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Senza titolo-1In questi giorni un noto intellettuale romagnolo si è interrogato sulla gravità o meno della bestemmia in romagnolo, subito dopo aver raccontato quali sono le dieci parole in romagnolo che il mondo ci invidia. Non citando la decima, in virtù della sua percezione di fede religiosa.
Bene. La decima parola è “diobò”. Con l’aiuto di un caro amico e maestro – pisano adottato dalla Romagna lui, cesenate figlio di bolognesi io – l’ho applicata alla fede di una città intera, con buona pace di Paolo Gambi.
Ecco, pura e semplice, nel giorno di una delle nascite dei figlioli onnipotenti – la seconda cade ogni 1 gennaio, sempre sia lodato Emiliano Salvetti –, la nostra fenomenologia del “diobò”. E se volete, abbiamo anche la versione in dialetto…

Diobò cosa ha preso Gomis | AMMIRATO
Perico, diobò, torna ogni tanto | RIMPROVERO
Dai questa palla Molina, diobò! | ESORTATIVO
Diobò: Kessié non si tiene | ORGOGLIOSO
Diobò, Foschi… te e Rodríguez! | ARRABBIATO
Bravo, diobò! [anticipo di Caldara] | PERENTORIO
Deeeeeeeeeobòòòòò! [qualsiasi cosa faccia Sensi] | SCONVOLTO
Tabanelli, diobò, non sei fatto per correre… corri perché non sai di farlo! | SAPIENTE
Diiiiiiiiobò [palo clamoroso di Garritano] | SFORTUNATO
Ma diobò Moncini… ma ci vuole tanto a fare l’uno due? | INSEGNANTE
Trasferta? Uno fisso… diobò | RASSEGNATO
Diobò se rimette Kone lo affogo nella Fontana Masini | MINACCIOSO
Arbitro, devi morire, diobò | RAFFORZATIVO
DIOBÒ! [Succi sbaglia la 276esima rete consecutiva] | ROMAGNOLO IGP
Lucchini… diobòòòòò… | SCONSOLATO
Ciano. Improta. Ragusa. Djuric. Rosseti. Valzania. Dalmonte. Gli infortuni. Diobò | ELENCATIVO
Ma Mazzotta?! Diobò! | MERAVIGLIATO
Dai burdél, diobò | ESORTATIVO
Diobò, pensa se Cascione corresse… | SOGNANTE
Diobò, ma quanto siete belli?! [guardando la Curva] | INNAMORATO
Dì ma… te lo ricordi Schachner? Diobò, quelle eran le punte… | NOSTALGICO
Ma diobò, maaaaaaa De Col? | INTERROGATIVO
Diobò Lugaresi con ’sto debito… | STRESSATO

Per i compleanni noi si scherza… anche per quelli dei figlioli onnipotenti: le bestemmie vere le lasciamo in ambiti più qualificati, come i consigli comunale.
E da noi di vedoBIANCO|vedoNERO il più sincero Buon Natale.
Diobò | NATALIZIO

Ah, infine, per rispondere a Paolo Gambi… no, il “diobò” non è un peccato grave: il peccato grave è che non ci sia più Marco Simoncelli per pronunciarlo.
Diobò, ci avevo gli occhi che mi uscivano dal casco | SIMONCELLIANO
diobò© Gian Piero Travini
℗ Emanuele Conti

“Che sia un nostalgico intransigente bisoliano? Confermo, Travini ridicolo e anticesenate” [Mirco B.]

Un lettore di TuttoCesena esterna sulle Pagellazze di domenica scorsa, ed in particolare su quella a Massimo Drago, una sufficienza dove si fa presente che, per l’ennesima volta, la prestazione è arrivata da una squadra tatticamente in bambola fino all’ingresso di Kessié, al quarto d’ora della ripresa.
Lasciando perdere il calcio e Pierpaolo Bisoli – distinzione necessaria onde evitare incomprensioni –, per un po’ ho pensato di spiegare cosa significhi per me essere “anticesenate” e perché non mi senta tale. Poi ho pensato di raccontare cosa sia per me il giornalismo e la comunicazione online, ma non credo di avere poi così tante cose da dire che possano interessarvi.

Per cui ho pensato fosse meglio fare autocritica.
Provo a fare le cose in maniera diversa da molti miei colleghi. Devo fare le cose in maniera diversa dai molti miei colleghi, perché se trovassi soddisfazione in quello che fanno i miei colleghi non sarebbero i miei colleghi: non avrei scelto di mettermi in gioco nella vita scrivendo cosa penso. Scrivere cosa penso è ovviamente un bisogno… scriverlo senza limitarmi è una sfida. E la sfida più grande è trovare un certo equilibrio.
Che non è semplice.
I bisogni non sono mai semplici.

Sono poco tifoso. Non lo sono quasi per nulla.
Non lo sono perché non credo nel calcio come passione, ma lo amo come momento sociale e come ultima ideologia crollata. Ne adoro le fasi politiche e mi lascio esaltare da alcuni suoi attori. Se in maglia bianconera ancora meglio. Salvetti, Candreva, D’Alessandro, Rodríguez, Sensi.
Sono poco tifoso perché per me sarebbe ipocrita esserlo. E sarebbe ipocrita non ammettere che tornare a casa dopo aver visto il Cesena perdere mi rovina la giornata. Di nuovo, sarei disonesto a non ammettere che – sia come opinionista, che come blogger –, un Cesena sconfitto mi dia più da scrivere. Non come giornalista: lavorando per il Corriere dello Sport/Stadio, meno i bianconeri vincono e meno scrivo. Un articolo alla settimana – se mi va bene –, in serie B. Un articolo al giorno, in serie A. Vengo pagato la stessa cifra ad articolo: a me conviene anche economicamente che il Cesena vinca.

Ma penso che questa piazza abbia pagato caro il confondere la propria professionalità con il tifo. E penso che lo abbia pagato quando nessuno andava a leggersi i bilanci dell’AC Cesena spa durante la gestione Campedelli.
E, a costo di inimicarmi tutto il tifo cittadino – che va anche ben al di là dello stadio –, continuerò a scrivere esattamente quello che penso, cercando sempre di rimanere equilibrato quantomeno nei criteri con cui penso.
E ogni volta che sbaglio ammetto l’errore.

E forse ho sbagliato anche questa volta, Mirco B.
Ho scritto quello che pensavo.
E non l’ho scritto perché tifo Cesena, o non tifo Cesena, perché Bisoli, perché Drago, perché qualcosa o perché non qualcosa. L’ho scritto perché scrivere è la cosa migliore che possa fare in questo mondo, in questo momento.
E mi dispiace che tu ti sia arrabbiato.
Cercherò di fare meglio la prossima volta.
Ma non posso garantirtelo: è troppo tempo che ho la guardia alzata.
Perché non scrivo solo per me, ma scrivo anche e soprattutto per te: ho un bisogno, ma lo scopo finale è evitare che un giorno tu ti svegli e qualcuno ti dica che le cose stanno andando male e non c’è più speranza di rimetterle a posto.
Sono un campanello d’allarme.
Ti chiedo solo di lasciarmi suonare. Alla peggio, se non vedi il fumo, ti tapperai le orecchie.

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© Gian Piero Travini

“Già è positivo che non abbiamo perso: in una partita come questa sarebbe stato facile” (M. Drago, 8-12-2015)

Si fa dura se si inizia a ragionare così.
Si fa dura e non si va da nessuna parte se il massimo della vita, in un qualsiasi momento del campionato del Cesena, sia pareggiare con il Trapani.
Si fa dura se l’allenatore inizia a ‘piangere’ in conferenza stampa che manco è finito dicembre, quando è al quinto posto in classifica.
La “piccola crisi” è ufficializzata, con cinque punti raccolti in sei giornate: per ora come uscirne spetta a Drago, ma è vero che questa situazione è figlia anche di come è stata costruita la squadra.

LE PROBLEMATICHE LEGATE A DRAGO
Manca la prima punta | Il Cesena sceglie di lasciare alla Samp Alejandro Rodríguez e Drago non si oppone alla cessione: nelle gerarchie di ruolo rientra così Djuric, messo ai margini per tutta la preparazione. Rosseti, al netto dell’infortunio, si dimostra meno determinante di quello che si pensava e tocca impostare la squadra su un calciatore non adatto al gioco di quella squadra.
☆ Problemi in difesa | Molina provato per tutta la preparazione come terzino destro, ora non riesce più a rinascere nel suo ruolo di esterno avanzato. Perico diventa il titolare fisso, senza ricambio per manifesta incapacità di De Col: cresce, ma l’esterno avanzato di turno è costretto a rientrare continuamente per supportarlo, usurandosi… Perico in campo costa parte del rendimento di Ragusa o Ciano, insomma.
☆ La rotazione degli interni | In un centrocampo a tre Drago deve far convivere praticamente solo interni o interni adattati da esterni. Il dualismo Sensi-Cascione non funziona in nessuna accezione del 4-3-3 già dalle primissime uscite, Kone non si integra, non c’è spazio per Valzania… e vedere in Tabanelli un’alternativa vuol dire avere esaurito le idee.
☆ La prevedibilità del modulo | Bloccati gli esterni con il raddoppio si rallenta la manovra bianconera, a maggior ragione se non in condizione. Sensi con Kone o Cascione non è in grado di amministrare gioco efficacemente, quindi ci si ferma a vie centrali. Con Djuric in cambio la palla lunga sortisce qualche effetto, ma il giochino finisce lì.
☆ Calci piazzati | Fisicamente sovrastati in fase difensiva e gestione poco produttiva dei corner.
☆ Mentalità | Sta soffrendo le pressioni della piazza e del passato: lo si capisce da come si è precipitato negli spogliatoi ieri pomeriggio, da come risponde nelle ultime conferenze stampa e da come si conferma incapace di strappare risultati pesanti fuori casa. Trasmette paura.

LE PROBLEMATICHE LEGATE A FOSCHI
Manca la prima punta | Rosseti, volenti o nolenti, non è il terminale offensivo che tutti si aspettavano e nemmeno Ciano, ad oggi, giustifica il sacrificio economico fatto.
☆ Il rapporto con l’Atalanta | Il fatto che i suoi ex collaboratori Faccenda e Corti lavorino a Bergamo aiuta i già ottimi rapporti con la Dea, ma si è comunque vincolati a seconde scelte di una squadra di terza fascia e a giovani scommesse – spesso obbligate nelle logiche degli scambi – non sempre vinte. Nel primo caso sarebbe forse ora di allargare il bacino di ‘pesca’, nel secondo allora tanto varrebbe puntare solo sul proprio settore giovanile.
☆ Lo staff inesistente | Uomo solo al comando, aiutato da Lele Valentini e da Maurizio Marin. Ma uomo solo al comando comunque… Non c’è un capo scout per il settore professionistico, non c’è un ‘futuro Rino Foschi’, il miglior operatore calcistico di Cesena – Gianni Rovereti – è stato snobbato dopo che si era offerto e ora è alla Fiorentina. Senza contraddittorio non c’è evoluzione: senza evoluzione si muore.

LE PROBLEMATICHE LEGATE ALLA DIRIGENZA
☆ Manca la prima punta | Svendere Rodríguez alla Samp per riparare agli errori fatti durante la fase di iscrizione ha complicato parecchio il lavoro di Foschi e di Drago.
☆ La scarsa lungimiranza | Si è puntato eccessivamente su un allenatore incapace di programmare sul medio-lungo periodo – Bisoli –, ma estremamente efficace nel monetizzare nel breve giocatori anche over 24 mai esplosi: questo però vanifica la logica di gruppo legato alla maglia – favorendo la corte pretoriana del mister – e si deve ogni anno riprogettare. Ma è colpa dei bilanci… La squadra è giovane, ma quanti di quei giovani sono di proprietà? A parte Sensi, nessuno.
☆ Nessuna autocritica | Proclami in fase crescente. Silenzi in fase calante. E mai che ci siano dei limiti propri: a turno è colpa della Lega, dei Tribunali, di Campedelli, della sfortuna, della squadra. Si allontanano le professionalità esterne e si premia la logica clientelare. Otto anni fa la conseguenza è stata… Campedelli. Già.

LE PROBLEMATICHE LEGATE A NOI
☆ Questo articolo | Quinto posto con una squadra praticamente nuova, un nuovo allenatore e Djuric considerato indispensabile… Dai, ma di cosa ci lamentiamo?
☆ Bisolismo | Abbiamo bisogno di trovare il condottiero per forza. Drago non lo è. È una persona pacata, mite, per la prima volta fuori dal suo contesto autoreferenziale: ha paura. E non serve caricarlo di responsabilità: le responsabilità, se devono essere imputate, ricadano su chi lo ha scelto. Compatti con il mister, ma serenamente: il Cesena esiste a prescindere da lui… creare miti non giova, si rischia solo di dividere chi li vuole adorare e chi li vuole abbattere.
☆ Aspettative | La squadra è stata costruita per la promozione, ma tra l’intenzione e il risultato passa un intero campionato. Più playoff, eventualmente.

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ph. Francesco Di Leonforte

© Gian Piero Travini

Prima Buonanotte di questa stagione per gli amici di Tifo Cesena…
E ora per tutti voi di vedoBIANCO|vedoNERO, la notte prima della sfida contro l’Entella!

“Prima di tutto. Buonanotte a Giuseppe De Feudis.
Dato che nessuno della società si è preso la briga di salutarlo, io lo metto in cima a tutti per i miei saluti.
Buonanotte.
Buonanotte al Cesena calcio.
Sei luce, sei ombra. Sei oro zecchino, sei sogno al veleno. Di sangue. Di sudore. Di coglioni e di campioni. Sul piatto sempre il carico da mille, mai qualcosa di meno: o tutto o niente, con te. O niente o tutto. O che il tutto in realtà suoni da niente, così come il niente brilli come il tutto. E per quanto ci si sforzi, tu sarai sempre lì. Unico amore. Unico nemico. Paletto eterno, limite finale. Ogni sacrificio per te, ogni gioia per te, ogni pianto per te, ogni me per te. Perché tu, tu chiedi. E nei momenti peggiori togli. E nei momenti migliori regali. Buonanotte a te che sei il sempre. Buonanotte a che sei il mai. Buonanotte a te, che ogni volta t’allontani, ma mai te ne andrai.
Buonanotte a mister Drago.
Ogni volta che arriva un nuovo tecnico è gara a dire quanto sia un gran lavoratore. A quanto ci sappia fare con i giovani. A quanto tenga a curare l’aspetto di preparazione della partita. Insomma, le solite tre frasi fatte per far bella figura. Drago è un gran lavoratore. Ci sa fare con i giovani. Tiene a curare l’aspetto i preparazione della partita. Ed è pure un detersivo, che è una bestia contro il calcare. Ma in realtà, questo qui è tutto da scoprire. Quindi nessun dorma, perché all’alba vogliamo vincere.
Buonanotte a Giorgio Lugaresi. O buongiorno. O buon pomeriggio. O buona sera. Dipende dal fuso orario dov’è.
Buonanotte a Rino Foschi. Bella squadra, funzionale, ma piantiamola con la storia del “costo zero”. La musica quest’anno è stata ben diversa. E piantiamola anche con la storia del “dobbiamo salvarci”. E del “puntiamo ai playoff”. Questa è una squadra da promozione diretta: lo dico qui e ora. Un risultato inferiore vorrebbe dire che qualcosa non ha girato. Ma, a parte la cessione di Rodríguez, potrebbe essere stata la miglior sessione di mercato estiva degli ultimi anni a Cesena. Buonanotte a chi ha fatto un buon lavoro e a chi continuerà a farlo, allora, sapendo che ci sarà sempre un buongiorno ad attenderlo.
Buonanotte a Matteo Gasperoni. I più non hanno fatto in tempo a conoscerti. Ma buonanotte anche a te. E a chi considera il settore giovanile terreno di caccia. Magari la prossima volta, al posto dell’elefante, ci mettiamo la foto di Matteo, dai.
Buonanotte. A chi è arrivato. A chi non c’è più. A chi ritornerà. A chi è andato giù. Buonanotte ogni notte per tutte le notti che ci separano dalla fine di questo campionato. Buonanotte ogni giorno quando ci vien voglia di chiudere tutto e non guardar più in faccia nessuno. Buonanotte per ogni istante in cui serve riposo, per ogni momento in cui ci si sente battuti, buonanotte per ogni buonanotte che darete ad altri, cercando di regalar loro un attimo di pace.
Buonanotte a voi, che ci avete seguito da casa. Poeti, assassini, sue santità… Buonanotte ad ognuno di voi. Per la strada. Buonanotte. Allo stadio. Buonanotte. Nei nostri sogni, dove è molto più facile incontrare, litigare e amare, buonanotte.
E, fino al prossimo incontro, litigio, amore… continuate a tifare”.

La Vigna #3

Pubblicato: 5 settembre 2015 in A.C. Cesena, vignette
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Quest’oggi ricomincia il campionato.
E come manca già Alejandro Rodríguez.
Chissà se la Samp lo riscatterà…
Peter Pan

(© TuttoMercatoWeb)

(© TuttoMercatoWeb)

In chiusura di mercato il Cesena ha ceduto alla Sampdoria Alejandro Rodríguez in prestito oneroso con diritto i riscatto; Matteo Gasperoni in prestito con obbligo di riscatto all’Atalanta; ha acquisito dallo Spezia Filippo De Col in prestito con diritto di riscatto e Hordur Magnusson dalla Juventus in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione.

Tema tatticoServono un centrale e un terzino destro. Di contro il Cesena deve guadagnare almeno 600mila euro per Rubiconrientrare nei limiti dell’indicatore di liquidità – attività su passività – per il fair play finanziario, senza ricorrere a fideiussioni come inizialmente prospettato dalla Lega, come in parte svelato dal vicepresidente Mauro Urbini.
Magnusson può giocare titolare al fianco di Capelli, qualora Lucchini non desse garanzie
De Col parte come riserva di Molina, che terzino puro non è e lascia ancora qualche dubbio in quella posizione. Perico destinato alla panchina.
De Col può ‘liberare’ Molina come esterno di seconda linea (alla mezzala), ma il fatto che lo Spezia lo abbia liberato lascia non poche perplessità sulla sua tenuta.
Rodríguez ha pro che, però, non convincono fino in fondo Drago.
Gasperoni sembra non essersi preso con mister Angelini.
Senza titolo-1Gli emissari doriani si appuntano il nome di Rodríguez durante Cesena-Sampdoria, assieme a quello di Carbonero. Senza la cessione di Eder non ci sono soldi: non può essere acquistato subito. La formula del prestito oneroso – più di 300mila euro – con diritto di riscatto – 2 milioni di euro – soddisfa il Cesena, che passa da 1,5-1,8 milioni di aspettativa a molto di più.
L’operazione Gasperoni si aggira sul milione, onere di prestito compreso. Si perde un Nazionale U17 e un prospetto sicuro sulla mediana, comunque non perfettamente inserito nella Primavera, e si preserva il capitale Moncini e si evita il prestito di Garritano. Sembrerebbe essere un’operazione simile a quella per Valzania a livello di scambi con la Dea.
L’obbligo di riscatto in caso di promozione su Magnusson è fissato a 1 milione di euro, l’onere in questa stagione sarà di circa 100-200mila euro. Il riscatto di De Col, ai margini dopo l’arrivo di Martic dell’Hellas allo Spezia, è fissato sugli 800mila euro.
#SGONDAMEAlejandro Rodríguez è irritante. Discolo. Non si sacrifica. Ma è anche il giocatore più determinante in organico. Eppure.
Eppure la realtà è che vale 1-1,5 milioni di euro perché, di fatto, funziona solo a mezzo servizio. Trovare chi ti potrebbe dare più di 2 milioni di euro – a patto che il ragazzo segni 4-5 gol anche questa stagione – è un lusso.
Per riequilibrare i parametri del fair play finanziario la cessione rischia di essere un obbligo. Vantaggioso, ma obbligo comunque. Anche perché al Cesena manca una prima punta di vero peso. Esattamente come nella scorsa stagione.
Perdere Gasperoni, uno dei potenziali ‘tesori’ bianconeri, in questa maniera ha dell’imbarazzante. Soprattutto per chi continua a parlare di “settore giovanile” come futuro bianconero. Quando, in realtà, si è praticamente chiesta un’elemosina alla Dea. Per sistemare le finanze. Per la seconda volta in una sessione di mercato.
Due gravi decisioni prese mentre c’è chi in società fa vacanza. Come al solito.
Bene gli arrivi: Magnusson assolutamente fuori classe, De Col buona scelta se integro fisicamente.
Tatticamente transazioni di successo. Economicamente in potenziale plusvalenza. Eppure dimostrano ancora una volta i limiti programmatici bianconeri e l’incapacità di cambiare efficientemente strategia in corsa.

Djuric Floccari RodriguezPer arrivare a Sergio Floccari il Cesena deve liberarsi di un paio di stipendi. Milan Djuric e Alejandro Rodríguez sono gli uomini che possono avere più mercato, mentre Davide Succi non ha mercato e Lorenzo Rosseti è considerato titolare da mister Drago.
Tema tatticoServe una punta centrale utile al 4-3-3, modulo di base del Cesena di questa stagione.
Cinque sono le ‘chiavi’ per quel ruolo
Protezione del pallone mentre gli esterni di seconda linea si smarcano e creano superiorità con le catene di rotazione [F]
Movimento senza palla per ‘suggerire’ agli esterni la manovra e in arretramento [F, D]
– Lavoro corto-lungo con le sponde [D, F, R]
– Dentro-fuori e tiro dalla lunga [F]
– Fuori-dentro ed efficacia in mischia [F, R]
D: Djuric; F: Floccari; R: Rodríguez
Senza titolo-1Floccari arriverebbe in prestito dal Sassuolo, con un ingaggio a carico dei bianconeri di 200mila euro, pari ad un quarto del suo stipendio. Su Djuric – per cui il Cesena vorrebbe almeno 1 milione di euro ma che viene quotato sui 650mila euro – non ci sono ancora offerte veramente ‘pesanti’, quindi ci si concentra per ora su Rodríguez – di cui Drago ammira molto la capacità di finalizzazione, deprecando il poco spirito di sacrificio –, con un ingaggio sui 125mila euro. Per lo spagnolo il Chievo – che delle squadre interessate, assieme ad Atalanta e Bologna, pare essere la più convinta – ha messo sul piatto 800mila euro, mentre il Cesena vuole 1,5 milioni. Si potrebbe chiudere a 1,1-1,2 milioni: il calciatore farebbe volentieri il secondo di Paloschi e il Cesena avrebbe di che pagare Floccari e far cassa, magari trattenendo Djuric.
#SGONDAMEDjuric è meno determinante di Rodríguez, che in B potrebbe puntare alla doppia cifra. Floccari sarebbe stato l’uomo perfetto per il 4-3-3 del tecnico crotonese, ma quattro anni fa, quando segnava 12 gol a Bergamo. ‘Peter Pan’ va tenuto, anche a discapito di Floccari, se l’arrivo dell’uno corrispondesse necessariamente al sacrificio dell’altro. Perché Drago non ha l’obbligo di andare in serie A al primo tentativo, ma di creare un gruppo che possa far crescere giovani. In realtà 200mila euro per l’ingaggio di Floccari, magari girando Djuric in prestito, non sembrano poi la luna.

vBCINQUE MOTIVI PER CUI SI DEVE PUNTARE SU ALEJANDRO RODRÍGUEZ

– È uno degli attaccanti più cinici della storia dell’AC Cesena. Dal suo debutto da pro in bianconero ha segnato 1 gol ogni 113′ di gioco: vuol dire che se ogni partita arrivasse ai supplementari, ‘Peter Pan’ segnerebbe. Luca Toni, capocannoniere della scorsa stagione in serie A, ha segnato appena una rete ogni 143′.
Ha più esperienza sul campo di Lorenzo Rosseti e, come punta centrale, ha dimostrato di avere più fiuto del gol dello juventino.
– È il giocatore che può trovarti il gol negli ultimi minuti. Quello su cui punteresti per la zampata finale: imprevedibile quando il gioco langue. Best ’12th Man’ ever: miglior dodicesimo uomo in squadra possibile.
In area non ha rivali: riesce a girarsi da entrambi i lati e ‘vede’ la rete sia di piede che di testa.
– Nonostante le voci, Rodríguez non ha mercato ‘semplice’. Sembra destinato a rimanere in bianconero fino giugno 2017 e va tutelato in quanto elemento fondamentale della squadra anche per la prossima stagione.

vNCINQUE MOTIVI PER CUI NON SI PUÒ PUNTARE SU ALEJANDRO RODRÍGUEZ

– Nonostante una media gol alta, non è mai riuscito a sfondare la doppia cifra in una stagione. E per una prima punta dotata di mobilità, è poco.
– Nonostante l’esperienza da pro continua spesso a sbagliare approccio mentale e caratteriale. Rispondere ‘presente’ non basta: va anche valutata la qualità della presenza.
Non ha il tiro da fuori e, nonostante la capacità di andare via, in uno contro uno perde la testa: Rosseti, in grado di partecipare all’azione seguendo le catene e i movimenti degli esterni, è più adatto al gioco di Drago. Non è un attaccante da 4-3-3.
– Su 3.420′ disponibili in un campionato di serie A, lui ne ha giocati solo 828′, ovvero 22′ a partita, che non è nemmeno metà di un tempo. È in campo 1 partita su 4, insomma. “Fino a che farai una partita sì e tre no non sarai mai un calciatore”… parola di Ruggiero Rizzitelli.
– Rodríguez potrebbe far gola come ‘dodicesimo’ uomo: cederlo tra 1-1,5 milioni di euro vorrebbe dire riuscire ad arrivare a Sergio Floccari.

(© Repubblica.it)

(© Repubblica.it)

Buonanotte.
Buonanotte al Cesena calcio. E ancora stiamo a chiederci se siano due punti persi o uno guadagnato. Ve l’avevo detto una settimana fa: gioiamo anche per un solo, singolo punto. Perché alla vigilia di questo campionato doveva essere retrocessione diretta. Per tutti. Il Parma e il Torino si contendevano l’Europa League. E adesso dove sono? Buonanotte anche a loro. Sperando che non si sveglino.
Buonanotte a Pierpaolo Bisoli. L’Udinese attacca sulle laterali? 3-5-1-1. L’Udinese attacca centrale? 4-3-3. L’Udinese va in vantaggio? Mette le quattro punte. E quattro punte, sia come sia, prima o poi la buttano dentro. Dai, mister, la tua pennica alla sesta giornata te la sei meritata.
Buonanotte ad Alex Rodriguez. Peter Pan soffre di narcolessia e si addormenta sempre in area. Lui a un certo punto é sveglio. E a un certo punto si appisola. Quando gli passa il pallone davanti, tipo. E poi tocca a Widmer scuoterlo per svegliarlo. Ma lui non sta nemrneno in piedi e, letteralmente, crolla dal sonno. Buonanotte ad Alex Rodriguez. E pure all’arbitro Mariani.
Buonanotte ad Hugo Almeida. Dicono che spezzi le noci di cocco flettendo un quadricipite. Dicono che il testosterone contenuto in un suo baffo metta incinta anche gli uomini. Dicono che faccia gol. Ora sentiamo cosa dicono i medici. Fino ad allora, speriamo si riposi per bene.
Buonanotte a chi ha realizzato questa trasmissione. Tranne che a me. Perché fare questa trasmissione non lascia tempo al riposo. Anche se altri preferirebbero che noi riposassimo. Ma le cose che importano di più nella,vita sono quelle per cui non si dorme mai. Le persone per cui lotti non devono subire il sonno di nessuno.
E buonanotte a chi ci ha seguiti. Noi faremo pausa campionato con voi. Ci sono un sacco di cose interessanti oltre al calcio. La politica. La gnocca. Anche se in Italia spesso coincidono. E poi… eeeeh… i Mondiali femminili di pallavolo. La autumn league di curling. La gnocca l’ho gia detta… Insomma, c’e una sacco di roba più interessante del calcio. Fino a che non ricomincia il calcio. E poi c’e il Cesena. Che col calcio spesso non ha nulla a che fare. Quindi, anche in questa pausa disintossicante dal calcio… continuate a tifare.

Trasmesso su VideoRegione

La ‘cooperativa del gol’ di una squadra è l’insieme di tanti giocatori che segna con una certa regolarità, senza nessun vero bomber, ma con più calciatori che riescono a far gol mantenendo gli stessi numeri.
Il segreto di Pierpaolo Bisoli quando nella stagione 2009-10 condusse il suo Cesena alla storica promozione in serie A con un solo punto di ritardo sulla capolista Lecce: in 42 giornate ben 55 reti segnate e sole 29 subite, differenza reti +26. Miglior difesa del campionato, miglior differenza reti. I nomi dei ‘soci’ di questa ‘cooperativa’ sono di quelli che fanno sognare: Do Prado, 9 reti; Giaccherini e Malonga, 8 reti; Schelotto, 6 reti; Parolo, 5 reti; Bucchi, 4 reti; Djuric e Greco 3 reti; Colucci, 2 reti; Ceccarelli, De Feudis, Matute, Sinigaglia e Volta 1 rete. 14 giocatori della rosa a segno.

Con la crisi di Succi, necessariamente il Cesena di oggi, per bissare l’impresa di ‘ieri’, deve fare affidamento su diverse bocche da fuoco. In 26 giornate 31 reti segnate e 20 incassate, differenza reti +11. Rapportato alla media sulle stesse giornate nella stagione 2009-10, vorrebbe dire che il Cesena dovrebbe fare conto, con quel ruolino di marcia trionfale, di 34,0 reti segnate e 18,0 subite, con una differenza reti di +16,0. Mancherebbero all’appello quindi 5 reti.
Andando a vedere le bocche da fuoco odierne, troviamo l’inghippo: Succi e Rodriguez 4 reti; D’Alessandro e Defrel, 3 reti; Belingheri, Cascione e Volta, 2 reti; Camporese, Capelli, De Feudis, Gagliardini, Garritano, Granoche, Krajnc e Tabanelli 1 rete; con 3 autoreti avversarie all’attivo. 14 giocatori della rosa finora a segno, esattamente come nella stagione dell’ultima promozione in serie A. Se prendiamo la media-gol alla 26esima giornata di quella stagione, troviamo Do Prado a 5,6 reti, Giaccherini e Malonga a 5,0 reti, Schelotto a 3,7, Parolo a 3,1, Bucchi a 2,5. Insomma, a Succi manca quasi 1 rete e mezza, e il trittico di ‘giovani leoni’ D.D.R. è indietro di più di una rete e mezzo.

Quindi non sembrerebbe solo un problema di Succi: certo, il bomber deve passar da ‘Cigno’ a ‘Fenice’ e rinascere un’altra volta, ma anche i tre ragazzacci bisogna che si diano una sveglia. Il problema è che goleador non lo sono mai stati: nella scorsa stagione D’Alessandro ha segnato 2 reti e Defrel 3… quindi già hanno fatto meglio. Serve che ‘salgano’ le prestazioni offensive di Belingheri e Cascione.

Ma, in effetti, per come è composta questa squadra, è assolutamente necessario che Succi dia di più, che si fondi o non si fondi questa ‘cooperativa del gol’.

Tratto da La Voce di Romagna