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GOMIS 5,5 Rinvii poco tranquilli, continuamente sulle spine, incerto. Specchio riflesso di una squadra arrendevole in esterna. FACHIRO
FONTANESI 5,5 Parte tutto da un suo errore in anticipo troppo al centro sulla destra, fuori posizione. Ma, attenzione, non è che gli altri fossero da meno: mancanza totale di copertura per trazione anteriore a balestra, e tocca improvvisare. Male nel frangente, ma difficile imputargli un’intera sconfitta. Cioè, magari farà comodo pensarlo perché tanto ormai si è deciso che ci debba essere per forza un colpevole definito per non riuscire ad essere lì davanti, ma semplicemente c’è una squadra che non riesce ad essere determinante per il salto di qualità costante. Capita. Come capita fare la cappella della vita, che forse costerà un campionato. CAPRO ESPIATORIO
CAPELLI 6 Non c’è male… sia nel coprire il suo spazio che quello lasciato da una squadra che il centrocampo a 4 lo ha visto una volta a Football Manager. Nettamente il migliore in campo, almeno per quello che riguarda il mantenersi in piena dignità nel proprio ruolo. ONESTO
MAGNUSSON 6 Rischia in un paio di occasioni ma non è tra i colpevoli della debackle: come Sensi, Kone, Ragusa, Valzania e Rosseti è un giocatore che non c’entra praticamente nulla in questa squadra. FUGA DA CESENA
RENZETTI 5 Qui io continuo a scriverlo da febbraio: non ne ha più. Si fa inchiodare da Nizzetto che poi esalta Petkovic, ma per il resto della partita non fa nulla di più che numero in campo e qualche lamentela col direttore di gara. I cambi dalla panchina dimostrano che anche i semimorti ex infortunati fanno di più di chi è in campo e non è che sia proprio un bel segno per il finale di stagione. ANDATO (IN LIGURIA?)
RAGUSA 5 Uno spunto. Uno scatto. Non è possibile per lui fare di più, mancando la fase di regia intermedia, dovendosi affidare a qualche pallone portato dalla fascia. Non è in posizione, ammesso e non concesso lo sia mai stato in questo campionato, e non può far granché. DUE ROBE E BASTA
KONE 4,5 Siamo quasi a fine campionato, non ho problemi a scriverlo: la sua presenza in campo resta deleteria anche quando gioca bene, perché non c’entra nulla con questa squadra. Pensa poi quando è inguardabile come oggi: l’unica volta che supera la trequarti improvvisamente riappare il Molise. “Fa un lavoro preziosissimo, io lo vorrei sempre in campo”. Bene, anche gli avversari. TENDENZE SUICIDE
CASCIONE 5,5 Mi sanguina l’anima a scriverlo, ma se c’è stato uno veramente efficace nel mezzo centrocampo a 4 improvvisato da Drago è stato lui. Nulla di che, sia chiaro, nemmeno grandi idee, ma certamente filtro a sinistra per supportare Renzetti e Falasco e un minimo di impostazione in fase difensiva. Per se stesso. Poi sul contropiede è panico, per lui come per tutti. (Dal 46′ SENSI 6 Rientro vigoroso, con un tackle importante, un assist al bacio e oggi bastava entrare e sbadigliare che già si faceva qualcosa più di quanto fatto da tutta la squadra nel primo tempo. In tutto questo, ribadisco: non apprezzato dal ds, non amato dalla società, già venduto… aveva senso tenerlo a gennaio considerato che si è fatto di TUTTO negli anni passati per evitare che facesse il calciatore? BASTA POCO CHE CE VO’?)
FALASCO 5,5 Altro cambio, ma altro calciatore che non fa danni. Magari nella testa di Drago l’esperimento della fascia sinistra è miseramente fallito, ma di sicuro pericoli da quella parte ne causa pochini. Vero è che non fa praticamente nient’altro, ma quando si guardano tanti suicidi in sequenza, non subire è un po’ godere. PUGNETTA SLAVA (QUESTA LA SPIEGO IN PRIVATO) (Dal 46′ FALCO 6 Mette in movimento, fa pressione, incasina i piani del Trapani, ma la voglia non basta se non c’è lucidità costante per tutto il tempo. CASINARO)
ROSSETI 5,5 Il Cesena ha giocato in 10 per quasi tutta la gara, ma continua a trattarsi dell’attaccante sbagliato nella squadra sbagliata, a dimostrazione che aver dato il pieno controllo della situazione tecnica a Rino Foschi abbinandolo ad un allenatore caratterialmente duttile non abbia prodotto sempre scelte tecniche ottimali. Ma non è lui l’uomo con cui prendersela. INCOLPEVOLMENTE INUTILE (Dal 61′ DALMONTE 6,5 E questo non è ancora un giocatore da serie B, perché gli manca capire in anticipo cosa fare: poi quando è Sensi a servirti non ne hai quasi mai bisogno e puoi essere il migliore della squadra giocando la metà di tutti gli altri giocatori. Primo gol per lui tra i pro. SI COMINCIA?)
CIANO 5,5 Non gli si può chiedere sempre di chiudere la partita su punizione, altrimenti non giocherebbe a Cesena. In serie B. Ma giocherebbe in serie A, da qualche anno. Più che fuoriclasse, miglior giocatore della categoria. Tecnicamente può fare quello che vuole, tranne cambiare le cose quando gli altri non riescono nemmeno a veder palla. NON BASTA PROVARCI
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DRAGO 4,5 Esperimenti. A fine aprile. In trasferta. E nel giorno del centrocampo a 4 tiene in panchina Valzania, il miglior interprete di questo modulo. E baaaaaaaaasta, mister. Che tu sia in panico totale se le cose non girano lo si vede da quando hai fatto due cambi nella ripresa. HE’S LOST CONTROL
AC CESENA 4,5 Ancora una volta, al momento della conferma, della continuità, della svolta in affidabilità, la squadra crolla. Costanti nell’incostanza, dalle stelle alle stalle. Ci si aggiunga che certe partite sarebbero da cancellare dagli annali a livello di impegno e voglia di dare tutto. INDECOROSI

© Gian Piero Travini

GOMIS 6,5 Non sembra essere al massimo della forma, e commette qualche errorino in uscita… poi ogni volta che serve metterci la mano ce la mette con puntualità. E questa volta l’arbitro non ci mette del suo per incasinargli la vita. SALVO
PERICO 6,5 Idolo assoluto, immola il suo faccione a badile sul terra-aria di Maniero nel momento in cui il Bari decide di fare pressing anche agli addetti stampa. Rimane a terra venti minuti in cui ha tempo anche di rendersi conto di star giocando la miglior stagione della sua vita, poi si alza e ne chiede ancora, perché non gli basta mai. E non c’è Ciano a far filtro come al solito, quindi tanta roba per lui. INSAZIABILE
CALDARA 7 Insormontabile, sia dentro l’area che fuori. Partita tecnicamente perfetta, dove non lascia spazi utili alle azioni baresi. Spazza quando deve, anticipa con puntualità, infonde sicurezza a tutta la squadra. LA BARRIERA
CAPELLI 6,5 È su tutti i palloni e quando si intensifica l’azione pare non voler mai indietreggiare. Certo poi ti libera con un colpo di testa Sansone ed è un po’ come lasciare una valigia abbandonata nella metropolitana di Bruxelles, ma per ora va bene così. GENEROSO
FALASCO 7 Pianino, bèll. Pianino. Ci vuole uno che faccia il cross dalla trequarti per il bosniaco, ma poi bisogna stare attenti dietro… e un paio di volte il ragazzo si dimentica l’uomo, ma ha una crescita durante la gara notevole. Insomma, non è che non tenga col fiato sospeso, ma non si rimpiange l’ultima fase di Renzetti, che in più di lui arriva sul fondo. BREATHLESS
VALZANIA 6,5 Il ‘Killer’ non sbaglia un colpo: se deve mettere la gamba lo fa sempre… il paraadosso è che si becca il giallo nell’unico fallo che non commette. Poi ha un piedaccio quest’anno che non si guarda, ma se iniziamo a parlare di concetti molto cesenati come grinta, rabbia, efficacia nel fermare l’azione, he’s da man. Negli ultimi minuti continua a spingere, tanto da dare anche un paio di bei ultimi passaggi. UCCISORE
CASCIONE 6 In fase di regia migliora lentamente nella ripresa, ma per 45′ è totalmente avulso dalla situazione offensiva. Poi in difesa “fa filtro”… eh, bene… però manca sempre il regista che offra un’alternativa…. poi ognuno dice la sua su questo giocatore, ma per me manca ancora qualcosa: più sereno del solito. ALTRI MESTIERI
KESSIÉ 5,5 Non c’è Sensi e non ha punti di riferimento: vaga per il campo e, quando ha la palla tra i piedi, non riesce a prendere una decisione propositiva che funzioni. E se poi perde anche i contrasti… Non riesce ad entrare mai in partita, bloccato dal forsennato forcing della mediana barese. IL LABIRINTO DEL FAUNO
CIANO 6 Poco brillante, con mezza gamba in meno nella corsa, inizia a risentire dei due mesi di assoluto spettacolo regalati alla causa bianconera. Il che vuol dire che si fatica un po’ di più sui tagli e che qualcosa là davanti è mancato: certo non in termini di voglia o di pressing, dove ha comunque fatto cose egregie. IMMANCABILE (82′ DALMONTE 6 Un paio di chiusure in una quindicina di minuti che diventano preziose quando qualsiasi contropiede potrebbe far male. Gestione tattica dell’ultimo pallone imbarazzante PRESENTE)
DJURIC 6 Non si inventa nulla di nuovo, ma in questa partita era palese che venisse annullato… la cosa interessante è che perde meno palloni del previsto, fa qualche movimento interessante, ma di sicuro non semina troppi pericoli. SPUNTATO (45′ ROSSETI 6 Ma con degli X chiamati non è semplice trovare il guizzo vincente… difese troppo chiuse e si chiede la prova di squadra… e lui per la squadra sa giocare. CI PROVA)
GARRITANO 6 Gioca tipo mezzo terzino. E tenere così indietro l’unico che possa puntare e saltare l’uomo è come tagliarsi il pirillo in un camerino di Victoria’s Secret: danni non ce ne sono, ma che rabbia… Nel secondo tempo la lingua striscia sull’erba, ma c’è comunque grande volontà. ORIZZONTALE (92′ FONTANESI SV)

DRAGO 6,5 Una squadra a trazione posteriore che però non sembra rinunciataria e che quando ha qualche aziona buona per colpire lo fa. I cambi sono praticamente obbligati, anche se forse valeva la pena di cavare Garritano qualche minuto prima, ma effettivamente qui si fa della chiacchiera: un punto a Bari è tanta roba. E se ci fosse stato Ragausa… NON SBAGLIA
AC CESENA 6,5 Gran prova del collettivo, bloccando una squadra che in casa avrebbe dovuto fare tutto quello che voleva. Insomma, un punto strappato nella trasferta più dura dell’anno senza nessun problema. Ecco, questo è il punto più importante: non si soffre. SOLIDITÀ

MAX 7,5 Porta una salsiccia di castrato che tuona. Bene anche il wurstellone, anche se lui non ci crede troppo. GARANZIA E MODESTIA

© Gian Piero Travini

GOMIS 6 Incolpevole sulle due reti subite, vorrebbe prima o poi subire un gol come Dio comanda. MOSÈ
PERICO 5,5 Scambia Antonio Zito, ala dei campani, per Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico. In soggezione verso il ‘Pelè Bianco delle Due Sicilie’, lascia campo libero su ogni incursione del laterale salernitano. Al termine della partita, chiede al suo agente di procurarsi un interprete di portoghese per poter chiedere una dedica all’avversario. IN CONFUSÃO
CAPELLI 6,5 Del tutto disinteressato ad interventi puliti, si prodiga a chiudere ogni spazio al reparto offensivo dei granata e si esalta quando crede di essere tornato ai tempi delle guerre Bergamo-bresciane e di trovarsi faccia a faccia con un reparto scelto di artificieri. Ma soprattutto, ingaggia una lotta a colpi di testosterone con Coda, famigerato recordman di chi ce l’ha più lungo causa nomen omen. GRANATIERE
CALDARA 5 Al 16’ viene ammonito per un intervento insensato a metà campo e non si rende conto di apparire al dantesco Baracani come il Cavalcante della situazione: materialista e pure ghibellino. 11′ più tardi, il direttore di gara applica una legge del contrappasso durissima mandandolo sotto la doccia per un intervento neanche da sanzionare, che si trasforma in seconda ammonizione e calcio di rigore. DANTESCO
RENZETTI 6,5 Gara più che dignitosa del ‘Renzo’, che trova il modo di mandare in folle Bus e il pacchetto offensivo della Salernitana che opera nella sua zona. Sgroppata niente male al 84′ quando manda la difesa campana in bambola. Esagera un po’ quando durante le azioni d’attacco comincia a canticchiare il pezzo della Pravo e non riesce a calibrare bene la rotazione a rientrare del pallone, sui propri cross: “Tu mi fai girar, tu mi fai girar”… ma la palla è sempre ferma-aa. LA BAMBOLA
SENSI 7 Al 61’ produce una palla al bacio per la testa di Kessié. Disegna da geometra, anche se a volte gli manca un po’ di sostanza e cattiveria nel filtrante, da poter far saltare gli equilibri della gara. NO CALCE, NO PARTY
KONE 6,5 Miglior azione dell’ivoriano, quando al 75′ entra in area avversaria in slow motion, ne salta due e si presenta al tiro. Lentezza di caricamento paragonabile al momento di passaggio da i primi sistemi operativi Microsoft, a quando l’industria dei browser cominciò a produrre programmi più efficienti, ma molto più pesanti e sproporzionati ai computer del tempo. FIREFOX SU WINDOWS 95
CIANO 7 Comincia la parte migliore della sua gara, appena dopo che il Cesena è rimasto in dieci per l’espulsione di Caldara. Fa suo il teorema di un vecchio boemo per cui il campo da calcio è preferibilmente dimensionato per essere calcato da dieci giocatori, anziché undici. ZEMANLANDER (Dall’86′ DALMONTE SV)
FALCO 6 Al 18′ comincia la gara con un tiro al piccione che finisce in curva Mare, ma un paio di minuti più tardi ci riprova e si avvicina di più allo specchio della porta campana. Sembra poter dare fastidio agli avversari, ma sul più bello viene abbattuto per venire incontro ai bisogni della squadra. VOLATILE SOTTO TIRO (Dal 36′ LUCCHINI 5,5 Probabilmente non riesce mai a concludere un’intera partita perché è impegnato in qualche altro campionato, in un diverso spazio-tempo. DIMENSIONI PARALLELE; dal 54′ MAGNUSSON 5,5 Fa il suo in difesa: con lui in campo si prende sempre almeno un gol. PARADOSSO)
KESSIÉ 6,5 Si mangia l’occasione più importante della gara, quando non riesce a indirizzare la palla di testa in porta, servitagli da Sensi. Per il resto, ad ogni azione sembra dare l’idea di essere tonico, per poi sbarellare poco dopo. GIN TONIC
DJURIC 5,5 Sfrutta il regalo di Baracani sul calcio di rigore a favore dei bianconeri, tuttavia per il resto del tempo è assente dalla gara. Non trova la porta, ma in compenso la lascia aperta per Bagadur, che è libero dalla sua marcatura quando segna il gol vittoria allo scadere. SBARACCATO

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DRAGO 5,5 sembra saper reggere la partita anche se perde, dopo appena 52′, due uomini. Poi però, si ritrova in un labirinto greco e non sa costruire il giusto climax per vincere la partita nel secondo tempo. L’APPARENZA INGANNA
A.C. CESENA 6,5 Ambiente compatto, nonostante la serata infrasettimanale e il clima non proprio primaverile. Purtroppo questa sconfitta è una pura doccia fredda, ma in campo l’impegno si è visto… forse serviva più cattiveria all’inizio. AVER FAME… 
TIFO BIANCONERO 7,5 Uscire dal lavoro e sentire il boato della ‘Fiorita’ e rendersi conto che la squadra ha perso ma che i ragazzi ci credono, vale tutto. ESSERCI [by GPT]

 

© Francesco Mondardini

GOMIS 7 … e niente, a fine partita è pure andato ad un appuntamento con la fidanzata di Caputo. Sono tutte sue. LA BESTIA NERA
PERICO 7 Sta infilando la stagione della vita, quasi come la B gli stesse pure stretto… Vederlo andare anche in posizione da centrale è come leggere per la prima volta il Texone di Magnus: non importa che la storia non funzioni, tanto sono i disegni quelli che contano. Ecco, non importa che la sua posizione sia sempre ondivaga, importa che ci metta il piede e che abbia pure voglia di far gol. ARTISTA
CALDARA 6 La gestione della squadra, dello spogliatoio, più in generale della ‘situazione’ Cesena lo ha reso insicuro e poco attento… i primi segnali a Brescia, oggi la conferma. Il porto sicuro bianconero diventa una banchina traballante, fino a che la squadra non va in vantaggio. A quel punto vanno via tutte le paure e si può pure permettere di buttarla dentro con parti del corpo che nemmeno sapeva di avere, salendo dal punto di vista della personalità e dell’imposizione del gioco, confermandosi uno dei migliori in anticipo ai limiti dell’area. Ma se l’Entella avesse segnato, parleremmo di un’altra gara. INFARTO
LUCCHINI 6 Meno traballante del solito, un paio di chiusure dei bei tempi andati, un paio di interventi da piantarsi due dita negli occhi che Edipo almeno aveva la scusante dell’incesto. Nell’economia della gara la bilancia pende dalla parte dell’ex atalantino, e di per sé è già un bel successo. NON È UNA TRAGEDIA GRECA
RENZETTI 6 Mestiere, esperienza, lucidità e capacità di muovere il pallone, ma l’impressione è che abbia bisogno di un po’ di rifiato: non sarebbe male vedere un po’ Mazzotta al suo posto, magari per un inserimento nell’ultima mezzora in avanti, perché potrebbe anche avere qualche cartuccia da sparare dato che diventa sempre più efficace sulla linea di fondo. CAMBIO
VALZANIA 6 Parliamone. Torna dal primo minuto. E cresce. E porta il pallone avanti. E lotta fino a che non è finita. Candido e ingenuo pensa di scartare tutta la retroguardia ligure, ma si incarta perché il resto della squadra rimane troppo basso e lui non è che aspetti. Prestazione generosa quasi pericolosa che mostra la voglia del ragazzo di voler ritornare a giocarsi una maglia da titolare: la sovrabbondanza di centrocampisti a ranghi completi non lo aiuta… ed è un vero peccato. IN QUALSIASI ALTRA SQUADRA SAREBBE TITOLARE FISSO (Dal 94′ GASPERI SV)
KESSIÉ 6,5 Spero che ora sia chiaro che il di più di questa squadra in mezzo al campo non sia lui. Inutile parlare degli assenti e montar polemica, ma anche da arretrato educato fa la sua figura: poche percussioni, ben impostate, pochi tiri, abbastanza pericolosi, tanto fiato e pressioni, con palloni recuperati più dai compagni in fase di recupero che da lui, comunque tatticamente essenziale. SOSTANZA
CIANO 7,5 Uno dei pochissimi a risaltare con una prova sopra gli standard in Lombardia, continua a fornire i migliori palloni della squadra, con una strapotenza tecnica imbarazzante. Piazza il pallone che, deviato, costruisce il rigore che lui stesso trasforma, imposta per tutta la partita e guadagna minuti migliorando la tenuta, il punto debole fino ad oggi: arriva quasi fino alla fine, questa volta. ESPONENZIALE (Dall’85′ MAZZOTTA SV)
KONE 5,5 L’esperimento di oggi: contare quanti palloni passino dalle sue parti e quanti effettivamente diventino giocabili. Il risultato è che di fatto i bianconeri rischiano di giocare con un calciatore in meno che, oltretutto, in fase offensiva non aiuta nei movimenti Djuric e gli esterni. Vero è che non è sua la pretesa di essere reinventato regista avanzato, e che quando si muove davanti alla difesa diventa fondamentale: con la sicurezza la sua prestazione si rinvigorisce, e il centrocampo previsto da Drago acquisisce grande dignità. DAVANTI ALLA DIFESA È L’INEFFABILE SPLENDORE
GARRITANO 6 Un tiro, qualche sgroppata, ma in generale ancora fuori dai veri giochi: dopo un inizio stagione a bomba non riesce a rimettersi in carreggiata sui livelli cui ci aveva abituato questa stagione. Di sicuro non combina danni, anzi contribuendo ad allungare in fase di possesso la squadra. ELASTICO (Dal 66′ DALMONTE 6 Dobbiamo iniziare il countdown per la sua imminente cessione? Entra in campo e sembra poterlo mantenere. VEDREMO)
DJURIC 7 Bravissimo. Non segna, ma bravissimo comunque. Si prende i falli giusti, viene considerato pericoloso dai centrali che non lo mollano, sposta la difesa verso il lato debole con il taglio permettendo le percussioni degli esterni. Il tutto mantenendo il pallone, cosa che non gli era stata insegnata per il passato… ovvero il motivo per cui ci si era orientati a giugno su Rosseti: ora manca solo lo scarico dentro l’area di piede. COME ROSSETI, MA MEGLIO
Stadio-Manuzzi-Cesena-curvaDRAGO 6 Prima del rigore si sono visti più limiti che altro nel suo impianto di gioco… poi la china è andata in discesa e lui ne ha solo che goduto. Soprattutto sono arrivati quei segnali che si aspettava dai ‘panchinari’ (Lucchini, Valzania) a Torino, la scintilla iniziale del dramma bianconero: dopo una gara beffa come quella di Brescia potrebbe anche essersi chiuso un cerchio. “La programmazione è fondamentale per chi non ha molti soldi”… da capire di che tipo di programmazione si parla, ma le parole sono ben più che sante: sono angeliche. SAREBBE BELLO
AC CESENA 6,5 Poco da dire: i ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare, raggiungendo una vittoria costretta che, mancata, avrebbe riportato nell’abisso dell’impotenza tutto l’ambiente. TROPPO IMPORTANTE

© Gian Piero Travini

GOMIS 7,5 Miglior giocatore della prima parte di stagione bianconera, salvezza in diverse occasioni, scoperta preziosa quando ce n’è stato reale bisogno, un paio di uscite infelici con Lanciano e Pro Vercelli… due partite in un campionato da protagonista assoluto. IL MIGLIORE
AGLIARDI 6+ Come secondo portiere è una garanzia, come titolare ha ben figurato a inizio campionato ma a Torino ha ricordato l’ultimo uomo di Bologna, alternando grandi interventi ad errori marchiani. Determinante contro il Novara, si è fatto trovare pronto dopo l’infortunio di Gomis: tutto ciò che si potrebbe volere da un onesto gregario. PRONTO
MENEGATTI NG
PERICO 6,5 Alle prime prestazioni ci si chiede perché quest’uomo giochi ancora: poco fiato, poche idee, tanti errori. La svolta vera arriva a Perugia: in una partita complicatissima, da correre per 90′, finita in nove per un arbitraggio ridicolo, Perico regge senza mai cadere. Aiutato dai compagni di reparto, aiutato dagli esterni alti, regge. Da quel momento in poi inizia a giocare un po’ più arretrato, a fare meno percussioni in avanti, a coprire i compagni, diventando un terzino poco mobile ma dannatamente efficace in chiusura. Non era previsto quel ruolo nel modulo di Drago, ma è grazie anche a lui se il finale di stagione non sia stato un tracollo. BORN AGAIN
DE COL 5 Salta tutta la preparazione con la squadra, il che porta ad una difficile integrazione nell’ambiente: non che sia colpa sua, dato che arriva con l’ultimo treno di mercato, ma va comunque tenuto in conto. Non convince in nessuna delle sue prestazioni: da titolare fisso viene retrocesso a seconda scelta costante, principale fautore – indirettamente – dell’esplosione di Perico. Altro bocciato da Drago, ma non riammesso. AI MARGINI
CALDARA 7 Il più costante dei bianconeri, il più elegante difensore della serie B: talento per ordine, per capacità di lettura dell’azione, per tranquillità nell’intervento. Un solo difetto, che lo accomuna a Gomis: il gioco aereo, dove subisce troppo per un centrale così ben impostato. Non gli si possono attribuire colpe, ma solo ringraziamenti per il buon gioco portato e i compensi per la sua valorizzazione… pur essendo nettamente il migliore del suo reparto ha sempre dimostrato grandissima umiltà in campo e fuori. LORD BYRON
CAPELLI 6 L’unico fra gli uomini di Drago in grado di dettare la linea quando è in campo: insomma, la fascia è bene che stia al suo braccio, nonostante alcuni limiti dovuti ad una fase sportiva in chiara discesa. Si conferma di medio livello per la serie B nonostante la Caldara-dipendenza evidenziata in più occasioni, con una lentezza sul primo passo che si era manifestata anche sul finale della scorsa stagione. CHIOCCIA
LUCCHINI 5+ Dopo Torino qualcosa si è rotto, ma pian piano è entrato in un ordine di idee che deve giocoforza trasformarsi in una chioccia non solo per il reparto difensivo, ma per tutta la squadra. A gennaio inizierà il corso da allenatore Uefa B, segno che la volontà di ammettere l’arrivo della maturità sportiva c’è: al di là delle prestazioni in campo, purtroppo raramente da far la differenza, è importantissimo che da giocatori come lui passi il salto di qualità nello spogliatoio e negli atteggiamenti. VENGA IL TUO REGNO
MAGNUSSON 5,5 Sin dalle prime battute si è capito che questo non fosse né il suo tempo, né il suo spazio: Cesena non fitta più all’islandese, ma è una questione di impostazione di gioco, non di altro. Certo, lui è sembrato molto più appannato della passata stagione dove, senza troppi giri di parole, è uno dei due o tre ad esseri salvato. Certo, lui è arrivato praticamente a fine preparazione e questo può avere inciso. Lui si sarebbe aspettato altro dopo un anno di serie A, quindi la demotivazione può aver giocato un brutto scherzo, ma non è stato il centrale più adatto per questa difesa. FOREIGN FIGHTER
RENZETTI 6,5 Prima giornata… Renzetti poteva anche essere uno dei partenti che non sarebbe cambiato nulla. Poi ha iniziato a guadagnar campo, a farsi trovar pronto, in forza di un Mazzotta comunque strepitoso nei primi mesi, mostrando crescita continua, segno che i problemi fisici del passato avevano finito di tormentarlo, cancellando di fatto un anno e mezzo di carriera. Si getta alle spalle tutto sfoderando un paio di grandissime partite, da mattatore assoluto in avanti e indietro: poi cala come tutto il resto della batteria esterni a disposizione di Drago, ma non per tutti i 90′, tirando fuori comunque colpi importanti. BENTORNATO
MAZZOTTA 6- Partito a bomba, poi infortunato, poi sparito. Seguendo la chiave di lettura dell’incomunicabilità tra giocatori-settore sanitario-settore tecnico, anche lui è finito nel limbo di chi era partito come uomo di Drago per poi non averlo completamente convinto. Va detto che per il secondo anno pare non essersi riuscito ad integrare perfettamente nel sistema-Cesena, ma dargli un’insufficienza pare impossibile: però qualcosa non ha funzionato e lui del resto era partito nell’undici titolare, quindi qualcosa deve aver combinato. SMARRITO
MOLINA 5 Voleva disperatamente diventare terzino destro: il Cesena ha puntato su questa scommessa e Drago si è messo in gioco in toto. Tutta la preparazione l’ha fatta in quel ruolo, poi debutta esterno sinistro… Che sia un’annata balorda per lui lo si vede anche da questo indicatore. Entra nelle rotazioni a destra più per mancanza di alternative che per altri motivi. UN TEOREMA CHE PARTE CON IPOTESI SBAGLIATE È UN TEOREMA SBAGLIATO
VALZANIA 6 Parte titolare, poi viene messo nel dimenticatoio da Drago dopo l’infortunio, preferendogli quasi sistematicamente Tabanelli nei momenti di emergenza. Eppure nella disfatta di Torino è l’unico ad avere il passo da categoria, nonostante allenamenti discontinui: per lui sicuramente mezza stagione persa in un’età dove servirebbe solo gioco per il continuo miglioramento. Separazione scontata in fase di mercato, ma ci rimettono i bianconeri: lui ha solo da guadagnare. QUESTIONE DI SCELTE
VARANO NG
RAGUSA 6,5 Finale di stagione da buttare: spompato, massacrato dagli avversari, poco lucido sotto porta, incapace di recupero. Poi si guardi semplicemente a chi ha fatto la differenza per il resto della stagione e alla casella gol fatti e minuti giocati il ragazzo domina. Dovrebbe fare ancora di più, ma non è uno di quei giocatori che siano stati perfettamente inquadrati e messi nelle condizioni migliori di giocare dal tecnico, che pure lo considera imprescindibile. Più volte abbiamo fatto presente che con questi ritmi si sarebbe bruciato a fine girone e così è successo: lui merita riposo, non pungolo. A quello ci si penserà quando si riprenderà a macinare. DETERMINANTE
SENSI 7- Il ‘Mago’ di Urbania, scacciato fino alla fine dell’era Bisoli perché svogliato e appoggiato a San Marino, rischiando pure di perderlo, sta dimostrando di essere uno dei più forti calciatori mai passati a Cesena. Non si può far finta, comunque, che sia prodotto del vivaio, cresciuto in area riminese e portato a Cesena già in età avanzata da Galassi ai tempi della presidenza Campedelli: è stata un’operazione di mercato geniale e deve far scuola per quello. In campo è l’unico, ad oggi, ad essere in grado di impostare gioco, sia in ripartenza che in verticale lento: naturalmente ha bisogno di sponde e di gente che faccia della legna per lui, nonostante sia cresciuto tantissimo in fase di contenimento, sfruttando la sua velocità e la sua capacità istintiva di cogliere il tempo giusto. Tuttavia manca una cosa importantissima, che potrà maturare solo con la continua esperienza: l’essere faro anche e soprattutto quando la nave affonda. CAPITAN FUTURO
CASCIONE 5,5 Non corre… corresse, magari, ma non ce la fa più. E se non corri, con le fasce che ti ritrovi al fianco, fai poco. Poi si può far finta di vedere o non vedere i suoi limiti in regia in questa stagione, ma bisogna attenersi ai fatti. I fatti dicono che non si è riuscito ad integrare con Sensi e che, da solo, non è riuscito a dare un’identità alla squadra: nel 4-2-3-1 tuttavia ha avuto occasione di fare anche bene con il ‘Mago’ di Urbania, quindi non è che tutto sia veramente perduto. Sembra aver retto bene il momento no del suo rapporto con la maglia, tradizionalmente da un mese e mezzo prima della fase di mercato, ma bisognerà vedere dove lo porterà il calcio: ad oggi è una riserva di Sensi. LENTO
KONE 5+ Altra grande delusione, considerato il suo curriculum e l’età: ci si aspettava tanto, troppo da lui, andando poi a far reparto con un suo compagno storico di Pescara, in un modulo identico, con quello che viene definito da tutti il “nuovo Verratti”… invece proprio la contemporanea presenza di lui e Cascione con Sensi ha segnato la prima grande involuzione del gioco bianconero. In crescita in finale d’anno, utilizzato più da incursore, ma siamo ancora lontani da quelle che erano le sue potenzialità. SENZA ACCENTO
TABANELLI 6 A fine anno si giudicano due mezze stagioni, non la prestazione nella singola partita… una storia, insomma. Una storia che ci racconta di un figlio di Romagna che sta cercando di ritornare a fare quello che ha sempre sognato, ma che per una fragilità radicata nel profondo, per molto tempo durante una stagione non riesce a fare. In questo momento forse non è nemmeno da categoria – di sicuro non sui 90′ –, ma è anche vero che certe favole devono ancora essere scritte. TANTO TEMPO FA, IN UNA ROMAGNA LONTANA LONTANA… 
KESSIÉ 7 Il compagno naturale di Sensi in reparto, una forza della natura, tipo Juggernaut della Confraternita Dei Mutanti Malvagi – che tra l’altro nel film X-Men: Last Stand è stato interpretato da Vinnie Jones, uno della Crazy Gang del Wimbledon l’anno della FA Cup –, che sembrava impossibile da arrestare. Invece anche lui si è dovuto arrendere a qualche acciacco e ha dovuto riprendersi in maniera molto, molto lenta, perdendosi metà della stagione ma risultando comunque uno dei più attivi e presenti nelle ultime gare. Ripartire da lui per questo 2016 sarà imprescindibile, anche se ovviamente gli manca ancora una certa educazione calcistica in chiave tattica senza il possesso del pallone. FENOMENO
IMPROTA NG
CIANO 5 Preso per fare la differenza, invano: il goleador da 17 reti col Crotone di Drago ha bollato appena 3 volte in questa stagione, trasformandosi però in assistman con già 4 servizi in sole 11 gare giocate. Una metamorfosi che, però, non ha portato quanto sperato, anche ricordando le fasi tribolate di mercato per portarlo a Cesena. Per lui doveva essere la consacrazione definitiva per iniziare a guardare verso la serie A, ma per ora è fermo al palo e allo strapotere tecnico: a lui la decisione su cosa voler fare da grande. IMPALATO
GARRITANO 6+ Confusionario, letale in accelerazione, volitivo… Garritano costa 75mila euro di riscatto dall’Inter e diventa il simbolo del primo Cesena, il bel Cesena, il Cesena dei giovani, prendendo palla e buttandola dentro o in mezzo senza tema d’esser fermato. Ci pensa la sorte, ci pensano i risultati altalenanti che spengono gli entusiasmi, ci pensa anche lui che non riesce a rimettersi ai livelli di inizio campionato: considerato che anche lui non avrebbe dovuto fare la differenza, in realtà è tanta roba. TURBOLENTO
DALMONTE NG
DJURIC 7 In serie A era qualcosa di impensabile, una zavorra nonostante un’indubbia efficacia di base, pur dispendiosa. Doveva essere il sacrificato in fase di mercato, poi la partenza di Rodríguez e lo scarso appeal in fase di mercato lo hanno graziato: l’infortunio di Rosseti e, non neghiamolo, la risposta al di sotto delle aspettative dello juventino ne han fatto salire le quotazioni. In Nazionale è sbocciato e ha iniziato a segnare gol anche di piede, tenendo il passo con molti difensori e riuscendo anche a girarsi e calciare , non solo a fare il ganganone che la spizza di testa. La serie B è indubbiamente cosa sua, almeno nel gioco bianconero: questo non era scontato, questo è forse il piccolo gioiello della prima parte di stagione. PRIMA PUNTA
MONCINI SV Non è giocatore da categoria, semplicemente: metterlo in campo è stata una bella palestra, ma un’occasione che non poteva sfruttare per manifesta impreparazione. Ora si riparte quasi certamente dalla Lega Pro: vedremo se smentirà le impressioni, ovvero che dalla Primavera ai pro il salto per lui sia stato troppo, troppo alto. ANNOZERO
ROSSETI 5,5 Una sola rete per una prima punta titolare in undici partite giocate: può essere un’arma tattica e il giocatore più adatto per il modulo di Drago, ma il risultato è che gioca titolare Djuric, uno che ad inizio anno non doveva nemmeno essere qui. Non sono arrivati molti palloni, ma il fatto rimane: l’impresa, titanica probabilmente, ad oggi lo ha schiacciato. SCHIENATO
SUCCI SV Non si può valutare un pezzo di storia del Cesena simile: è lui ora a dover giudicare se stesso e a trarne le conseguenti scelte. In ogni caso ha fatto molto di più di quello che ci ricordiamo. COMUNQUE NELLA STORIA
12033113_180779508926419_7096443013799746942_n DRAGO 6- Doveva portare un atteggiamento di gioco che producesse gol a ripetizione: settimo attacco del campionato, quarta per differenza reti. Considerato che non gli è stata presa una prima punta – come già capitato in passato – e che diversi giocatori non sono stati a disposizione, rimane una gestione dello spogliatoio e una comunicazione pubblica correlata che sono necessariamente da reimpostare, perché l’idea che la squadra si sia scollata è passata. È stato lasciato anche troppo solo come debuttante fuori dal suo ambiente, e probabilmente ha fatto quello che poteva con quello che poteva. Tecnicamente gli si possono imputare le problematiche con gli interni di centrocampo e un’incapacità di cambiare in corso d’opera la squadra che è montata con il passare del tempo e il calo delle prestazioni, per tacere della differenza tra approccio casalingo e approccio in trasferta. Ora sta a lui capire come fare: ha tempo, e ha modo. CHE LA PAUSA SIA CON TE
SETTORE TECNICO 7- La squadra è stata costruita bene, con pochi soldi, puntando su top class di categoria e sulle valorizzazioni di giovani talenti. I giocatori di proprietà hanno risposto parzialmente – vedi Ciano, Mazzotta e Ragusa –, probabilmente il centrocampo ha collezionato troppi interni, Rosseti non è riuscito a diventare il fattore determinante che si auspicava. In fase entrata-uscita, costretto ad operazioni come quelle di Valzania-Gasperoni con l’Atalanta e Rodríguez con la Sampdoria, porta a casa il possibile. Ora sarà fondamentale la gestione del mercato invernale, non tanto in chiave rafforzamento, quanto in ottica valorizzazione del lavoro di Massimo Drago, fino ad ora difeso ma forse non con l’intensità che ci si aspettava.  NOZZE COI FICHI SECCHI (O QUASI)
SETTORE DIRIGENZIALE NG Non sono ancora pubblici i bilanci a giugno 2015, quindi qualsiasi valutazione sull’operato stagionale tout court di Cesena & Co. e AC Cesena spa è da rimandare. NON GIUDICABILE
AC CESENA 6 La squadra è lì, in zona playoff, dove doveva essere. Il trend è negativo, l’umore è sotto le scarpe e, soprattutto, il Perugia ha una gara in meno, ma di riffa o di raffa l’obiettivo di inizio anno è mantenuto. Troppe cose non funzionano e troppe alchimie si sono perse per strada, quando sulla carta le prime tre-quattro posizioni dovevano essere l’ambiente naturale… e fino a che il pallone girava era giusto scrivere ciò che si vedeva… ora è invece il momento di fare quadrato e di dire che sì, è andata al di sotto delle aspettative, ma solo perché da questa squadra e da questo settore tecnico ci si aspetta sempre il meglio. E ci si aspetta anche che emerga un leader nello spogliatoio: Perico deve mettere su cattiveria, Capelli deve ancora calarsi nella parte, a Lucchini si chiede un grande sacrificio personale, per Renzetti è una questione di carta d’identità… i nomi sono questi, e basterebbe un fronte comune con l’allenatore per rimettere ordine nel sogno. SCOMMESSA ANCORA APERTA 
11234815_210321335972236_5807977417694650104_nVEDOBIANCO|VEDONERO ? Questa è una pagella che spetta a voi, amiche e amici: noi intanto iniziamo a sbocciare. BUONA FINE E BUON INIZIO
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ph. 1 Francesco Di Leonforte
ph. 2 Michele Lugaresi

© Redazione vedoBIANCO|vedoNERO; Gian Piero Travini

Senza titolo-1In questi giorni un noto intellettuale romagnolo si è interrogato sulla gravità o meno della bestemmia in romagnolo, subito dopo aver raccontato quali sono le dieci parole in romagnolo che il mondo ci invidia. Non citando la decima, in virtù della sua percezione di fede religiosa.
Bene. La decima parola è “diobò”. Con l’aiuto di un caro amico e maestro – pisano adottato dalla Romagna lui, cesenate figlio di bolognesi io – l’ho applicata alla fede di una città intera, con buona pace di Paolo Gambi.
Ecco, pura e semplice, nel giorno di una delle nascite dei figlioli onnipotenti – la seconda cade ogni 1 gennaio, sempre sia lodato Emiliano Salvetti –, la nostra fenomenologia del “diobò”. E se volete, abbiamo anche la versione in dialetto…

Diobò cosa ha preso Gomis | AMMIRATO
Perico, diobò, torna ogni tanto | RIMPROVERO
Dai questa palla Molina, diobò! | ESORTATIVO
Diobò: Kessié non si tiene | ORGOGLIOSO
Diobò, Foschi… te e Rodríguez! | ARRABBIATO
Bravo, diobò! [anticipo di Caldara] | PERENTORIO
Deeeeeeeeeobòòòòò! [qualsiasi cosa faccia Sensi] | SCONVOLTO
Tabanelli, diobò, non sei fatto per correre… corri perché non sai di farlo! | SAPIENTE
Diiiiiiiiobò [palo clamoroso di Garritano] | SFORTUNATO
Ma diobò Moncini… ma ci vuole tanto a fare l’uno due? | INSEGNANTE
Trasferta? Uno fisso… diobò | RASSEGNATO
Diobò se rimette Kone lo affogo nella Fontana Masini | MINACCIOSO
Arbitro, devi morire, diobò | RAFFORZATIVO
DIOBÒ! [Succi sbaglia la 276esima rete consecutiva] | ROMAGNOLO IGP
Lucchini… diobòòòòò… | SCONSOLATO
Ciano. Improta. Ragusa. Djuric. Rosseti. Valzania. Dalmonte. Gli infortuni. Diobò | ELENCATIVO
Ma Mazzotta?! Diobò! | MERAVIGLIATO
Dai burdél, diobò | ESORTATIVO
Diobò, pensa se Cascione corresse… | SOGNANTE
Diobò, ma quanto siete belli?! [guardando la Curva] | INNAMORATO
Dì ma… te lo ricordi Schachner? Diobò, quelle eran le punte… | NOSTALGICO
Ma diobò, maaaaaaa De Col? | INTERROGATIVO
Diobò Lugaresi con ’sto debito… | STRESSATO

Per i compleanni noi si scherza… anche per quelli dei figlioli onnipotenti: le bestemmie vere le lasciamo in ambiti più qualificati, come i consigli comunale.
E da noi di vedoBIANCO|vedoNERO il più sincero Buon Natale.
Diobò | NATALIZIO

Ah, infine, per rispondere a Paolo Gambi… no, il “diobò” non è un peccato grave: il peccato grave è che non ci sia più Marco Simoncelli per pronunciarlo.
Diobò, ci avevo gli occhi che mi uscivano dal casco | SIMONCELLIANO
diobò© Gian Piero Travini
℗ Emanuele Conti

Improta. Capelli. Garritano. Tabanelli. Dalmonte. Caldara. Rosseti. Silas. Papa Waigo. Iro Bonci. E ora Ciano. Praticamente a Cesena c’è talmente tanta sfiga che si fanno male pure gli ex giocatori.
Ma è sfortuna o c’è altro? Stefano Severi su TuttoCesena.it e noi di vedoBIANCO|vedoNERO ce lo siamo chiesti… ai posteri l’ardua sentenza. O ai postumi, perché i tempi per il recupero saranno un problema.
E, intanto, il debutto sabato prossimo contro il Brescia si avvicina.

Ecco come vediamo il Cavalluccio noi e i ragazzi di Redazione FRÀC.
colpo della strega blog