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GOMIS 6 Non sono da segnalare interventi vitali, ma in uscita alta c’è ancora qualcosa che non torna, con un paio di smanacciate paurose. ATTERRAGGI SU QUATTRO ZAMPE
PERICO 6,5 La presenza di Ciano gli mette grande sicurezza addosso, tanto che non è possibile che possa fare meno che l’Idolo, spingendosi finalmente in area per poi rientrare rifiatando in difesa, dove peraltro non sbaglia un colpo. E prende falli che manco la signorina Eva Notty in un filmino della serie Blacked. SOLO PER VERI INTENDITORI
CALDARA 6 Primo intervento? Palla rubata oltre la metacampo, come non se ne vedevano da parecchio sull’artificiale. Poi si inizia a perdere terreno e, forse, sale l’incertezza: qualche ingenuità di troppo e su Faragò, dopo aver subito fallo non sanzionato, rischia di beccarsi rigore ed espulsione. RIPRENDERE CONFIDENZA
MAGNUSSON 6 Quando è chiamato a marcare l’uomo si fa trovare pronto e sopprattutto reattivo a fare i cambi di campo, sicuro di avere qualcuno che gli copra le spalle al meglio: questo è l’effetto Caldara. Nel complesso bene, ma qualche maronata la fa i playoff non ti concederanno margini di errore. FINALMENTE (AL) SICURO
RENZETTI 6 Sempre attento, fino a che non esce a vuoto su Corazza e rischia di far arrivare il pallone perfetto a Lanzafame. Nella ripresa il fortino trema ma non cade, per cui sarebbe inutili accanirsi con lui, pur tuttavia ribadendo di come gli vada data un po’ di tregua se si spera che faccia una grande serie playoff. RIPOSATELO
KESSIÉ 6,5 Partito fortissimo, praticamente padrone della metacampo, poi si fan sentire le ripetute 10×1000 di martedì scorso e cala a metà gara, per poi fare 10′ finali da bava alla bocca dove fa esplodere chiunque gli stia sulle scatole. DINAMITE
CASCIONE 6no, dai, leggete quella di Severi: io proprio non ce la posso fare. Problematico valutare un giocatore con il potenziale di risolvere qualsiasi situazione ma che per due-tre volte mette a rischio la tenuta dei conti della retroguardia, in particolare in apertura ripresa. Poi ci sono preziosi alleggerimenti, cambi di campo per riprendersi il pallone, ma ogni suo errore mette in crisi una squadra complica la faccenda. Altri direbbero così di Sensi, ovviamente. TUTTOCASCIONE.it
CIANO 6 Il fatto che ritorni a giocare dà la possibilità di respirare alla fascia destra. Non al meglio non può fare direttamente la differenza, ma è indubbio che alcuni sacrifici e il lavoro di supporto a Perico e agli svarioni di Nino Ragusa valgano il costo della sua presenza in campo anche senza acuti. UTILE  (Dall’87′ IMPROTA SV)
FALCO 6 In questa partita da cuore e rabbia lui è prova a giocarsela di classe ed eleganza. Ma non è il Millionaire, è la serie B, e se porti palla anche se ti lasciano le praterie, la palla te la portano via: lui è parecchio indietro, da ’sto punto di vista, nonostante colpi di gran stile che poi portano al gol, solo che diventano inutili strategicamente nel secondo tempo. COME IL FIGLIO DI BRIATORE (Dal 73′ VALZANIA 6 Tatticamente spacca la partita solo con la presenza: in queste situazioni meriterebbe un posto da titolare. SPEZZONE)
GARRITANO 5 Nel giorno in cui segna Paponi è normale che quello che era stato il miglior giocatore bianconero ad inizio stagione faccia la peggior prestazione della sua carriera romagnola: poca presenza, palla persa quando c’è. Il ragazzo è da ricostruire soprattutto mentalmente in estate. E invece un sinistro per liberare l’iniziativa personale a Ragusa sarebbe la svolta del campionato. LA NUOVA VERSIONE HA DEI BUG (Dal 66′ DJURIC 6 Un paio di sponde, una palla ben protetta, una palla persa. Per come viene chaimato in causa risponde sull’attenti. CI STA)
RAGUSA 7 È sbruffone come un Kanye West messinese, giusto un po’ meno gangsta (“I am a god, hurry up with my damn’ arancini”, ci suggerisce Zed da Roma), ma mostra chiari segni di onnipotenza durante la partita: ai buoni danno le stimmati, ai cattivi come lui un paio di polmoni in più per soffiar rabbia contro tutti. Ha i suoi momenti in cui preferisce darsi al giardinaggio, ma quando parte l’embolo: sia chiaro che inserimento nello spazio, finta, giro, punta e tiro è il suo repertorio, e non è mai stato nelle condizioni tattiche di sciorinarlo. I AM A GOD
gioco
DRAGO 6 Prima gara da vincere assolutamente che lui vince, nonostante un modulo forse azzardato e un metodo di gioco che porta, ancora una volta, alla netta supremazia sul pallone ma ad un solo gol all’attivo. Nel secondo tempo si ostina a giocare con il trequartista perdendo terreno, poi rimette le cose come al solito con Djuric e blinda il risultato: Baroni lo mette comunque in crisi col 4-4-2 e lui si accorge di Valzania troppo tardi. USATO SICURO
AC CESENA 6,5 Si potrebbe far viaggiare la palla con tranquillità, invece si sceglie di portarla su, di amministrar gioco, di andare e lasciar perdere gli scarichi, anche quando non c’è ripartenza. La cosa positiva è che la mentalità del vincere quando è obbligatorio vincere questa volta c’è. DETERMINATI

GOMIS 5,5 Di chi era quel pallone? Il dato di fatto è che il suo rendimento sia calato a metà del girone di ritorno, almeno stando a guardare i gol presi… poi è vero che le uscite fuori dai pali con traffico in area lo spaventino come il proverbiale micio che attraversa la secante. NON ABBANDONATE GLI ANIMALI QUEST’ESTATE!
PERICO 5,5 Esce Lucchini, la fascia di capitano passa a Renzetti. Io guardo verso l’Idolo e qualcosa mi muore dentro. Però, parliamone: non c’è Ciano e lui mi fa un po’ la stessa prestazione dei lecci della Malatestiana… Insomma, oggi sottotono come il resto dei compagni, ma corsia destra completamente immobile. RIMOZIONE FORZATA
LUCCHINI 6 La sua stagione: va in anticipo su Ceravolo, si fa male dopo aver conquistato il pallone, chiede se per favore ci si può fermare che ha male. Ovviamente è spirito di cavalleria lasciare che si riprenda, ma con lo spirito di cavalleria altrui è difficile fare la differenza ad ogni gara. E con lo spirito di cavalleria, per carità, gli si dà anche una sufficienza. AGLI SGOCCIOLI (Dal 68′ CAPELLI 5,5 Entra, Ceravolo lo tratta come un birillo, si fa ammonire al secondo intervento, trova da dire a fine partita. E basta, nenca te! Come si fa a dare sicurezza se si è i primi a non essere sicuri… AGITATO NON MESCOLATO)
MAGNUSSON 5,5 Non ha fatto nulla di diverso rispetto all’ultima gara: ha tolto palloni importanti, ha sofferto la pressione avversaria, ha fatto una cappella clamorosa, non si intende con Lucchini. Certo, non ha tolto un pallone dalla linea, ma quello fu questione di posizione… no, è semplicemente che oggi l’errore pesa e la scorsa settimana no. Quindi, mentre sabato scorso tutti lo hanno esaltato e ora lo demonizzano, io rimango molto coerente sulla valutazione. AS USUAL
RENZETTI 5 È due mesi che è in calo. È due mesi che continua ad essere titolare. È due mesi che perseverare è diabolico. Oggi nullo. LA SAGGEZZA DEI PADRI
KESSIÉ 5,5 Primo tempo pimpante, ripresa da secondo gruppo di Cesena Cammina. Non arrivano le prodezze balistiche e, a quel punto, è un clone di Kone più potente ma ad oggi meno fresco. INTERMITTENTE (Dall’84′ CASCIONE 6 Fa meno filtro di Sensi, che potrà anche perdere palla sulla trequarti, ma difficilmente si fa saltare al limite dell’area: Cascio riesce nell’impresa, contro una Ternana versione Prima Categoria girone H. Almeno un buono spunto per Falco, probabilmente più in forma di Kessié in questo momento. ARRUOLABILE)
SENSI 6 Trovare uno nel Cesena che recupera palla davanti alla difesa e riesce con un cross oltre la metacampo a far partire un contropiede è impossibile, a meno che non si guardi verso di lui. Che non può fare tutto, soprattutto quando è Kone a portar su palla: in questo senso ha gioco facile per servire i decentramenti di Falco, ma diventa poco decisivo quanto si aprono gli spazi. (Dal 74′ DJURIC 6 Ora tocca a lui: come qualche anno fa ci si affidò a Succi, così ora ci si affida a questo pampalungo che ha trovato una stagione di grazia tecnica lo stesso anno di uno stato di forma precario. COME SUCCI… QUEL SUCCI)
KONE 7 Non ho avuto problemi a scrivere che si tratta del giocatore meno adatto al centrocampo bianconero, per tre quarti di stagione completamente fuori dagli schemi veramente efficaci di Drago, con solo il classico “fa il lavoro sporco” a giustificare il suo occupare uno degli undici posti in campo. Ma ora che si va avanti solo di forza di nervi, questo sembra un fuoriclasse – peraltro motivo per cui è stato preso –, anche guardando chi gli sta accanto. TIENE SU LUI LA BARACCA
FALCO 6 Come un’omelia: belle intenzioni, grandi speranze… poi sparacchia sempre fuori, non calibra l’idea giusta, non riesce ad imporsi nonostate abbia colpi in canna di quelli veramente belli. Non aiuta Zampa che gli sta francobollato come un Gronchi rosa in una collezione e Sernicola che gli riserva un trattamento alla Steven Seagal. Ma almeno dà via il pallone in avanti. CI PROVA
RAGUSA 6,5 Va a scoppi ripetuti: quando si innesca fa saltare tutti gli schemi, ma anche quelli della sua squadra, perché raramente la sua anarchia si sincronizza con il resto dei suoi compagni. Quando succede arriva anche il gol o comunque a mettere la palla veramente pericolosa: generoso, ma troppo dispersivo per diventare un punto di riferimento: i 90′ non fanno per lui. PRODIGO
ROSSETI 5,5 Il gol non vale l’espulsione allo scadere: contro il Novara sarà o Djuric o morte. E chi vuole giocare in serie A non può permettersi simili ingenuità. Nel bilancio stagionale per me è tra i bocciati. RIMANDATO A SETTEMBRE
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DRAGO 5,5 Renzetti non ce la fa più. Ragusa non ce la fa più. Lucchini non ce la fa più. Tutti e tre in campo: per farne uscire uno si deve suicidare… Sembra quasi che faccia di tutto per non andare ai playoff, quando questo è proprio il momento per puntare su chi è più fresco fisicamente. Continua ad essere bizzarra la gestione delle dinamiche dello spogliatoio, e difficilmente oggi si potranno creare armi di distrazioni di massa – polemiche extra campo – per non riflettere sulle scelte tecniche: anche perché oltre alla freschezza atletica sarebbe da considerare pure quella mentale. TURN OVER
AC CESENA 5 La Ternana fa di tutto per perdere, ma il Cesena ha il fiato corto, ed è la prima delle ragioni che potrebbero escludere i bianconeri dai playoff. Perché oggi, contro una formazione inguardabile, hanno vinto – o pareggiato – le motivazioni: gli scarsi dovevano salvarsi e lo hanno fatto, i forti dovevano andare ai playoff e hanno favorito il Novara, per arrivare a domenica nella peggiore delle situazioni. Ci si complica la vita, come sempre, con una linea difensiva che, priva di Caldara, ha un che di imbarazzante: ora non resta che sognare un Improta come Marilungo: ma son miracoli che forse nemmeno la Madonna del Monte. DUE PUNTI PERSI, E ZET

© Gian Piero Travini

GOMIS 5,5 Continua il periodo ‘ni’ per l’estremo bianconero. Sul gol non trova il pallone in uscita bassa, commette una manciata di indecisioni in lettura di traiettoria e sbagliando un sanguinoso rilancio nel finale. A suo discarico una leggerissima deviazione sul bolide di Galano all’87′ finito poi sul palo: la sensazione è quella che debba ancora ritrovare la serenità. ASSOLUZIONE A METÀ
PERICO 6 Partita molto più ordinata e pulita rispetto quella di Bari: con l’ingresso di Ciano sa di avere le spalle coperte e azzarda più spesso la discesa in avanti. Avrebbe anche la possibilità di trovare la rete, ma il nostro è altruista e preferisce sempre il cross alla conclusione e la sponda alle incornate. CALMO E TRANQUILLO
CALDARA 5,5 Grave la disattenzione sul gol, sopratutto per il fatto che la rete porti il nome del ‘suo’ attaccante. Impressionante quanto riesca sempre a seguire il piano gara a livello tattico, trovando anticipi e chiusure quasi a memoria. L’accoppiata con Capelli, che detiene la leadership della retroguardia, è quella che garantisce maggior completezza: i due si aiutano e si capiscono. PERDONABILE.
CAPELLI 6 Oggi aveva clienti spinosi ed è stato costretto a tirar fuori tutto il suo mestiere per sopperire alla freschezza e alla gamba di Galano e Giacomelli. Qualche colpo basso, tanto mestiere e il giallo speso al momento giusto, quando l’avversario lo aveva saltato secco. Il Ban Ki-moon di Romagna oggi preferisce non rischiare il rosso, protestando con moderazione e comandando i suoi anche durante i battibecchi. Non è il massimo, ma per oggi va bene così. NAZIONI UNITE
RENZETTI 6,5 Scontato il turno di squalifica riprende esattamente da dove aveva lasciato: manca il cross decisivo negli ultimi venti minuti, ma non può essere sempre domenica.Vita lo provoca più volte, lui porge l’altra guancia.  CRISTO
KESSIE 5 Il gattone ivoriano non riesce ad uscire dalle tenebre offrendo una partita qualitativamente ben lontana dai suoi standard. Il motore non lo spegne mai ma se prima l’alimentazione era una benzina raffinatissima ora sembra che si sia passati ad un kerosene grezzo. Semplice stanchezza o problemi di altra natura? Il ‘contrastometro’ segna a fianco il suo nome un saldo negativo e non c’è manifesto più chiaro di questo sui problemi che lo affliggono. DOVE SEI FINITO?
CASCIONE 6 L’impostazione rimane qualcosa al di fuori delle sue corde per buona parte del match. Spesso e volentieri rimane schiacciato sulla linea dei difensori, finendo per francobollare prima Ebagua e poi Raicevic: opera preziosissima in distruzione di gioco avversario ma questo ormai per lui è assoluta routine. DIFENSORE AGGIUNTO
KONE 5,5 Nel primo tempo è uno dei pochi a tenere la barra dritta, tappando come può le falle della mediana bianconera. Secondo tempo condito da diversi errori – anche banali – che lo portano ad essere sacrificato da Drago ben prima del cambio. L’imperativo è concludere la stagione con quella continuità di rendimento che per ora è sempre mancata, perché poi ai play off… ON-OFF (Dall’84′ SEVERINI SV)
GARRITANO 5 Nei primi minuti sembra quasi che possa essere finalmente la giornata della svolta grazie alle buone combinazioni con Rosseti. Con l’avanzare del cronometro si capisce invece che la musica non cambia rispetto alle settimane scorse: tanto fiato ma una concretezza dannatamente bassa. Urge ritrovarlo per la volata finale. PUÒ ACCOMPAGNARE SOLO (Dal 46′ CIANO 7 Gli bastano quattro minuti per per scaldare il piedino: prima punizione al bacio e poi assist rabbioso per Rosseti. Sfiora anche il gol personale con un tiro da fuori ma sarebbe stato davvero troppo per un solo tempo dopo una brutta influenza. ALTRA CATEGORIA)
ROSSETI 6 Primo tempo in ombra anche a causa dell’abitudine della squadra di rifugiarsi nei lanci lunghi durante le apnee, chiedendo all’ex Siena di inventarsi Djuric: impresa francamente difficilotta. Grande sacrificio in pressing sui terzini avversari nel primo tempo, portandolo a tanto così dal doppio giallo. Incrocia bene nell’azione del gol, mostrando come riesca ad intendersi bene con tutti i compagni di reparto. Da ora in poi sarà chiamato al compito più difficile di tutti in quest’annata: la continuità. SCALDA I MOTORI RAGAZZO
RAGUSA 5,5 Sicuri sicuri che preferisca giocare terzino? No perché a vederlo in campo sembra che prediliga la copertura all’attacco degli spazi. La mancanza di lucidità sotto rete ne è la ovvia conseguenza. Drago non ne può fare a meno, trovando in lui il vero equilibratore della porzione sinistra del campo. Comprensibile il calo di condizione nel finale, il febbrone di Pasqua pare averlo davvero debilitato. COMUNQUE IRRINUNCIABILE
sportinromagna
DRAGO 5,5 Non è insufficienza piena perché ha dovuto affrontare una gara praticamente senza cambi. Non lo è neppure per il fatto che la reazione c’è stata: tardiva, ma c’è stata. Non lo è anche perché il rientro da Bari martedì ha portato via un giorno di lavoro. Insomma, non merita di essere bastonato, ma rimangono i difetti di una squadra cronicamente incapace di compiere il passo della svolta, di aprire un mini ciclo di vittorie consecutive. Si rimane nell’incertezza, soprattutto con le squadre nella seconda metà di classifica: e ora sotto con le prove della verità con Pescara e Crotone… VORREI MA NON POSSO
AC CESENA 5,5 Gli uomini chiave, quelli che dovevano risolverla, erano a mezzo servizio. La retroguardia ha barcollato, e pure parecchio, ma alla fine ha tenuto. I problemi come al solito sono in mezzo. La stella polare Sensi è fuori, Cascione fa quel che può e i due ivoriani non convincono: la ricetta per un bel piattone di difficoltà è servita. Drago nel dopo gara ha assicurato che non si tratta di un calo di condizione fisica, solo stanchezza temporanea per i tanti impegni e trasferimenti. Per il momento bisogna credergli, sperando che ulteriore infortuni non minimo ancor più un gruppo già decimato. FORZA E CORAGGIO

© Marco Manuzzi

GOMIS 6,5 Non sembra essere al massimo della forma, e commette qualche errorino in uscita… poi ogni volta che serve metterci la mano ce la mette con puntualità. E questa volta l’arbitro non ci mette del suo per incasinargli la vita. SALVO
PERICO 6,5 Idolo assoluto, immola il suo faccione a badile sul terra-aria di Maniero nel momento in cui il Bari decide di fare pressing anche agli addetti stampa. Rimane a terra venti minuti in cui ha tempo anche di rendersi conto di star giocando la miglior stagione della sua vita, poi si alza e ne chiede ancora, perché non gli basta mai. E non c’è Ciano a far filtro come al solito, quindi tanta roba per lui. INSAZIABILE
CALDARA 7 Insormontabile, sia dentro l’area che fuori. Partita tecnicamente perfetta, dove non lascia spazi utili alle azioni baresi. Spazza quando deve, anticipa con puntualità, infonde sicurezza a tutta la squadra. LA BARRIERA
CAPELLI 6,5 È su tutti i palloni e quando si intensifica l’azione pare non voler mai indietreggiare. Certo poi ti libera con un colpo di testa Sansone ed è un po’ come lasciare una valigia abbandonata nella metropolitana di Bruxelles, ma per ora va bene così. GENEROSO
FALASCO 7 Pianino, bèll. Pianino. Ci vuole uno che faccia il cross dalla trequarti per il bosniaco, ma poi bisogna stare attenti dietro… e un paio di volte il ragazzo si dimentica l’uomo, ma ha una crescita durante la gara notevole. Insomma, non è che non tenga col fiato sospeso, ma non si rimpiange l’ultima fase di Renzetti, che in più di lui arriva sul fondo. BREATHLESS
VALZANIA 6,5 Il ‘Killer’ non sbaglia un colpo: se deve mettere la gamba lo fa sempre… il paraadosso è che si becca il giallo nell’unico fallo che non commette. Poi ha un piedaccio quest’anno che non si guarda, ma se iniziamo a parlare di concetti molto cesenati come grinta, rabbia, efficacia nel fermare l’azione, he’s da man. Negli ultimi minuti continua a spingere, tanto da dare anche un paio di bei ultimi passaggi. UCCISORE
CASCIONE 6 In fase di regia migliora lentamente nella ripresa, ma per 45′ è totalmente avulso dalla situazione offensiva. Poi in difesa “fa filtro”… eh, bene… però manca sempre il regista che offra un’alternativa…. poi ognuno dice la sua su questo giocatore, ma per me manca ancora qualcosa: più sereno del solito. ALTRI MESTIERI
KESSIÉ 5,5 Non c’è Sensi e non ha punti di riferimento: vaga per il campo e, quando ha la palla tra i piedi, non riesce a prendere una decisione propositiva che funzioni. E se poi perde anche i contrasti… Non riesce ad entrare mai in partita, bloccato dal forsennato forcing della mediana barese. IL LABIRINTO DEL FAUNO
CIANO 6 Poco brillante, con mezza gamba in meno nella corsa, inizia a risentire dei due mesi di assoluto spettacolo regalati alla causa bianconera. Il che vuol dire che si fatica un po’ di più sui tagli e che qualcosa là davanti è mancato: certo non in termini di voglia o di pressing, dove ha comunque fatto cose egregie. IMMANCABILE (82′ DALMONTE 6 Un paio di chiusure in una quindicina di minuti che diventano preziose quando qualsiasi contropiede potrebbe far male. Gestione tattica dell’ultimo pallone imbarazzante PRESENTE)
DJURIC 6 Non si inventa nulla di nuovo, ma in questa partita era palese che venisse annullato… la cosa interessante è che perde meno palloni del previsto, fa qualche movimento interessante, ma di sicuro non semina troppi pericoli. SPUNTATO (45′ ROSSETI 6 Ma con degli X chiamati non è semplice trovare il guizzo vincente… difese troppo chiuse e si chiede la prova di squadra… e lui per la squadra sa giocare. CI PROVA)
GARRITANO 6 Gioca tipo mezzo terzino. E tenere così indietro l’unico che possa puntare e saltare l’uomo è come tagliarsi il pirillo in un camerino di Victoria’s Secret: danni non ce ne sono, ma che rabbia… Nel secondo tempo la lingua striscia sull’erba, ma c’è comunque grande volontà. ORIZZONTALE (92′ FONTANESI SV)

DRAGO 6,5 Una squadra a trazione posteriore che però non sembra rinunciataria e che quando ha qualche aziona buona per colpire lo fa. I cambi sono praticamente obbligati, anche se forse valeva la pena di cavare Garritano qualche minuto prima, ma effettivamente qui si fa della chiacchiera: un punto a Bari è tanta roba. E se ci fosse stato Ragausa… NON SBAGLIA
AC CESENA 6,5 Gran prova del collettivo, bloccando una squadra che in casa avrebbe dovuto fare tutto quello che voleva. Insomma, un punto strappato nella trasferta più dura dell’anno senza nessun problema. Ecco, questo è il punto più importante: non si soffre. SOLIDITÀ

MAX 7,5 Porta una salsiccia di castrato che tuona. Bene anche il wurstellone, anche se lui non ci crede troppo. GARANZIA E MODESTIA

© Gian Piero Travini

GOMIS 6 Incolpevole sulle due reti subite, vorrebbe prima o poi subire un gol come Dio comanda. MOSÈ
PERICO 5,5 Scambia Antonio Zito, ala dei campani, per Arthur Antunes Coimbra, meglio noto come Zico. In soggezione verso il ‘Pelè Bianco delle Due Sicilie’, lascia campo libero su ogni incursione del laterale salernitano. Al termine della partita, chiede al suo agente di procurarsi un interprete di portoghese per poter chiedere una dedica all’avversario. IN CONFUSÃO
CAPELLI 6,5 Del tutto disinteressato ad interventi puliti, si prodiga a chiudere ogni spazio al reparto offensivo dei granata e si esalta quando crede di essere tornato ai tempi delle guerre Bergamo-bresciane e di trovarsi faccia a faccia con un reparto scelto di artificieri. Ma soprattutto, ingaggia una lotta a colpi di testosterone con Coda, famigerato recordman di chi ce l’ha più lungo causa nomen omen. GRANATIERE
CALDARA 5 Al 16’ viene ammonito per un intervento insensato a metà campo e non si rende conto di apparire al dantesco Baracani come il Cavalcante della situazione: materialista e pure ghibellino. 11′ più tardi, il direttore di gara applica una legge del contrappasso durissima mandandolo sotto la doccia per un intervento neanche da sanzionare, che si trasforma in seconda ammonizione e calcio di rigore. DANTESCO
RENZETTI 6,5 Gara più che dignitosa del ‘Renzo’, che trova il modo di mandare in folle Bus e il pacchetto offensivo della Salernitana che opera nella sua zona. Sgroppata niente male al 84′ quando manda la difesa campana in bambola. Esagera un po’ quando durante le azioni d’attacco comincia a canticchiare il pezzo della Pravo e non riesce a calibrare bene la rotazione a rientrare del pallone, sui propri cross: “Tu mi fai girar, tu mi fai girar”… ma la palla è sempre ferma-aa. LA BAMBOLA
SENSI 7 Al 61’ produce una palla al bacio per la testa di Kessié. Disegna da geometra, anche se a volte gli manca un po’ di sostanza e cattiveria nel filtrante, da poter far saltare gli equilibri della gara. NO CALCE, NO PARTY
KONE 6,5 Miglior azione dell’ivoriano, quando al 75′ entra in area avversaria in slow motion, ne salta due e si presenta al tiro. Lentezza di caricamento paragonabile al momento di passaggio da i primi sistemi operativi Microsoft, a quando l’industria dei browser cominciò a produrre programmi più efficienti, ma molto più pesanti e sproporzionati ai computer del tempo. FIREFOX SU WINDOWS 95
CIANO 7 Comincia la parte migliore della sua gara, appena dopo che il Cesena è rimasto in dieci per l’espulsione di Caldara. Fa suo il teorema di un vecchio boemo per cui il campo da calcio è preferibilmente dimensionato per essere calcato da dieci giocatori, anziché undici. ZEMANLANDER (Dall’86′ DALMONTE SV)
FALCO 6 Al 18′ comincia la gara con un tiro al piccione che finisce in curva Mare, ma un paio di minuti più tardi ci riprova e si avvicina di più allo specchio della porta campana. Sembra poter dare fastidio agli avversari, ma sul più bello viene abbattuto per venire incontro ai bisogni della squadra. VOLATILE SOTTO TIRO (Dal 36′ LUCCHINI 5,5 Probabilmente non riesce mai a concludere un’intera partita perché è impegnato in qualche altro campionato, in un diverso spazio-tempo. DIMENSIONI PARALLELE; dal 54′ MAGNUSSON 5,5 Fa il suo in difesa: con lui in campo si prende sempre almeno un gol. PARADOSSO)
KESSIÉ 6,5 Si mangia l’occasione più importante della gara, quando non riesce a indirizzare la palla di testa in porta, servitagli da Sensi. Per il resto, ad ogni azione sembra dare l’idea di essere tonico, per poi sbarellare poco dopo. GIN TONIC
DJURIC 5,5 Sfrutta il regalo di Baracani sul calcio di rigore a favore dei bianconeri, tuttavia per il resto del tempo è assente dalla gara. Non trova la porta, ma in compenso la lascia aperta per Bagadur, che è libero dalla sua marcatura quando segna il gol vittoria allo scadere. SBARACCATO

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DRAGO 5,5 sembra saper reggere la partita anche se perde, dopo appena 52′, due uomini. Poi però, si ritrova in un labirinto greco e non sa costruire il giusto climax per vincere la partita nel secondo tempo. L’APPARENZA INGANNA
A.C. CESENA 6,5 Ambiente compatto, nonostante la serata infrasettimanale e il clima non proprio primaverile. Purtroppo questa sconfitta è una pura doccia fredda, ma in campo l’impegno si è visto… forse serviva più cattiveria all’inizio. AVER FAME… 
TIFO BIANCONERO 7,5 Uscire dal lavoro e sentire il boato della ‘Fiorita’ e rendersi conto che la squadra ha perso ma che i ragazzi ci credono, vale tutto. ESSERCI [by GPT]

 

© Francesco Mondardini

GOMIS 5,5 Prendo infamate se dico che ha le sue responsabilità sul gol? Sì? Bene. HA LE SUE RESPONSABILITÀ SUL GOL! L’ho urlato. IMPOPOLARE
PERICO 5 A una certa smolla una mina in curva che vorrebbe far scoppiare la terza Guerra Mondiale, invece fa solo accendere una rissa tra i ragazzi del Gruppo Bullone spezzino. È lui… l’Idolo… poi un paio di falli di quelli che non ci arrivi e allora ti ci butti… Un paio di sgroppate più lente del solito… Poi la colossale dormita su Nené – parlano di spinta… io dico che salta fuori tempo –, un paio di interventi mancanti e in generale parecchio affanno, che non si vedeva più da parecchio. Non facciamo crollare il mito e facciamo rientrare Pericosaur nella Sfera Poké: FONTANESI, SCELGO TE! STANCHEZZA
CAPELLI 6 Per la gioia di grandi e piccini si riaccomoda in panchina Magnusson e il capitano prende minuti: dall’inizio alla fine senza mai perdere concentrazione e facendo passare veramente pochissimi pericoli. (RI)CRESCITA
CALDARA 6 Il ragazzo fa un solo intervento: tackle ad occhi chiusi, solo cuoio, e solita classe. Si ritorna alla coppia che non sarebbe mai dovuta scoppiare e si riacquisice, anche forse solo mentalmente, la sicurezza di un tempo. CAPELLI’S BFF
RENZETTI 5,5 Si ritorna sul pianeta Terra. Dopo la prestazione della vita ci sta che non si sia completamente brillanti… ci sta che non si abbiano colpi in canna… ci sta uscire da un pareggio senza aver mai potuto fare di più… Insomma, sarà per la prossima volta. WAITING FOR THE BIG ONE
KESSIÉ 6 Supera la trequarti col pallone fra i piedi che nemmeno Vendola col bimbo americano: non lo ferma nessuno, nemmeno Adinolfi. È una macchina di pura potenza, anche quando gli manca l’ingegno per combinarne una delle sue: questa volta non unisce allo strapotere fisico l’efficienza. INTERNO IN AFFITTO (Dal 64′ CASCIONE 5 Dovrebbe portar manovra, ma Drago commette nuovamente l’errore di tenere i campo solo interni, rallentand0 e complicando la manovra di gioco. DELETERIO)
SENSI 6 Puntualmente disinnesca Piccolo, mandando un paio di telegrammi a chi da casa continua a ribadire che non difende, un po’ come ilclassicodjdiCesena™ che a una certa deve mettere Rebel, Rebel altrimenti poi non si balla. Nemmeno lui inventa più di tanto,  ma la fase di contenimento è stata perfettamente automatizzata: se non di stiletto, allora di martello da guerra. CAPANNINA OLTREMARE
KONE 5 Ecco. Questo è il Kone che mi ricordavo. BACK TO ORIGINS 
CIANO 6 Non è la partita della vita, ma quando gli capita il pallone d’oro non ha problemi a girarlo a Ragusa per permettergli nuvamente la rete. Così posizionati sembra il più sacrificato, mettendosi al servizio dell’attaccante di turno e delle sincronizzazioni di squadra. COME A TEANO (Dall’88′ ROSSETI sv Ancora una volta nemmeno il tempo… giocatori se ne sono andati da Cesena per un utilizzo simile. E si iniziano anche a rivalutare certe decisioni)
DJURIC 5,5 Senza gioco aereo, con manovre sulle sponde e passaggi veloci in isolamento per innescare Ragusa e Ciano, il bosniaco passa dalle stelle alle stalle. Manca il gol per far sprecare i “7,5” e gli “8” di chi guarda al calcio con dolce occhio romantico e non con quel pizzico di cinismo che la sorte solletica. Oggi Milan è fuori dai giochi e parecchio appesantito. CHIUSO PER RUTTO
RAGUSA 6,5 Ritorna riposato, e innesca la miccia un paio di volte per andarsene e lasciar tutti fermi. Sarebbe fondamentale recuperare il calcio proposto dall’ala e quel modo di giocare che abbiamo ammirato a inizio stagione e gli ha permesso di gonfiare la porta in diverse occasioni. BACK TO THE FUTURE (Dal 70′ FALCO 5,5 Troppo casino in campo e nemmeno lui riesce a mettere ordine nell’anarchia generale che ha regnato sulla mediana bianconera non appena il modulo è stato scardinato dalle percussioni spezzine. FRULLATO)
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DRAGO 5,5 Fino a che non metterà il sigillo in trasferta non avrà mai la possibilità di fare il salto di qualità da allenatore… Foschi lo vorrebbe per altri cinque anni a Cesena… cinque anni di X o 1 in trasferta son lunghi. IT’S NOT A TIME TO MAKE A CHANGE (JUST TAKE IT EASY)
AC CESENA 5,5 Paura. Brivido. Terrore. Raccapriccio. E arriva Cattivik. Almen’ tifare non ce lo leverà nessun’, ma è ora di far vittorie anche fuor’!

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GOMIS 8 Immenso. È il migliore in campo perché para un rigore ben calciato e angolato in un momento in cui la partita poteva cambiare completamente. È il primo uomo a sistemarsi in campo, è l’ultimo a lasciarlo ed è quello da cui parte tutto. PERFETTO
FONTANESI 6,5 Debutto con pochi tentennamenti, con una gran fotta di sovrapporsi a Ciano – e conseguenti cedimenti soprattutto quando Joao Pedro non ne può più di Sensi e prova a spostarsi in fascia – e una maniacale attenzione alla marcatura. Ci teneva a far bene e non ha mancato l’appuntamento. PRIMO GIORNO DI SCUOLA (Dall’88′ FALASCO SV)
CALDARA 6 Al rientro ha qualche incertezza, dovuta anche al posizionamento di Magnusson accanto a lui… c’è poca sinergia tra i due e rischiano di mettersi fuorigioco l’uno con l’altro ma la partita finisce a reti inviolate. IN PUNTA DI PIEDI
MAGNUSSON 6 Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaargh. Dai, non era fallo da rigore, ma si è fatto girare dietro la schiena e comunque è sempre in ritardo nel coordinarsi con Caldara. Con un Cagliari assolutamente nullo, nel secondo tempo ha pure occasione di crescere e riscattarsi con buonissime spazzate. FACCIAMO FINTA CHE SIA UN SEI… 
RENZETTI 8 Lui è così: fa due-tre partite incredibili in una stagione. Partite dove ogni cross che mette è pericoloso, ogni pallone portato su diventa occasione per far guizzare il cuore in bocca, ogni passaggio fatto è qualcosa di irripetibile. Il ‘Renzo’ è talmente splendido stasera che se ha guardato un paio di figacce sugli spalti, fra nove mesi partoriranno terzini: non a caso gli inservienti dovranno fare lavoro doppio stasera perché in tante e in tanti si sono bagnate/i. JOHN HOLMES
KONE 7 Se col Livorno gli era andata di rapina col gol, mascherando una prestazione per metà inguardabile, questa volta non c’è retrolettura che tenga: pedone sistemato perfettamente nella scacchiera da Drago come interditore di richiamo, lasciando fascia allo scatenato Fontanesi e a Ciano in versione portatore d’acqua, protegge, ovunque, manco fosse ’na canzone di Vinicio Capossela. E quando l’azione si sposta in avanti, imita alla perfezione gli inserimenti continui in area dalla fascia centrale. CASCIONE
SENSI 7 Come. Cancellare. Joao Pedro. Come recuperare palloni, come cambiar campo con un lancio anche senza guardare. Come rubare un gol a Kone. Come costringere il Cagliari a caricarsi di falli. Come obbligare i detrattori a fare i salti mortali ad ogni partita per dire che c’è di meglio di lui in panchina. No, non c’è nessuno meglio di lui, nel suo ruolo. In un altro ruolo, forse… ma quelli sono problemi di chi lo fa giocare, non suoi. Questo è di un altro pianeta. Se ne ha voglia… ed è vero che la voglia gli viene quasi esclusivamente quando le cose girano bene. DIAMANTE SCAZZATO
KESSIÉ 7 Questo è pure capace di fare la mezzala. Nel senso: non si può guardare così in avanti e non potrà mai far gol, ma riesce comunque ad essere utile. E a spostare il baricentro verso l’alto. In fase di press sulla costruzione di gioco cagliaritano è devastante e pare essere tornato quello di inizio campionato, inafferrabile e imbloccabile: provare a portare via il pallone a lui è come provare a togliere il seggio parlamentare a Pierferdinando Casini. ONOREVOLE
FALCO 7,5 La capacità decisionale di far correre o di manovrare il pallone è una sua peculiarità, mettendo in movimento a turno gli esterni o le mezzale. Non ha ancora il feeling giusto con Djuric, anche perché giocano spesso sulla stessa linea quando c’è da recuperare il pallone, ma per la prima volta si è trovato un uomo in grado di far muovere gli esterni da oltre la metacampo e a cambiarsi con Ciano senza rallentare la manovra. L’UOMO CHE NON C’ERA (Dal 78′ ROSSETI SV)
CIANO 7 Avanti. Indietro. Avanti. Indietro. Avanti. Indietro. Pallone servito. Avanti. Indietro. Avanti. Indietro. Cambio fascia. Avanti. Indietro. Cambia di nuovo fascia ma prima si ferma a dare la paghetta a Sensi per il gelatone tra il primo e il secondo tempo. Avanti. Indietro. Finisce il tempo. Dieci volte le scale degli spogliatoi. Solleva per venti volte un paio di raccattapalle. Avanti. Indietro. Avanti. Indietro. Va a dire a Djuric di star tranquillo. Avanti. Indietro. Avanti. Indietro. Mi sa che è ancora lì: cambiamento totale di mentalità e la squadra non può che giovarne. SALTO DI QUANTITÀ
DJURIC 6,5 Con Falco in campo e Ciano che continua a rientrare e a spingere, ne soffre il gioco statico del gigante bosniaco: era forse questa la partita per la rapidità del gioco a terra di Rosseti. Paradossalmente il gioco offensivo bianconero è la salvezza del nulla cagliaritano nel primo tempo, perché non porta a far male. Poi si passa in superiorità numerica: a quel punto le distanze diminuiscono e anche lui può farci godere, tornando al gol. D COME DETERMINAZIONE (Dall’83′ VALZANIA SV)
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DRAGO 7 Come nella canzone dei Radiohead mette ogni cosa al suo posto, e si rivedono gioco e spettacolo per quasi 90′. Poi, è vero che il Cagliari non si poteva guardare e che in undici contro dieci è più facile, ma bisogna anche metterla la capolista nelle condizioni di non giocare. E il centrocampo bianconero è stato semplicemente perfetto. Per non rovinare il giochino fa il primo cambio dopo il 75’… ah, a questo punto mezzo punto in più nella partita col Livorno: la scelta di dar fiato a Kessié ha pagato.  EVERYTHING IN ITS RIGHT PLACE
AC CESENA 8 Semplicemente perfetti. E mancavano pure pezzi importanti. CHAPEAU

GOMIS 7 … e niente, a fine partita è pure andato ad un appuntamento con la fidanzata di Caputo. Sono tutte sue. LA BESTIA NERA
PERICO 7 Sta infilando la stagione della vita, quasi come la B gli stesse pure stretto… Vederlo andare anche in posizione da centrale è come leggere per la prima volta il Texone di Magnus: non importa che la storia non funzioni, tanto sono i disegni quelli che contano. Ecco, non importa che la sua posizione sia sempre ondivaga, importa che ci metta il piede e che abbia pure voglia di far gol. ARTISTA
CALDARA 6 La gestione della squadra, dello spogliatoio, più in generale della ‘situazione’ Cesena lo ha reso insicuro e poco attento… i primi segnali a Brescia, oggi la conferma. Il porto sicuro bianconero diventa una banchina traballante, fino a che la squadra non va in vantaggio. A quel punto vanno via tutte le paure e si può pure permettere di buttarla dentro con parti del corpo che nemmeno sapeva di avere, salendo dal punto di vista della personalità e dell’imposizione del gioco, confermandosi uno dei migliori in anticipo ai limiti dell’area. Ma se l’Entella avesse segnato, parleremmo di un’altra gara. INFARTO
LUCCHINI 6 Meno traballante del solito, un paio di chiusure dei bei tempi andati, un paio di interventi da piantarsi due dita negli occhi che Edipo almeno aveva la scusante dell’incesto. Nell’economia della gara la bilancia pende dalla parte dell’ex atalantino, e di per sé è già un bel successo. NON È UNA TRAGEDIA GRECA
RENZETTI 6 Mestiere, esperienza, lucidità e capacità di muovere il pallone, ma l’impressione è che abbia bisogno di un po’ di rifiato: non sarebbe male vedere un po’ Mazzotta al suo posto, magari per un inserimento nell’ultima mezzora in avanti, perché potrebbe anche avere qualche cartuccia da sparare dato che diventa sempre più efficace sulla linea di fondo. CAMBIO
VALZANIA 6 Parliamone. Torna dal primo minuto. E cresce. E porta il pallone avanti. E lotta fino a che non è finita. Candido e ingenuo pensa di scartare tutta la retroguardia ligure, ma si incarta perché il resto della squadra rimane troppo basso e lui non è che aspetti. Prestazione generosa quasi pericolosa che mostra la voglia del ragazzo di voler ritornare a giocarsi una maglia da titolare: la sovrabbondanza di centrocampisti a ranghi completi non lo aiuta… ed è un vero peccato. IN QUALSIASI ALTRA SQUADRA SAREBBE TITOLARE FISSO (Dal 94′ GASPERI SV)
KESSIÉ 6,5 Spero che ora sia chiaro che il di più di questa squadra in mezzo al campo non sia lui. Inutile parlare degli assenti e montar polemica, ma anche da arretrato educato fa la sua figura: poche percussioni, ben impostate, pochi tiri, abbastanza pericolosi, tanto fiato e pressioni, con palloni recuperati più dai compagni in fase di recupero che da lui, comunque tatticamente essenziale. SOSTANZA
CIANO 7,5 Uno dei pochissimi a risaltare con una prova sopra gli standard in Lombardia, continua a fornire i migliori palloni della squadra, con una strapotenza tecnica imbarazzante. Piazza il pallone che, deviato, costruisce il rigore che lui stesso trasforma, imposta per tutta la partita e guadagna minuti migliorando la tenuta, il punto debole fino ad oggi: arriva quasi fino alla fine, questa volta. ESPONENZIALE (Dall’85′ MAZZOTTA SV)
KONE 5,5 L’esperimento di oggi: contare quanti palloni passino dalle sue parti e quanti effettivamente diventino giocabili. Il risultato è che di fatto i bianconeri rischiano di giocare con un calciatore in meno che, oltretutto, in fase offensiva non aiuta nei movimenti Djuric e gli esterni. Vero è che non è sua la pretesa di essere reinventato regista avanzato, e che quando si muove davanti alla difesa diventa fondamentale: con la sicurezza la sua prestazione si rinvigorisce, e il centrocampo previsto da Drago acquisisce grande dignità. DAVANTI ALLA DIFESA È L’INEFFABILE SPLENDORE
GARRITANO 6 Un tiro, qualche sgroppata, ma in generale ancora fuori dai veri giochi: dopo un inizio stagione a bomba non riesce a rimettersi in carreggiata sui livelli cui ci aveva abituato questa stagione. Di sicuro non combina danni, anzi contribuendo ad allungare in fase di possesso la squadra. ELASTICO (Dal 66′ DALMONTE 6 Dobbiamo iniziare il countdown per la sua imminente cessione? Entra in campo e sembra poterlo mantenere. VEDREMO)
DJURIC 7 Bravissimo. Non segna, ma bravissimo comunque. Si prende i falli giusti, viene considerato pericoloso dai centrali che non lo mollano, sposta la difesa verso il lato debole con il taglio permettendo le percussioni degli esterni. Il tutto mantenendo il pallone, cosa che non gli era stata insegnata per il passato… ovvero il motivo per cui ci si era orientati a giugno su Rosseti: ora manca solo lo scarico dentro l’area di piede. COME ROSSETI, MA MEGLIO
Stadio-Manuzzi-Cesena-curvaDRAGO 6 Prima del rigore si sono visti più limiti che altro nel suo impianto di gioco… poi la china è andata in discesa e lui ne ha solo che goduto. Soprattutto sono arrivati quei segnali che si aspettava dai ‘panchinari’ (Lucchini, Valzania) a Torino, la scintilla iniziale del dramma bianconero: dopo una gara beffa come quella di Brescia potrebbe anche essersi chiuso un cerchio. “La programmazione è fondamentale per chi non ha molti soldi”… da capire di che tipo di programmazione si parla, ma le parole sono ben più che sante: sono angeliche. SAREBBE BELLO
AC CESENA 6,5 Poco da dire: i ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare, raggiungendo una vittoria costretta che, mancata, avrebbe riportato nell’abisso dell’impotenza tutto l’ambiente. TROPPO IMPORTANTE

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GOMIS 5,5 Si spreca in un intervento meraviglioso su Morosini, poi rimane fulminato da Caracciolo, rinunciando pure a provarci agitando lo spauracchio di un fuorigioco inesistente. In un paio di occasioni fa scivolare la palla senza bloccarla e rischia grosso: ha qualche colpa. IMPERFETTO
PERICO 7 È l’idolo: fa certe corse per andare a protestare con gli assistenti di Pezzuto che è uno spettacolo. Ha birra da vendere, è sempre lucido… è la versione più evoluta di uno che l’anno scorso sarebbe stato da dare in prestito in una bassa Lega Pro: ora è la ragione principale per guardare questa squadra. QUAD C(U)ORE
CALDARA 5,5 IL FUORIGIOCO, DANNAZIONE! UNICO ERRORE
LUCCHINI 5,5 Fargli marcare Caracciolo è come chiedere a Pezzuto di mostrare un po’ di personalità: non si va molto in là. Prova a mettere calma in animi bollenti, ma la situazione è completamente al di sopra del suo carisma: c’è disperato bisogno di Capelli, da questo punto di vista. MISSIONE IMPOSSIBILE
RENZETTI 6 Costante e capace come sempre di mettere il pallone in mezzo, non perde colpi in nessun momento ma non riesce nemmeno a imprimere la marcia vincente per provare a sfondare le Rondinelle: è una certezza, giustamente rinnovata, ma si cerca ancora l’uomo determinante.  SICURO
CASCIONE 5 Due tocchi, due ottimi cross: sparisce in fase di regia, a favore del gioco sulle fasce, ma quando viene chiamato in causa sa come proporre. In copertura è fondamentale: prevede gli attacchi bresciani e si posiziona correttamente, salvando pure sul limite della porta il tracollo bianconero. Poi si fa cacciar fuori, dimostrando ancora una volta la sua incapacità di mantenere il controllo, lasciando il Cesena senza il regista per le prossime partite – complice l’infortunio di Sensi –, rovinando la sua ottima gara: non è la prima volta che si fa buttar fuori tre giornate nel momento meno adatto. RECIDIVO
KESSIÉ 5,5 Praticamente inoperoso e incapace di diventare un fattore durante la partita, si propone un paio di volte ma quando è il momento di tentare il passaggio non riesce a imporsi: è il primo sacrificato dei cambi. (Dal 64′ VALZANIA 5,5 Lotta, ma ci mette troppo tempo a carburare quando al pronti-via dalla panchina dovrebbe essere sempre in palla. Sale il nervosismo e anche lui ne rimane vittima, quando però il match è già andato via. INGOLFATO)
CIANO 6,5 È in ogni parte del campo, riesce ad andarsene con reattività e quando può distribuire il pallone dalla fascia lo fa di prima, in no-look, ragionando o d’istinto: se riuscisse a portare la sua prestazione oltre il singolo tempo potrebbe diventare un fattore, invece deve accomodarsi in panchina. Il più positivo dei suoi fino a che è in campo. DISPERATO MA NON SERIO (Dal 70′ MAZZOTTA 6 Questo non ha senso tenerlo seduto… bisogna trovare il modo di far giocare anche lui. Anche se sarà da tenere in panchina qualche favorito… è forse l’unico cambio completamente azzeccato da Drago, considerato che è l’unico a sbattersi per tenere alta la squadra. FATELO ENTRARE!)
MOLINA 5 Fasi di gioco altalenanti per lui, con buone intuizioni e qualche ingenuità: tra queste l’aver accettato la provocazione di Lancini ed essersi fatto cacciar via. A prescindere dalla bassa qualità di Pezzuto, il trequartista improvvisato sbaglia tutto. POLLO
RAGUSA 6 Con le sue qualità potrebbe fare quello che vuole, letteralmente… invece va a sprazzi. Ora non può bastare: il Cesena ha bisogno di ricominciare a segnare, di farlo tanto, e lui dovrebbe essere una delle macchine da gol bianconere. Una valutazione va comunque fatta: esce lui e inizia il delirio… quindi un certo equilibrio è in grado di amministrarlo. Visto l’investimento sul suo cartellino Drago deve trovare il modo di riportare questo calciatore ai livelli di inizio anno. DA SALVARE (Dall’80′ MAGNUSSON 4 Entra. Fa fallo da rigore. Da un punto a zero punti. Il riscatto obbligatorio di questo giocatore è fissato a 1,7 milioni di euro: oggi appare un po’ esagerato. SCIAGURATO)
DJURIC 6,5 Non è eccessivamente rapido, ma da tempo ha capito da che posizioni si attacca e pare essere sempre pronto a fare il passo giusto, segnando il primissimo gol di rapina della sua vita: un momento incredibile per tutti quanti. Poi però salta un foglio di Gazzetta, spesso fuori tempo… sulle tempistiche c’è ancora parecchio, parecchio da lavorare, ma quando c’è lui l’attacco bianconero ha un senso di esistere. FONDAMENTALE
LAPR0999-kkZD-U1309003640F0F-620x349@Gazzetta-Web_articolo DRAGO 5,5 Ci sono diverse cose da considerare: per la prima volta il Cesena è propositivo in trasferta, si presenta in campo senza Sensi, Pezzuto fa uscire dai binari della normalità la partita… epperò la sua risposta è Magnusson per Ragusa. Alla vigilia solite dichiarazioni da “la guerra è finita”, ma sia come sia sono altri zero punti: e non va bene. DEPRESSIONE TIPO BAUSTELLE
AC CESENA 5,5 Primo tempo incredibile considerato il campo esterno… eppure non si va oltre una sola rete. Su questo bisogna intervenire, e urgentemente: il mercato finora ha restituito un Sensi in prestito e, forse, un difensore che non è la vera chiave tattica mancante. Il secondo tempo bianconero non ha senso commentarlo: soliti limiti mentali, tattici e organici, più un mancato TSO producono un’inevitabile sconfitta, anche perché quando si era in undici si è trovato il gol in un momento in cui comunque il Brescia stava guadagnando terreno, senza smettere anche dopo la ‘rapina’ di Djuric. Insomma, si rischia di non cogliere limiti che persistono anche dopo la pausa invernale. ATTENZIONE

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GOMIS 7,5 Miglior giocatore della prima parte di stagione bianconera, salvezza in diverse occasioni, scoperta preziosa quando ce n’è stato reale bisogno, un paio di uscite infelici con Lanciano e Pro Vercelli… due partite in un campionato da protagonista assoluto. IL MIGLIORE
AGLIARDI 6+ Come secondo portiere è una garanzia, come titolare ha ben figurato a inizio campionato ma a Torino ha ricordato l’ultimo uomo di Bologna, alternando grandi interventi ad errori marchiani. Determinante contro il Novara, si è fatto trovare pronto dopo l’infortunio di Gomis: tutto ciò che si potrebbe volere da un onesto gregario. PRONTO
MENEGATTI NG
PERICO 6,5 Alle prime prestazioni ci si chiede perché quest’uomo giochi ancora: poco fiato, poche idee, tanti errori. La svolta vera arriva a Perugia: in una partita complicatissima, da correre per 90′, finita in nove per un arbitraggio ridicolo, Perico regge senza mai cadere. Aiutato dai compagni di reparto, aiutato dagli esterni alti, regge. Da quel momento in poi inizia a giocare un po’ più arretrato, a fare meno percussioni in avanti, a coprire i compagni, diventando un terzino poco mobile ma dannatamente efficace in chiusura. Non era previsto quel ruolo nel modulo di Drago, ma è grazie anche a lui se il finale di stagione non sia stato un tracollo. BORN AGAIN
DE COL 5 Salta tutta la preparazione con la squadra, il che porta ad una difficile integrazione nell’ambiente: non che sia colpa sua, dato che arriva con l’ultimo treno di mercato, ma va comunque tenuto in conto. Non convince in nessuna delle sue prestazioni: da titolare fisso viene retrocesso a seconda scelta costante, principale fautore – indirettamente – dell’esplosione di Perico. Altro bocciato da Drago, ma non riammesso. AI MARGINI
CALDARA 7 Il più costante dei bianconeri, il più elegante difensore della serie B: talento per ordine, per capacità di lettura dell’azione, per tranquillità nell’intervento. Un solo difetto, che lo accomuna a Gomis: il gioco aereo, dove subisce troppo per un centrale così ben impostato. Non gli si possono attribuire colpe, ma solo ringraziamenti per il buon gioco portato e i compensi per la sua valorizzazione… pur essendo nettamente il migliore del suo reparto ha sempre dimostrato grandissima umiltà in campo e fuori. LORD BYRON
CAPELLI 6 L’unico fra gli uomini di Drago in grado di dettare la linea quando è in campo: insomma, la fascia è bene che stia al suo braccio, nonostante alcuni limiti dovuti ad una fase sportiva in chiara discesa. Si conferma di medio livello per la serie B nonostante la Caldara-dipendenza evidenziata in più occasioni, con una lentezza sul primo passo che si era manifestata anche sul finale della scorsa stagione. CHIOCCIA
LUCCHINI 5+ Dopo Torino qualcosa si è rotto, ma pian piano è entrato in un ordine di idee che deve giocoforza trasformarsi in una chioccia non solo per il reparto difensivo, ma per tutta la squadra. A gennaio inizierà il corso da allenatore Uefa B, segno che la volontà di ammettere l’arrivo della maturità sportiva c’è: al di là delle prestazioni in campo, purtroppo raramente da far la differenza, è importantissimo che da giocatori come lui passi il salto di qualità nello spogliatoio e negli atteggiamenti. VENGA IL TUO REGNO
MAGNUSSON 5,5 Sin dalle prime battute si è capito che questo non fosse né il suo tempo, né il suo spazio: Cesena non fitta più all’islandese, ma è una questione di impostazione di gioco, non di altro. Certo, lui è sembrato molto più appannato della passata stagione dove, senza troppi giri di parole, è uno dei due o tre ad esseri salvato. Certo, lui è arrivato praticamente a fine preparazione e questo può avere inciso. Lui si sarebbe aspettato altro dopo un anno di serie A, quindi la demotivazione può aver giocato un brutto scherzo, ma non è stato il centrale più adatto per questa difesa. FOREIGN FIGHTER
RENZETTI 6,5 Prima giornata… Renzetti poteva anche essere uno dei partenti che non sarebbe cambiato nulla. Poi ha iniziato a guadagnar campo, a farsi trovar pronto, in forza di un Mazzotta comunque strepitoso nei primi mesi, mostrando crescita continua, segno che i problemi fisici del passato avevano finito di tormentarlo, cancellando di fatto un anno e mezzo di carriera. Si getta alle spalle tutto sfoderando un paio di grandissime partite, da mattatore assoluto in avanti e indietro: poi cala come tutto il resto della batteria esterni a disposizione di Drago, ma non per tutti i 90′, tirando fuori comunque colpi importanti. BENTORNATO
MAZZOTTA 6- Partito a bomba, poi infortunato, poi sparito. Seguendo la chiave di lettura dell’incomunicabilità tra giocatori-settore sanitario-settore tecnico, anche lui è finito nel limbo di chi era partito come uomo di Drago per poi non averlo completamente convinto. Va detto che per il secondo anno pare non essersi riuscito ad integrare perfettamente nel sistema-Cesena, ma dargli un’insufficienza pare impossibile: però qualcosa non ha funzionato e lui del resto era partito nell’undici titolare, quindi qualcosa deve aver combinato. SMARRITO
MOLINA 5 Voleva disperatamente diventare terzino destro: il Cesena ha puntato su questa scommessa e Drago si è messo in gioco in toto. Tutta la preparazione l’ha fatta in quel ruolo, poi debutta esterno sinistro… Che sia un’annata balorda per lui lo si vede anche da questo indicatore. Entra nelle rotazioni a destra più per mancanza di alternative che per altri motivi. UN TEOREMA CHE PARTE CON IPOTESI SBAGLIATE È UN TEOREMA SBAGLIATO
VALZANIA 6 Parte titolare, poi viene messo nel dimenticatoio da Drago dopo l’infortunio, preferendogli quasi sistematicamente Tabanelli nei momenti di emergenza. Eppure nella disfatta di Torino è l’unico ad avere il passo da categoria, nonostante allenamenti discontinui: per lui sicuramente mezza stagione persa in un’età dove servirebbe solo gioco per il continuo miglioramento. Separazione scontata in fase di mercato, ma ci rimettono i bianconeri: lui ha solo da guadagnare. QUESTIONE DI SCELTE
VARANO NG
RAGUSA 6,5 Finale di stagione da buttare: spompato, massacrato dagli avversari, poco lucido sotto porta, incapace di recupero. Poi si guardi semplicemente a chi ha fatto la differenza per il resto della stagione e alla casella gol fatti e minuti giocati il ragazzo domina. Dovrebbe fare ancora di più, ma non è uno di quei giocatori che siano stati perfettamente inquadrati e messi nelle condizioni migliori di giocare dal tecnico, che pure lo considera imprescindibile. Più volte abbiamo fatto presente che con questi ritmi si sarebbe bruciato a fine girone e così è successo: lui merita riposo, non pungolo. A quello ci si penserà quando si riprenderà a macinare. DETERMINANTE
SENSI 7- Il ‘Mago’ di Urbania, scacciato fino alla fine dell’era Bisoli perché svogliato e appoggiato a San Marino, rischiando pure di perderlo, sta dimostrando di essere uno dei più forti calciatori mai passati a Cesena. Non si può far finta, comunque, che sia prodotto del vivaio, cresciuto in area riminese e portato a Cesena già in età avanzata da Galassi ai tempi della presidenza Campedelli: è stata un’operazione di mercato geniale e deve far scuola per quello. In campo è l’unico, ad oggi, ad essere in grado di impostare gioco, sia in ripartenza che in verticale lento: naturalmente ha bisogno di sponde e di gente che faccia della legna per lui, nonostante sia cresciuto tantissimo in fase di contenimento, sfruttando la sua velocità e la sua capacità istintiva di cogliere il tempo giusto. Tuttavia manca una cosa importantissima, che potrà maturare solo con la continua esperienza: l’essere faro anche e soprattutto quando la nave affonda. CAPITAN FUTURO
CASCIONE 5,5 Non corre… corresse, magari, ma non ce la fa più. E se non corri, con le fasce che ti ritrovi al fianco, fai poco. Poi si può far finta di vedere o non vedere i suoi limiti in regia in questa stagione, ma bisogna attenersi ai fatti. I fatti dicono che non si è riuscito ad integrare con Sensi e che, da solo, non è riuscito a dare un’identità alla squadra: nel 4-2-3-1 tuttavia ha avuto occasione di fare anche bene con il ‘Mago’ di Urbania, quindi non è che tutto sia veramente perduto. Sembra aver retto bene il momento no del suo rapporto con la maglia, tradizionalmente da un mese e mezzo prima della fase di mercato, ma bisognerà vedere dove lo porterà il calcio: ad oggi è una riserva di Sensi. LENTO
KONE 5+ Altra grande delusione, considerato il suo curriculum e l’età: ci si aspettava tanto, troppo da lui, andando poi a far reparto con un suo compagno storico di Pescara, in un modulo identico, con quello che viene definito da tutti il “nuovo Verratti”… invece proprio la contemporanea presenza di lui e Cascione con Sensi ha segnato la prima grande involuzione del gioco bianconero. In crescita in finale d’anno, utilizzato più da incursore, ma siamo ancora lontani da quelle che erano le sue potenzialità. SENZA ACCENTO
TABANELLI 6 A fine anno si giudicano due mezze stagioni, non la prestazione nella singola partita… una storia, insomma. Una storia che ci racconta di un figlio di Romagna che sta cercando di ritornare a fare quello che ha sempre sognato, ma che per una fragilità radicata nel profondo, per molto tempo durante una stagione non riesce a fare. In questo momento forse non è nemmeno da categoria – di sicuro non sui 90′ –, ma è anche vero che certe favole devono ancora essere scritte. TANTO TEMPO FA, IN UNA ROMAGNA LONTANA LONTANA… 
KESSIÉ 7 Il compagno naturale di Sensi in reparto, una forza della natura, tipo Juggernaut della Confraternita Dei Mutanti Malvagi – che tra l’altro nel film X-Men: Last Stand è stato interpretato da Vinnie Jones, uno della Crazy Gang del Wimbledon l’anno della FA Cup –, che sembrava impossibile da arrestare. Invece anche lui si è dovuto arrendere a qualche acciacco e ha dovuto riprendersi in maniera molto, molto lenta, perdendosi metà della stagione ma risultando comunque uno dei più attivi e presenti nelle ultime gare. Ripartire da lui per questo 2016 sarà imprescindibile, anche se ovviamente gli manca ancora una certa educazione calcistica in chiave tattica senza il possesso del pallone. FENOMENO
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CIANO 5 Preso per fare la differenza, invano: il goleador da 17 reti col Crotone di Drago ha bollato appena 3 volte in questa stagione, trasformandosi però in assistman con già 4 servizi in sole 11 gare giocate. Una metamorfosi che, però, non ha portato quanto sperato, anche ricordando le fasi tribolate di mercato per portarlo a Cesena. Per lui doveva essere la consacrazione definitiva per iniziare a guardare verso la serie A, ma per ora è fermo al palo e allo strapotere tecnico: a lui la decisione su cosa voler fare da grande. IMPALATO
GARRITANO 6+ Confusionario, letale in accelerazione, volitivo… Garritano costa 75mila euro di riscatto dall’Inter e diventa il simbolo del primo Cesena, il bel Cesena, il Cesena dei giovani, prendendo palla e buttandola dentro o in mezzo senza tema d’esser fermato. Ci pensa la sorte, ci pensano i risultati altalenanti che spengono gli entusiasmi, ci pensa anche lui che non riesce a rimettersi ai livelli di inizio campionato: considerato che anche lui non avrebbe dovuto fare la differenza, in realtà è tanta roba. TURBOLENTO
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DJURIC 7 In serie A era qualcosa di impensabile, una zavorra nonostante un’indubbia efficacia di base, pur dispendiosa. Doveva essere il sacrificato in fase di mercato, poi la partenza di Rodríguez e lo scarso appeal in fase di mercato lo hanno graziato: l’infortunio di Rosseti e, non neghiamolo, la risposta al di sotto delle aspettative dello juventino ne han fatto salire le quotazioni. In Nazionale è sbocciato e ha iniziato a segnare gol anche di piede, tenendo il passo con molti difensori e riuscendo anche a girarsi e calciare , non solo a fare il ganganone che la spizza di testa. La serie B è indubbiamente cosa sua, almeno nel gioco bianconero: questo non era scontato, questo è forse il piccolo gioiello della prima parte di stagione. PRIMA PUNTA
MONCINI SV Non è giocatore da categoria, semplicemente: metterlo in campo è stata una bella palestra, ma un’occasione che non poteva sfruttare per manifesta impreparazione. Ora si riparte quasi certamente dalla Lega Pro: vedremo se smentirà le impressioni, ovvero che dalla Primavera ai pro il salto per lui sia stato troppo, troppo alto. ANNOZERO
ROSSETI 5,5 Una sola rete per una prima punta titolare in undici partite giocate: può essere un’arma tattica e il giocatore più adatto per il modulo di Drago, ma il risultato è che gioca titolare Djuric, uno che ad inizio anno non doveva nemmeno essere qui. Non sono arrivati molti palloni, ma il fatto rimane: l’impresa, titanica probabilmente, ad oggi lo ha schiacciato. SCHIENATO
SUCCI SV Non si può valutare un pezzo di storia del Cesena simile: è lui ora a dover giudicare se stesso e a trarne le conseguenti scelte. In ogni caso ha fatto molto di più di quello che ci ricordiamo. COMUNQUE NELLA STORIA
12033113_180779508926419_7096443013799746942_n DRAGO 6- Doveva portare un atteggiamento di gioco che producesse gol a ripetizione: settimo attacco del campionato, quarta per differenza reti. Considerato che non gli è stata presa una prima punta – come già capitato in passato – e che diversi giocatori non sono stati a disposizione, rimane una gestione dello spogliatoio e una comunicazione pubblica correlata che sono necessariamente da reimpostare, perché l’idea che la squadra si sia scollata è passata. È stato lasciato anche troppo solo come debuttante fuori dal suo ambiente, e probabilmente ha fatto quello che poteva con quello che poteva. Tecnicamente gli si possono imputare le problematiche con gli interni di centrocampo e un’incapacità di cambiare in corso d’opera la squadra che è montata con il passare del tempo e il calo delle prestazioni, per tacere della differenza tra approccio casalingo e approccio in trasferta. Ora sta a lui capire come fare: ha tempo, e ha modo. CHE LA PAUSA SIA CON TE
SETTORE TECNICO 7- La squadra è stata costruita bene, con pochi soldi, puntando su top class di categoria e sulle valorizzazioni di giovani talenti. I giocatori di proprietà hanno risposto parzialmente – vedi Ciano, Mazzotta e Ragusa –, probabilmente il centrocampo ha collezionato troppi interni, Rosseti non è riuscito a diventare il fattore determinante che si auspicava. In fase entrata-uscita, costretto ad operazioni come quelle di Valzania-Gasperoni con l’Atalanta e Rodríguez con la Sampdoria, porta a casa il possibile. Ora sarà fondamentale la gestione del mercato invernale, non tanto in chiave rafforzamento, quanto in ottica valorizzazione del lavoro di Massimo Drago, fino ad ora difeso ma forse non con l’intensità che ci si aspettava.  NOZZE COI FICHI SECCHI (O QUASI)
SETTORE DIRIGENZIALE NG Non sono ancora pubblici i bilanci a giugno 2015, quindi qualsiasi valutazione sull’operato stagionale tout court di Cesena & Co. e AC Cesena spa è da rimandare. NON GIUDICABILE
AC CESENA 6 La squadra è lì, in zona playoff, dove doveva essere. Il trend è negativo, l’umore è sotto le scarpe e, soprattutto, il Perugia ha una gara in meno, ma di riffa o di raffa l’obiettivo di inizio anno è mantenuto. Troppe cose non funzionano e troppe alchimie si sono perse per strada, quando sulla carta le prime tre-quattro posizioni dovevano essere l’ambiente naturale… e fino a che il pallone girava era giusto scrivere ciò che si vedeva… ora è invece il momento di fare quadrato e di dire che sì, è andata al di sotto delle aspettative, ma solo perché da questa squadra e da questo settore tecnico ci si aspetta sempre il meglio. E ci si aspetta anche che emerga un leader nello spogliatoio: Perico deve mettere su cattiveria, Capelli deve ancora calarsi nella parte, a Lucchini si chiede un grande sacrificio personale, per Renzetti è una questione di carta d’identità… i nomi sono questi, e basterebbe un fronte comune con l’allenatore per rimettere ordine nel sogno. SCOMMESSA ANCORA APERTA 
11234815_210321335972236_5807977417694650104_nVEDOBIANCO|VEDONERO ? Questa è una pagella che spetta a voi, amiche e amici: noi intanto iniziamo a sbocciare. BUONA FINE E BUON INIZIO
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ph. 1 Francesco Di Leonforte
ph. 2 Michele Lugaresi

© Redazione vedoBIANCO|vedoNERO; Gian Piero Travini