesena ha finito. L’INVERNO STA ARRIVANDO
KONE 4,5 Cosa ci fa in Romagna? TURISTA
MOLINA 5 Calcia lo stomaco di Filippini, calcia l’aria d’intorno, calcia i cattivi pensieri: calcia tutto tranne il pallone. Voleva farsi terzino destro futuribile, forse è il caso che pensi a tornare l’esterno avanzato di un tempo. Se si sposta verso l’interno e ha campo dimostra di saper passare il pallone in orizzontale: a torello è utile. LA PALLINA DEL FLIPPER
ROSSETI SV L’acquisto della vita. L’uomo giusto. Il fiore all’occhiello di Foschi. Arrivato non in condizione, infortunatosi due volte: campanelli d’allarme prima del crollo questo pomeriggio, dopo la solita partita anonima. Augurandosi che per lui non sia finita, difficilmente rivedrà il disgelo in Romagna. QUESTIONE DI RISPETTO (Dal 57′ MONCINI 5,5 Per circa un quarto d’ora dimostra di poter dare un minimo di scossa alla squadra: cerca due numeri in rovesciata, sua specialità, ma quando è il momento di incornare di testa davanti a Pigliacelli non prende il tempo giusto: per la B mancano i fondamentali. NON È LA SUA CATEGORIA)
GARRITANO 5,5 Almeno un grande disimpegno: evita l’abbraccio di Treossi quando viene sostituito. Non gli è possibile fare nulla in queste condizioni. SFUGGENTE (Dal 46′ RAGUSA 5,5 Travolgente nella fase di riscaldamento, perché in campo non gli arriva nemmeno un pallone giocabile. INOPEROSO)
Senza titolo-1DRAGO 3 Ennesima formazione sballata, con Cascione vertice basso della mediana incapace di produrre gioco. Sostituzioni pavide, con Kessié sacrificato per far finta di non aver capito che i problemi di regia nascono da un regista incapace di dirigere. Il rigore inesistente complica tutto, ma la paura lo ha completamente bloccato: a questo punto c’è poco da riunirsi a Villa Silvia, ma va valutato se abbia o meno il controllo della situazione. E, casomai contasse qualcosa il mio parere… NO, NON CE L’HA
AC CESENA 4 Non c’era bisogno di questo risultato per capire che la squadra non ci fosse. Ora è tempo di riflessioni, e in tempi brevi perché il calendario è inesorabile: tante gare, punti in palio, ma non si vede come potrebbero essere conquistati. Ecco… ORA servirebbe una scossa, se la si vuol dare e si punta alla serie A: altrimenti si accetta che la squadra debba crescere e che questo sia un anno di transizione. Ma se si va avanti con Drago per poi esonerarlo fra un mese sarà solo l’ennesimo errore di programmazione di una società che è la vera colpevole degli ultimi due anni di calcio a Cesena. L’ORA DELLE DECISIONI IRREVOCABILI

AGLIARDI 5,5 Miracola e subisce gol. Cappella e subisce gol. Ha battezzato Martínez e gli nega il gol in più occasioni, ma non è esente da errori: ritorna il portiere dei tempi bolognesi, che alterna grandi interventi a patacate clamorose, quando già la partita era decisa. CICLTIMICO
DE COL 5 Difficilmente riesce a reggere il passo di chiunque si presenti dalle sue parti e crolla con il resto della difesa sotto le percussioni torinesi: in questo momento rischia anche di non essere abbastanza come rimpiazzo. INADATTO (Dal 46′ PERICO 5,5 Leggermente meglio di De Col, ma si entra anche dalle sue parti e, soprattutto, non se ne esce. SCHIACCIATO)
LUCCHINI 4,5 Quando capiremo che sia Caldara a far da chioccia a lui e a Capelli, sarà sempre troppo tardi: sovrastato da chiunque, oggi. FASE CALANTE
MAGNUSSON 4,5 Posizionamento sui calci piazzati ignobile e scarsa reattività, in area è un buco nero e quando il pallone passa dalle sue parti la singolarità lo spinge automaticamente in rete. STEPHEN HAWKING
RENZETTI 6,5 Costretto a chiudere sui centrali per manifesta incapacità, più guadagna minuti e più si conferma pezzo determinante per questa squadra, come non gli era riuscito nella passata stagione. SEMPRE PRESENTE
VALZANIA 5,5 Il campo gli manca e i recuperi difensivi sono lenti e difficoltosi, anche perché dalla mediana in poi in fase di possesso tende ad accentrarsi, proponendosi quasi come playmaker vista l’assenza di qualcuno in cabina di regia. Nel finale cancella le linee del campo con la lingua da tanto è stanco. DA RECUPERARE
CASCIONE 5,5 Tagliato completamente fuori dalla manovra offensiva, diventa inutile perché non va nemmeno a pressare sulla propria trequarti dato che ci si aspetta il press alto di Magnusson: a quel punto a cosa potrà mai servire lui? Nella ripresa, anche grazie al passaggio a 4 in mediana combina qualcosa in più, ma è fa poco filtro: quando il gioco si fa duro non è lui il capitano coraggioso che serve alla squadra. La rete sottomisura non basta perché in contropiede non riesce a contrastare i portatori di palla. SOLO IL GOL
TABANELLI 6 Encomiabile per volontà e grinta, ma se si parla di gioco tecnico – quello chiesto da Drago, fatto di tocchi e di pregio – gioca ad un altro sport. Non è la sua annata. E forse non lo era anche la scorsa stagione… viene il dubbio se Tabanelli, ad oggi, possa trovar posto in questa squadra. Ma nel nulla di oggi, la generosità fa la differenza. CUORE
MOLINA 5 Quando mi rendo conto che sta giocando lui si emoziona e calcia la palla in fallo laterale invece che in porta. IMBARAZZATO (RAGUSA 6,5 Gli basta poco riposo per entrare e fare la differenza: la qualità che può portare questo giocatore, da Drago utilizzato come un mero operaio, è potenzialmente infinita, e in mezzo alla mediocrità esalta e fa esaltare. PIETRA ANGOLARE)
ROSSETI 6 Bentornato: praticamente non ha occasioni di gioco, ma le poche che riesce a gestire lo vedono quantomeno guardare la porta avversaria. Ora è chiamato a far le cose serie, perché il gioco di Drago non può più prescindere dalle sue capacità. PRESSIONE (Dal 72′ SUCCI 5,5 I movimenti sono corretti, ma se non c’è gioco lui non può inventarselo: si crea una palla per puntare la porta, la sbaglia. SPUNTATO)
MONCINI 5,5 Il ragazzo non si è ancora fatto e dargli minuti non serve a farlo maturare dato che non è questa la sua categoria: in fase di recupero palla lotta, ma non vede la rete nemmeno quando va a pescare.  DA DARE IN PRESTITO

DRAGO 5 E la difesa sul secondo palo? E la fase di regia senza Sensi in campo? E le opzioni alternative? Ancora una volta si palesano i grandissimi limiti sulle alternative di gioco di questa squadra che, se messa in difficoltà nei suoi punti deboli, non è in grado di riprendersi. CROTONE O MORTE
AC CESENA 4,5 Il miglior difensore in campo è Maxi Lopez e la testa è a Crotone: senza snobbare la competizione, ma una squadra di serie B deve pensare prima di tutto al campionato di serie B. E poi… perché negare a Torino un derby di Coppa? Brutta figura in diretta Rai, brutto spot per una squadra che potrebbe dare molto di più. SVAGATO

All’85′ di Cesena-Pescara, sul punteggio di 1-0, mister Drago sceglie di sostituire la prima punta, Ragusa, con un terzo difensore centrale, Capelli. Tutti quanti, all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi, hanno trattenuto il fiato per un istante. Magia nera… magia nera del dannatissimo calcio, per contrastare la paura di non vincere: la necromanzia della difesa a cinque. Qualcosa che proviene dai Senza titolo-1reconditi abissi del pensiero calcistico di un Cesena che non è più, ma che tutti abbiamo nella memoria: perché quando guardi dentro il 6-3-1, il 6-3-1 guarda dentro di te. E non ti abbandona più.
E su internet, dopo quel cambio e nonostante la vittoria, si scatena il solito delirio tra bisoliani e anti-bisoliani, quando in realtà il problema cui ha risposto Drago ha dei fondamenti molto più ragionati di un semplice ‘fuori l’attaccante-dentro il difensore’.
Tema tattico☆ La partita di Ragusa è stata efficace, ma molto rischiosa. Il volume di palloni persi dall’esterno ha innescato la maggior parte delle ripartenze pescaresi: il problema di chi è costretto ad improvvisarsi prima punta senza esserlo è la scelta di tempo sugli appoggi. In una fase critica come quella degli ultimi minuti, con Torreira e Valoti attaccanti aggiunti e una pressione costante, anche una sola palla persa sarebbe potuta essere fatale. L’inerzia non è cambiata quando è passato sull’esterna con l’ingresso di Succi: Ragusa si è sempre accentrato e ha sempre perso palloni .
☆ I cambi classici di Drago sono tre: sostituzione del centrale con un centrale, sostituzione della prima punta di riferimento con una prima punta mobile, sostituzione di uno dei due esterni con un esterno. Garritano fuori per problemi alla caviglia: Succi prima punta, Ragusa a sinistra. L’equilibrio viene mantenuto, non servono ulteriori ritocchi. La pressione aumenta, Ragusa inizia a cedere: non c’è Mazzotta in panchina, Tabanelli non ha gamba, Renzetti viene spostato in avanti – arriverà il momento in cui si realizzerà che può convertirsi esterno nel centrocampo a 3 –, Magnusson a sinistra e Capelli centrale. L’assetto tattico non cambia, ma Renzetti ha più forze di Ragusa per chiudere spazi e partita.
☆ Magnusson si sposta a sinistra all’87’… poi ci sono tre minuti di gioco più un recupero insolitamente lungo che costringe il Cesena a giocare per 8′: sono 11′ totali con questo assetto. Undici minuti in cui al Cesena viene negato un rigore su Sensi, Succi in ripartenza manda Torreira a farsi la doccia per la seconda ammonizione e, infine, il Pescara non fa nemmeno un tiro in porta.
#SGONDAMEÈ difficile pensare che il ‘Dragonomicon’ possa essere paragonabile ad un impianto di gioco altamente difensivo come il 3-5-2 bisoliano: vero è che quando le fasce non corrono il 4-3-3 di Drago ne risente tanto da divenire sterile e quasi irritante, ma ciò non toglie che l’atteggiamento tattico sia agli antipodi di quel gioco.
La strategia difensiva di Drago è molto simile a quella di Bisoli, con la linea ben oltre la propria area che, difatti, tende ad essere punita in mischia ma ben solida a campo aperto: tuttavia gli esterni di quarta linea rimangono offensivi, con il rientro degli avanti laterali, ma non ci si ritrova mai a vedere una linea a più di quattro elementi. Questo tipo di gioconon esalta un giocatore come Magnusson ma ‘aiuta’ Capelli, che proprio dentro in area ha mostrato più di un’incertezza in questa stagione.
Il calcio di Drago non è per nulla un calcio di barricata, nemmeno quando cambia un esterno avanzato con un difensore, oltretutto riuscendo a trovare vie di attacco ragionate.

Improta. Capelli. Garritano. Tabanelli. Dalmonte. Caldara. Rosseti. Silas. Papa Waigo. Iro Bonci. E ora Ciano. Praticamente a Cesena c’è talmente tanta sfiga che si fanno male pure gli ex giocatori.
Ma è sfortuna o c’è altro? Stefano Severi su TuttoCesena.it e noi di vedoBIANCO|vedoNERO ce lo siamo chiesti… ai posteri l’ardua sentenza. O ai postumi, perché i tempi per il recupero saranno un problema.
E, intanto, il debutto sabato prossimo contro il Brescia si avvicina.

Ecco come vediamo il Cavalluccio noi e i ragazzi di Redazione FRÀC.
colpo della strega blog

Il Cesena si è scrollato di dosso la fama dell’insolvenza con le società del territorio che portavano giovani talenti a Villa Silvia, ma ancora ci sono accorgimenti su cui lavorare.
Il primo è di carattere logistico. Un vero, grande settore giovanile non può essere frammentato, ora che la scuola calcio bianconera sta per essere riconosciuta dalla Figc. Villa Silvia. Martoranello. Ponte Abbadesse… il rischio di una ‘cattiva’ distribuzione delle risorse tecniche e dello sfilacciamento delle formazioni c’è, ed è stato una delle croci più pesanti per la scorsa stagione.
“Non ci possiamo ancora permettere un centro d’addestramento unico”: parola di Roberto Biondi, responsabile del reclutamento dell’attività di base dell’AC Cesena. Ma questa dovrebbe essere la direzione. Ora che è ,stato ‘blindato’ lo stadio grazie a Orogel, sarebbe giusto pensare al sogno di una ‘cittadella dello sport’ a partire dai giovani. Che poi è un pallino di Lugaresi da sempre.
E ancora, il modello: si parla della virtuosità dell’Udinese. Certo, 186 milioni di euro di plusvalenze in cinque anni. Ma quanti del vivaio veneto sono italiani? Nessuno. No. Serve un ‘modello Cesena’. Che però, negli ultimi cinque anni, non ha prodotto numeri. Due i motivi: asimmetria tra prima squadra e settore giovanile – Leali, Garritano e Krajnc non sono del vivaio e Tabanelli non è giovane – e poca continuità.
Bene, insomma, ma non benissimo.

Pubblicato su La Voce di Romagna