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GOMIS 7,5 Miglior giocatore della prima parte di stagione bianconera, salvezza in diverse occasioni, scoperta preziosa quando ce n’è stato reale bisogno, un paio di uscite infelici con Lanciano e Pro Vercelli… due partite in un campionato da protagonista assoluto. IL MIGLIORE
AGLIARDI 6+ Come secondo portiere è una garanzia, come titolare ha ben figurato a inizio campionato ma a Torino ha ricordato l’ultimo uomo di Bologna, alternando grandi interventi ad errori marchiani. Determinante contro il Novara, si è fatto trovare pronto dopo l’infortunio di Gomis: tutto ciò che si potrebbe volere da un onesto gregario. PRONTO
MENEGATTI NG
PERICO 6,5 Alle prime prestazioni ci si chiede perché quest’uomo giochi ancora: poco fiato, poche idee, tanti errori. La svolta vera arriva a Perugia: in una partita complicatissima, da correre per 90′, finita in nove per un arbitraggio ridicolo, Perico regge senza mai cadere. Aiutato dai compagni di reparto, aiutato dagli esterni alti, regge. Da quel momento in poi inizia a giocare un po’ più arretrato, a fare meno percussioni in avanti, a coprire i compagni, diventando un terzino poco mobile ma dannatamente efficace in chiusura. Non era previsto quel ruolo nel modulo di Drago, ma è grazie anche a lui se il finale di stagione non sia stato un tracollo. BORN AGAIN
DE COL 5 Salta tutta la preparazione con la squadra, il che porta ad una difficile integrazione nell’ambiente: non che sia colpa sua, dato che arriva con l’ultimo treno di mercato, ma va comunque tenuto in conto. Non convince in nessuna delle sue prestazioni: da titolare fisso viene retrocesso a seconda scelta costante, principale fautore – indirettamente – dell’esplosione di Perico. Altro bocciato da Drago, ma non riammesso. AI MARGINI
CALDARA 7 Il più costante dei bianconeri, il più elegante difensore della serie B: talento per ordine, per capacità di lettura dell’azione, per tranquillità nell’intervento. Un solo difetto, che lo accomuna a Gomis: il gioco aereo, dove subisce troppo per un centrale così ben impostato. Non gli si possono attribuire colpe, ma solo ringraziamenti per il buon gioco portato e i compensi per la sua valorizzazione… pur essendo nettamente il migliore del suo reparto ha sempre dimostrato grandissima umiltà in campo e fuori. LORD BYRON
CAPELLI 6 L’unico fra gli uomini di Drago in grado di dettare la linea quando è in campo: insomma, la fascia è bene che stia al suo braccio, nonostante alcuni limiti dovuti ad una fase sportiva in chiara discesa. Si conferma di medio livello per la serie B nonostante la Caldara-dipendenza evidenziata in più occasioni, con una lentezza sul primo passo che si era manifestata anche sul finale della scorsa stagione. CHIOCCIA
LUCCHINI 5+ Dopo Torino qualcosa si è rotto, ma pian piano è entrato in un ordine di idee che deve giocoforza trasformarsi in una chioccia non solo per il reparto difensivo, ma per tutta la squadra. A gennaio inizierà il corso da allenatore Uefa B, segno che la volontà di ammettere l’arrivo della maturità sportiva c’è: al di là delle prestazioni in campo, purtroppo raramente da far la differenza, è importantissimo che da giocatori come lui passi il salto di qualità nello spogliatoio e negli atteggiamenti. VENGA IL TUO REGNO
MAGNUSSON 5,5 Sin dalle prime battute si è capito che questo non fosse né il suo tempo, né il suo spazio: Cesena non fitta più all’islandese, ma è una questione di impostazione di gioco, non di altro. Certo, lui è sembrato molto più appannato della passata stagione dove, senza troppi giri di parole, è uno dei due o tre ad esseri salvato. Certo, lui è arrivato praticamente a fine preparazione e questo può avere inciso. Lui si sarebbe aspettato altro dopo un anno di serie A, quindi la demotivazione può aver giocato un brutto scherzo, ma non è stato il centrale più adatto per questa difesa. FOREIGN FIGHTER
RENZETTI 6,5 Prima giornata… Renzetti poteva anche essere uno dei partenti che non sarebbe cambiato nulla. Poi ha iniziato a guadagnar campo, a farsi trovar pronto, in forza di un Mazzotta comunque strepitoso nei primi mesi, mostrando crescita continua, segno che i problemi fisici del passato avevano finito di tormentarlo, cancellando di fatto un anno e mezzo di carriera. Si getta alle spalle tutto sfoderando un paio di grandissime partite, da mattatore assoluto in avanti e indietro: poi cala come tutto il resto della batteria esterni a disposizione di Drago, ma non per tutti i 90′, tirando fuori comunque colpi importanti. BENTORNATO
MAZZOTTA 6- Partito a bomba, poi infortunato, poi sparito. Seguendo la chiave di lettura dell’incomunicabilità tra giocatori-settore sanitario-settore tecnico, anche lui è finito nel limbo di chi era partito come uomo di Drago per poi non averlo completamente convinto. Va detto che per il secondo anno pare non essersi riuscito ad integrare perfettamente nel sistema-Cesena, ma dargli un’insufficienza pare impossibile: però qualcosa non ha funzionato e lui del resto era partito nell’undici titolare, quindi qualcosa deve aver combinato. SMARRITO
MOLINA 5 Voleva disperatamente diventare terzino destro: il Cesena ha puntato su questa scommessa e Drago si è messo in gioco in toto. Tutta la preparazione l’ha fatta in quel ruolo, poi debutta esterno sinistro… Che sia un’annata balorda per lui lo si vede anche da questo indicatore. Entra nelle rotazioni a destra più per mancanza di alternative che per altri motivi. UN TEOREMA CHE PARTE CON IPOTESI SBAGLIATE È UN TEOREMA SBAGLIATO
VALZANIA 6 Parte titolare, poi viene messo nel dimenticatoio da Drago dopo l’infortunio, preferendogli quasi sistematicamente Tabanelli nei momenti di emergenza. Eppure nella disfatta di Torino è l’unico ad avere il passo da categoria, nonostante allenamenti discontinui: per lui sicuramente mezza stagione persa in un’età dove servirebbe solo gioco per il continuo miglioramento. Separazione scontata in fase di mercato, ma ci rimettono i bianconeri: lui ha solo da guadagnare. QUESTIONE DI SCELTE
VARANO NG
RAGUSA 6,5 Finale di stagione da buttare: spompato, massacrato dagli avversari, poco lucido sotto porta, incapace di recupero. Poi si guardi semplicemente a chi ha fatto la differenza per il resto della stagione e alla casella gol fatti e minuti giocati il ragazzo domina. Dovrebbe fare ancora di più, ma non è uno di quei giocatori che siano stati perfettamente inquadrati e messi nelle condizioni migliori di giocare dal tecnico, che pure lo considera imprescindibile. Più volte abbiamo fatto presente che con questi ritmi si sarebbe bruciato a fine girone e così è successo: lui merita riposo, non pungolo. A quello ci si penserà quando si riprenderà a macinare. DETERMINANTE
SENSI 7- Il ‘Mago’ di Urbania, scacciato fino alla fine dell’era Bisoli perché svogliato e appoggiato a San Marino, rischiando pure di perderlo, sta dimostrando di essere uno dei più forti calciatori mai passati a Cesena. Non si può far finta, comunque, che sia prodotto del vivaio, cresciuto in area riminese e portato a Cesena già in età avanzata da Galassi ai tempi della presidenza Campedelli: è stata un’operazione di mercato geniale e deve far scuola per quello. In campo è l’unico, ad oggi, ad essere in grado di impostare gioco, sia in ripartenza che in verticale lento: naturalmente ha bisogno di sponde e di gente che faccia della legna per lui, nonostante sia cresciuto tantissimo in fase di contenimento, sfruttando la sua velocità e la sua capacità istintiva di cogliere il tempo giusto. Tuttavia manca una cosa importantissima, che potrà maturare solo con la continua esperienza: l’essere faro anche e soprattutto quando la nave affonda. CAPITAN FUTURO
CASCIONE 5,5 Non corre… corresse, magari, ma non ce la fa più. E se non corri, con le fasce che ti ritrovi al fianco, fai poco. Poi si può far finta di vedere o non vedere i suoi limiti in regia in questa stagione, ma bisogna attenersi ai fatti. I fatti dicono che non si è riuscito ad integrare con Sensi e che, da solo, non è riuscito a dare un’identità alla squadra: nel 4-2-3-1 tuttavia ha avuto occasione di fare anche bene con il ‘Mago’ di Urbania, quindi non è che tutto sia veramente perduto. Sembra aver retto bene il momento no del suo rapporto con la maglia, tradizionalmente da un mese e mezzo prima della fase di mercato, ma bisognerà vedere dove lo porterà il calcio: ad oggi è una riserva di Sensi. LENTO
KONE 5+ Altra grande delusione, considerato il suo curriculum e l’età: ci si aspettava tanto, troppo da lui, andando poi a far reparto con un suo compagno storico di Pescara, in un modulo identico, con quello che viene definito da tutti il “nuovo Verratti”… invece proprio la contemporanea presenza di lui e Cascione con Sensi ha segnato la prima grande involuzione del gioco bianconero. In crescita in finale d’anno, utilizzato più da incursore, ma siamo ancora lontani da quelle che erano le sue potenzialità. SENZA ACCENTO
TABANELLI 6 A fine anno si giudicano due mezze stagioni, non la prestazione nella singola partita… una storia, insomma. Una storia che ci racconta di un figlio di Romagna che sta cercando di ritornare a fare quello che ha sempre sognato, ma che per una fragilità radicata nel profondo, per molto tempo durante una stagione non riesce a fare. In questo momento forse non è nemmeno da categoria – di sicuro non sui 90′ –, ma è anche vero che certe favole devono ancora essere scritte. TANTO TEMPO FA, IN UNA ROMAGNA LONTANA LONTANA… 
KESSIÉ 7 Il compagno naturale di Sensi in reparto, una forza della natura, tipo Juggernaut della Confraternita Dei Mutanti Malvagi – che tra l’altro nel film X-Men: Last Stand è stato interpretato da Vinnie Jones, uno della Crazy Gang del Wimbledon l’anno della FA Cup –, che sembrava impossibile da arrestare. Invece anche lui si è dovuto arrendere a qualche acciacco e ha dovuto riprendersi in maniera molto, molto lenta, perdendosi metà della stagione ma risultando comunque uno dei più attivi e presenti nelle ultime gare. Ripartire da lui per questo 2016 sarà imprescindibile, anche se ovviamente gli manca ancora una certa educazione calcistica in chiave tattica senza il possesso del pallone. FENOMENO
IMPROTA NG
CIANO 5 Preso per fare la differenza, invano: il goleador da 17 reti col Crotone di Drago ha bollato appena 3 volte in questa stagione, trasformandosi però in assistman con già 4 servizi in sole 11 gare giocate. Una metamorfosi che, però, non ha portato quanto sperato, anche ricordando le fasi tribolate di mercato per portarlo a Cesena. Per lui doveva essere la consacrazione definitiva per iniziare a guardare verso la serie A, ma per ora è fermo al palo e allo strapotere tecnico: a lui la decisione su cosa voler fare da grande. IMPALATO
GARRITANO 6+ Confusionario, letale in accelerazione, volitivo… Garritano costa 75mila euro di riscatto dall’Inter e diventa il simbolo del primo Cesena, il bel Cesena, il Cesena dei giovani, prendendo palla e buttandola dentro o in mezzo senza tema d’esser fermato. Ci pensa la sorte, ci pensano i risultati altalenanti che spengono gli entusiasmi, ci pensa anche lui che non riesce a rimettersi ai livelli di inizio campionato: considerato che anche lui non avrebbe dovuto fare la differenza, in realtà è tanta roba. TURBOLENTO
DALMONTE NG
DJURIC 7 In serie A era qualcosa di impensabile, una zavorra nonostante un’indubbia efficacia di base, pur dispendiosa. Doveva essere il sacrificato in fase di mercato, poi la partenza di Rodríguez e lo scarso appeal in fase di mercato lo hanno graziato: l’infortunio di Rosseti e, non neghiamolo, la risposta al di sotto delle aspettative dello juventino ne han fatto salire le quotazioni. In Nazionale è sbocciato e ha iniziato a segnare gol anche di piede, tenendo il passo con molti difensori e riuscendo anche a girarsi e calciare , non solo a fare il ganganone che la spizza di testa. La serie B è indubbiamente cosa sua, almeno nel gioco bianconero: questo non era scontato, questo è forse il piccolo gioiello della prima parte di stagione. PRIMA PUNTA
MONCINI SV Non è giocatore da categoria, semplicemente: metterlo in campo è stata una bella palestra, ma un’occasione che non poteva sfruttare per manifesta impreparazione. Ora si riparte quasi certamente dalla Lega Pro: vedremo se smentirà le impressioni, ovvero che dalla Primavera ai pro il salto per lui sia stato troppo, troppo alto. ANNOZERO
ROSSETI 5,5 Una sola rete per una prima punta titolare in undici partite giocate: può essere un’arma tattica e il giocatore più adatto per il modulo di Drago, ma il risultato è che gioca titolare Djuric, uno che ad inizio anno non doveva nemmeno essere qui. Non sono arrivati molti palloni, ma il fatto rimane: l’impresa, titanica probabilmente, ad oggi lo ha schiacciato. SCHIENATO
SUCCI SV Non si può valutare un pezzo di storia del Cesena simile: è lui ora a dover giudicare se stesso e a trarne le conseguenti scelte. In ogni caso ha fatto molto di più di quello che ci ricordiamo. COMUNQUE NELLA STORIA
12033113_180779508926419_7096443013799746942_n DRAGO 6- Doveva portare un atteggiamento di gioco che producesse gol a ripetizione: settimo attacco del campionato, quarta per differenza reti. Considerato che non gli è stata presa una prima punta – come già capitato in passato – e che diversi giocatori non sono stati a disposizione, rimane una gestione dello spogliatoio e una comunicazione pubblica correlata che sono necessariamente da reimpostare, perché l’idea che la squadra si sia scollata è passata. È stato lasciato anche troppo solo come debuttante fuori dal suo ambiente, e probabilmente ha fatto quello che poteva con quello che poteva. Tecnicamente gli si possono imputare le problematiche con gli interni di centrocampo e un’incapacità di cambiare in corso d’opera la squadra che è montata con il passare del tempo e il calo delle prestazioni, per tacere della differenza tra approccio casalingo e approccio in trasferta. Ora sta a lui capire come fare: ha tempo, e ha modo. CHE LA PAUSA SIA CON TE
SETTORE TECNICO 7- La squadra è stata costruita bene, con pochi soldi, puntando su top class di categoria e sulle valorizzazioni di giovani talenti. I giocatori di proprietà hanno risposto parzialmente – vedi Ciano, Mazzotta e Ragusa –, probabilmente il centrocampo ha collezionato troppi interni, Rosseti non è riuscito a diventare il fattore determinante che si auspicava. In fase entrata-uscita, costretto ad operazioni come quelle di Valzania-Gasperoni con l’Atalanta e Rodríguez con la Sampdoria, porta a casa il possibile. Ora sarà fondamentale la gestione del mercato invernale, non tanto in chiave rafforzamento, quanto in ottica valorizzazione del lavoro di Massimo Drago, fino ad ora difeso ma forse non con l’intensità che ci si aspettava.  NOZZE COI FICHI SECCHI (O QUASI)
SETTORE DIRIGENZIALE NG Non sono ancora pubblici i bilanci a giugno 2015, quindi qualsiasi valutazione sull’operato stagionale tout court di Cesena & Co. e AC Cesena spa è da rimandare. NON GIUDICABILE
AC CESENA 6 La squadra è lì, in zona playoff, dove doveva essere. Il trend è negativo, l’umore è sotto le scarpe e, soprattutto, il Perugia ha una gara in meno, ma di riffa o di raffa l’obiettivo di inizio anno è mantenuto. Troppe cose non funzionano e troppe alchimie si sono perse per strada, quando sulla carta le prime tre-quattro posizioni dovevano essere l’ambiente naturale… e fino a che il pallone girava era giusto scrivere ciò che si vedeva… ora è invece il momento di fare quadrato e di dire che sì, è andata al di sotto delle aspettative, ma solo perché da questa squadra e da questo settore tecnico ci si aspetta sempre il meglio. E ci si aspetta anche che emerga un leader nello spogliatoio: Perico deve mettere su cattiveria, Capelli deve ancora calarsi nella parte, a Lucchini si chiede un grande sacrificio personale, per Renzetti è una questione di carta d’identità… i nomi sono questi, e basterebbe un fronte comune con l’allenatore per rimettere ordine nel sogno. SCOMMESSA ANCORA APERTA 
11234815_210321335972236_5807977417694650104_nVEDOBIANCO|VEDONERO ? Questa è una pagella che spetta a voi, amiche e amici: noi intanto iniziamo a sbocciare. BUONA FINE E BUON INIZIO
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ph. 1 Francesco Di Leonforte
ph. 2 Michele Lugaresi

© Redazione vedoBIANCO|vedoNERO; Gian Piero Travini

GOMIS 5,5 Continua ad avere problemi nelle uscite alte e questa volta è la squadra a salvarlo: è importante che inizi a lavorare seriamente su questo aspetto. UN SOLO DIFETTO
PERICO 7,5 È una partita molto rischiosa per un giocatore come lui, che non ha più la gamba e il fiato dei bei tempi. Viene messo sotto pressione da Mammarella quando si sposta sul lato, ma è perfettamente supportato da Capelli. Solo che, cosa inedita, ricambia anche il favore: è lui a coprire per il bergamasco quando è in uscita. Infatti al 60′ capisce tutto e sventa l’azione più pericolosa di Di Cecco ed è doppiamente determinante. UOMO SOLO AL COMANDO
CAPELLI 7 Polemico come una conferenza stampa di Marino, ostico come lo erano i marcomanni per gli antichi romani, sicuro come un papa quando si sveglia alla mattina e indice un Giubileo: solo grandi certezze dal baluardo bianconero, che ha ancora qualcosa da farsi rimproverare in fase d’anticipo. Fondamentale al 45′ per salvare il vantaggio sulla linea: chissà se fosse stato convocato per la partita di piazza della libertà… SINDACO
CALDARA 5,5 Si addormenta ogni volta che l’arbitro fischia, come se fosse una sveglia al contrario: su Ferrari al 55′ è colpevolmente in ritardo. Forse è ora di pensare ad un avvicendamento con Lucchini per farlo rifiatare. SVAGATO
RENZETTI 7 Gioca con il mirino telescopico e sceglie perfettamente i suoi cross, mettendo sempre il pallone giusto in area ed esaltando gli inserimenti degli esterni opposti, aumentando la pericolosità latente di Djuric. In fase difensiva è in costante crescita, avendo riacquisito il senso della posizione, legato poi alle sue condizioni fisiche in grande miglioramento. MIG-31
SENSI 5 Troppi, troppi palloni persi quando basterebbe ragionare. Poco affiatato con Koné in avanti, si impunta per vie centrali quando in realtà la partita si sblocca dalle fasce: tra l’imbucata e l’appoggio sceglie sempre la prima opzione, ma non ha davanti gli interpreti migliori. E quando sono in posizione si fa ingolosire: soffre ancora il lento. SCELTE SBAGLIATE (Dal 69′ CASCIONE 6,5 Svolta la partita perché, più sicuro di Sensi, dà possibilità a Kessié di alzarsi e, nel contempo, dialogando con Koné permette a Ciano di trovare qualche spazio in più. IL TREDICESIMO UOMO)
KESSIÉ 6,5 Nei primi minuti sulle gambe, pagando sicuramente lo sforzo delle tre gare in una settimana, anche considerata la grandissima prestazione contro il Como. Si concentra quindi sulla fase difensiva – efficacissima – aspettando il momento giusto per la zampata. QUINTO FABIO MASSIMO
CIANO 6,5 Certe sue reazioni lasciano perplessi, esattamente come a Perugia, ma va detto che il ragazzo cerca in continuazione di poter fare la differenza con un colpo da maestro. E quando è sulle gambe, nella seconda metà della ripresa, l’ingresso di Cascione gli permette di fare il rifinitore, propiziando il secondo gol. VERSATILE
KONÉ 5,5 Parte che sembra uno schiacciasassi, con dieci minuti di puro spettacolo, grande classe e fisicità… ma alla lunga si perde per strada, diventando una sorta di doppione avanzato di Kessié, tanto che i due si scambiano pure durante la gara: dovrebbe tirar fuori occasioni, ma in realtà è solo un appoggio. Dove farlo giocare? MISTERO
RAGUSA 6,5 Gli basta un’occasione per cambiare la partita: sgroppata saltando tre uomini e invito a Renzetti, da cui piedi nascerà poi il gol del vantaggio bianconero. Non è la sua fascia prediletta, ma riesce comunque a far vedere del suo. OVUNQUE (Dal 62′ GARRITANO 6 Alza il baricentro e subito si propone, con una voglia di fare non sempre ben dosata. VOGLIOSO)
DJURIC 6 Non serve fare gol oggi: al bosniaco basta fare un passo – non sempre quello giusto – per spaventare la retroguardia del Lanciano e permettere agli esterni di avvicinarsi all’area. Continua a girarsi quando può, evitando di farsi portare via il pallone, piuttosto cercando la porta, o servendo con l’ultimo passaggio. CRESCERE (Dall’87′ SUCCI SV)
12182891_902390186476563_6673123750883265442_oDRAGO 6,5 Si parte dalla nota dolente: il posizionamento di Koné… ancora una volta l’avere a disposizione una caterva di interni da far convivere non gli permette di partire bene. Ma, come sempre, è in grado di sistemare la situazione e capisce perfettamente che l’avvicendamento Sensi-Cascione è la soluzione giusta. Perfettamente cosciente del patrimonio umano da gestire, perfettamente in grado di gestirlo, con la giusta umanità di chi può anche sbagliare. ALLENATORE COMPLETO
AC CESENA 8 L’avversario non è nulla di che, ma riesce comunque a prendere in mano la partita, sfruttando la stanchezza generale in alcune occasioni: la testa non molla. Non scatta la paura del colpo grosso, della responsabilità di essere lì davanti. Risultato tondo, senza sbandate. Questa volta non è lato B, non è casualità… La difesa e il centrocampo più forti della serie B – sulla carta –, una panchina lunga e competitiva e un allenatore con una mentalità vincente: il primo posto è meritato. SALUTATE LA CAPOLISTA

Una nuova rubrica fissa settimanale.
Solo su RomagnaNoi.it, il portale di informazione romagnolo.
La chiamano Il Bianco E il Nero.
Mi sdoppio per offrire due visioni del momento Cesena.
La verità non esiste. Esistono solo realtà.
Scegliete quella che vi interessa.
Sceglietele entrambe.
La realtà sta negli occhi di chi la interpreta.
Il pallone è rotondo.
E altre stronzate.

vedoBIANCO
Terzo posto.
Un punto guadagnato sul Lanciano. Ancora in scia dell’Empoli.
Ottavo risultato utile consecutivo.
Tabanelli segna e fa alzare la sua valutazione di mercato: partente […]

vedoNERO
Dove è finito il gioco?
Senza playmaker le tre ‘trequartidipunte’, comunque vengano girate, sono brillanti come il beige.
Nella ripresa è un 6-3-1 mascherato […]

Pubblicato su RomagnaNoi.it

Cesena-Lanciano 0-1.
Ecco le pagelle.

CAMPAGNOLO 6 Si è mosso leggermente in ritardo sulla rete di Falcinelli, ma va detto che il talentuoso lancianese ha indovinato l’angolo perfetto.
CONSOLINI 6,5 Migliore in campo. Manca la spinta a lungo andare, ma non gioca più esterno sinistro: è un terzino destro, e il gioco alla mezzala non dovrebbe essere il suo compito. Chiusura fondamentale su Falcinelli al 25’. Grande volontà e, soprattutto, in netta crescita rispetto alle prime due gare.
CAPELLI 5,5 Dovrebbero essere lui e Volta la coppia di centrali top della Serie B,ma i dirimpettai Troest e Amenta li fanno sfigurare. Sulla rete potrebbe fare qualcosa di più. Deve togliersi un po’ di ruggine.
VOLTA 5,5 Non basta l’eleganza quando non gira il gioco difensivo. E’ una sicurezza, ma anche le sicurezze ciccano qualche volta. Il fatto che Consolini debba coprire su Falcinelli non è da imputare alla casualità.
RENZETTI 5,5 Piccolo dà il via a Falcinelli, lui non c’è. Mette palle dentro l’area, ma mai quella veramente gustosa: in fase offensiva oggi è un clone più grintoso di Gessa, ma con la sua stessa ‘efficacia’. Continuano ad esserci dei limiti sulle fasce perché a sinistra c’è un interditore e non un propositore: chiedere gli straordinari ai terzini, a lungo andare, crea problemi. Giampaolo lo imparò a sue spese.
COPPOLA 5,5 Nella ripresa sale, perché si fa più avanti, ma non riesce mai ad imporre una reale supremazia nella sua parte di campo.
DE FEUDIS 5,5 Chi parla di perfetta integrazione tra lui e Coppola, deve rivedere le proprie conclusioni. Fino a che Cascione non sarà in grado di portar su palla, è normale che ci si appoggi a lui, ma non avendo di fianco qualcuno che possa crear spazi per i suoi lanci, il ‘Conte’ è chiuso.
CASCIONE 5 In ritardo. Le idee ci sono, e anche il tocco: il problema è che vengono messe in atto troppo lentamente (dal 10’ st SUCCI 6 Fa come sempre il suo, andando anche in aiuto in costruzione di gioco e provando la conclusione).
DEFREL 6 Sì, tiene sempre troppo palla. Sì, primo passo di un altro pianeta, poi si perde. Sì, se invece che cercare la finta e affondare di destro avesse calciato di sinistro sul secondo palo, sarebbe stata un’altra partita. Almeno gioca, ci prova, sbaglia… e ieri è già stato qualcosa.
RODRIGUEZ 5 ‘Peter Pan’ inciampa sull’arbitro che lo battezza ‘rompiscatole di giornata’ e non gli concede nemmeno un perno sul difensore, sui pochi palloni giocabili, e su un’immobilità che lo spegne. Se non viene servito abbastanza non è un giocatore determinante (18’st GRANOCHE 5,5 Sposta il baricentro in avanti assieme a Succi, ma ancora non c’è).
D’ALESSANDRO 5,5 Continuamente raddoppiato, non riesce a venir mai fuori. L’inversione delle fasce non cambia il risultato. In campo c’è, in ogni punto, ma senza portare su la squadra (dal 38’ st GARRITANO ng Potrebbe far venire giù il ‘Manuzzi’ con la sua zuccata, ma la palla va fuori).
BISOLI 5,5 Sostiene di non aver avuto fortuna contro Varese e Crotone, non se ne avrà a male se si dirà che non ha avuto sfortuna contro Lanciano: la squadra ancora non ha gioco.

Pubblicato su La Voce di Romagna

Addio, ‘Bela’.

Emanuele Belardi e il Cesena hanno rescisso consensualmente il contratto che li legava fino a giugno 2013.
Una notizia maturata nelle ultime, convulse settimane della società bianconera, in cui il giocatore ha mostrato chiari segnali di insofferenza rispetto alla situazione.
Dissidi con mister Bisoli, un contratto da ritoccare rispetto ai 50mila euro stagionali percepiti, questioni di spogliatoio o, semplicemente, il replay di quanto fatto con Antonioli per portare serenità a Nicola Ravaglia, gioiello in ombra della rosa bianconera per età e potenzialità… I motivi della rottura possono essere molteplici, tra nobili e meno nobili.

Ma la storia, che è quella che conta, dice che il 7 luglio il portiere classe ’77 è arrivato a Cesena via Reggina, dopo 9 partite da titolare perfette, con un contratto annuale per fare il secondo di Ravaglia. Belardi abita a Cervia, poco sforzo per uno che ha scelto a 34 anni di rimettersi in gioco dopo una vita passata alle spalle di Buffon e Handanovic.
Dopo tre partite diventa titolare fisso, ma è evidente che qualcosa si rompe: dopo la sconfitta del 10 novembre per 1-3 contro il Brescia, Belardi si sfoga: “Chi è stato acquistato per dare di più, deve dare di più!”. Due pareggi buoni a Verona e contro lo Spezia, con sole 2 reti incassate, poi un’opaca prestazione contro il Lanciano. Infine le 3 reti in 13′ nella disfatta contro l’Empoli: la storia in bianconero di Belardi si chiude negli spogliatoi del Manuzzi, sostituito da Ravaglia, per un infortunio al tendine d’Achille.

Gli spogliatoi, appunto, dove si è consumata l’ennesima frattura bianconera.
Dove da due anni si consumano tutti i drammi di questa squadra che non è in grado di trovare un equilibrio proprio in quel ‘luogo’, quello stato mentale collettivo, in cui nasce il gruppo. Alcuni errori, quest’anno: fare capitano Manuel Iori, un giocatore di talento ma incapace di essere leader, che mai ha messo la faccia per rispondere alle critiche dei tifosi e che se ne va verso altri lidi; cedere alle pressioni dei ‘senatori’ (unite a quelle della piazza) facendo cadere la testa di Campedelli jr., l’unico un minimo ‘responsabile’ di questa rosa, inviso per i metodi di allenamento poco ortodossi e i risultati nulli, senza mai contrastare quanto lasciato trapelare; doversi attaccare a quelli che non si volevano più in squadra, vedi Comotto, che hanno sempre messo grugno anche quando dagli spalti pioveva letame contro loro stessi. Troppi passi indietro, insomma. O, forse, troppi passi in avanti prima.

Gestito in maniera diversa, l’affaire Belardi poteva essere un’occasione vera per capire su chi puntare all’interno dello spogliatoio bianconero, magari evitando la “rivoluzione a costo 0” che si prospetta in questo freddo mercato di gennaio.

Tratto da La Voce di Romagna