GOMIS 6 La parata più bella la fa su Mokulu, ma è inutile. Per il resto è buona guardia, anche abbastanza attenta se vogliamo. Si conferma assiema a Caldara il più costante in regular season. MR. PERFECT
PERICO 5 Estremamente avanzato, lasciando a Valzania parte del lavoro in ripiegamento difensivo, tuttavia è ancora una volta in fortissimo debito d’ossigeno, nonostante riesca a recuperare su quasi tutte le azioni. Poi ad un certo punto l’Idolo diventa il protagonista di Limitless, imposta l’azione, avanza, scambia, fa bagnare due-tre avellinesi con lo sguardo marpiazzurro canticchiando una canzone di Bepi Dela Basa, riceve e triangola mandando in gol Falco. Fossi Adinolfi riconsidererei certe posizioni sull’omosessualità dopo averlo visto in campo. Fossi una donna vorrei avere un figlio da lui. La Penna prende tutta questa maschia virilità sul personale e lo butta fuori, perché il vero Idolo, quando bastarebbe un giallo per saltare la prima dei playoff, vede solo rosso… ma ormai il primo anello del ‘Partenio’ è gravido di bianconeri col nasone e la stempiata da film porno primi anni ’90. Poi, sia chiaro, non esiste farsi espellere così. NON. ESISTE. Ma lui è l’Idolo, quindi si becca insufficienza, ma è comunque il migliore in campo. A prescindere! IT’S SO F*****N’ BIG
CAPELLI 6 Sta all’eleganza come Nica all’intelligenza, ma le mazzate funzionano e servono gli eurogol assurdi per passare i bianconeri. Sono ottimi, ottimi segnali in chiave esterna playoff, ammesso e non concesso che non si possa far conto su Caldara. Oggi è in versione ‘assalto ad un portavalori in A-14 con macchine a fuoco e AK-47’. GOMORRO
MAGNUSSON 6,5 Oh, mica male! Difficile imputargli colpe sulle azioni offensive e anche sulle palle da fermo appare molto, molto sicuro di sé. Poi è anche l’unico centrale di più di un metro e novanta che quando vuol far fallo tattico becca ripartenza (errore tecnico di La Penna che non lo ammonisce appena il gioco è fermo), ma va bene così quest’oggi. SALDO
FALASCO 6 Una valida alternativa al cross di Renzetti. Ha sofferto una prestazione viziata da un erroraccio a Trapani e, come capitato in precedenza anche ad altri, è stato messo nel dimenticatoio nonostante uno stato di forma in calo del compagno di reparto: rientra e non fa per niente male. Poi a una certa decide di fare scuba diving tra le pubblicità di bordo campo e per qualche secondo tiene col fiato sospeso, ma va tutto bene. JACQUES COUSTEAU
VALZANIA 6 Impiegato pure come terzino non è una novita – un paio di volte addirittura Bisoli provò a spostarlo lì, però a sinistra –, ma è una nota positiva inedita in questa stagione, perché per la prima mezzora interviene parecchio e bene… . Però non è cosa sul lungo periodo, e Drago lo sposta sulla sinistra, scambiandolo con Cascione. Rimane nella ripresa in quella posizione e Jidayi è da Telefono Azzurro nel curarlo: prende colpi, perde colpi. Poi panchina e manda… colpi. I 100 COLPI (Dal 57′ RAGUSA 7 Cioè? Tipo che difende da solo una fascia? Tipo che porta su il pallone? Tipo che a momenti replica il gol dello scorso sabato? Metamorfosi, ma senza le blatte del cecoslovacco e le menate pornosoftvedoenonvedo di Ovidio. Questo è capace di vincere i playoff da solo. SOSPENSIONE DELL’INCREDULITÀ)
SENSI 6,5 La solita quantità disarmante di falli subiti, una capacità di lettura dei movimenti avversari perfetta per servire sempre al momento giusto in avanti, un istinto che raramente lascia spazio a errori marchiani. Nella ripresa la precisione cala ed è il momento di tirare il freno a mano, lasciando la cabina di regia per lo più a Falco. CLASSE E CONSERVAZIONE
CASCIONE 6 Davanti alla difesa c’è sempre, ormai ha battezzato la posizione, ma quando è in area il rischio è che il pallone su rinvio sia sempre degli avversari. Il problema è e sarà sempre lo stesso fino a che non andrà via Sensi: questo nasce giocare di inserimento ed è stato trasformato in un mediano praticamente puro. Ed è una violenza. ROMEO BENETTI
FALCO 7 Due gol. Sempre presente. Mai una sudata mancata. Mai una corsa rinunciata. Mai un’alzata di testa. Fa reparto praticamente da solo e sfrutta alla meglio qualsiasi buon pallone: magari non segnerà sempre ma raramente sbaglia l’idea dalla trequarti in su. #SOLOCOSEBELLE (Dal 79′ GARRITANO 6 Un paio di buoni falli raccolti, nessun pallone perso. Per la situazione pietosa che ha mostrato all’ultima uscita, il 6 è obbligatorio. CAI DAZZO!)
CIANO 5,5 Non brilla e non dà grandi segni di voler mettere la firma sulla pratica, e la fascia ne risente: dei bianconeri è quello che assieme a Renzetti sta risentendo di più del finale di stagione e di un cambiamento di posizione che gli lascia un po’ meno libertà del solito. (Dal 71′ FONTANESI 6,5 Un paio di ottime chiusure in momenti critici subito appena alzatosi dalla panchina: contributo da non sottovalutare. PRONTO)
DJURIC 5,5 E se il Gardanone salta manco un foglio di Corriere Romagna, c’è poco da fare: metà del suo successi tattico offensivo in questa stagione è dovuto al suo strapotere fisico; senza siamo un po’ alla frutta. Poi tiene bene il pallone, ma fa molta fatica a girarsi. Gli manca la freschezza del primo movimento e sbaglia l’inverosimile. IMPRECISO
DRAGO 6 Ci prova fino alla fine a complicarsi la vita, ricadendo nell’errore Sensi-Cascione, incasinando la fascia destra con una convivenza difficile Perico-Valzania-Ciano, ma giustamente conserva alcuni giocatori preziosi. Per la vittoria fuori meriterebbe qualcosa in più, ma il giochino esclude Perico dalla prima gara dei playoff: in affanno da subito, valeva la pena forse far giocare subito Fontanesi? Ma dai, oggi c’è poco da dire: ha compiuto la missione, per più di metà gara senza troppi problemi. Contro una squadra che non aveva più nulla da dire e giocava con le riserve delle riserve, in alcuni casi, sia chiaro. Ultima pugnetta: Improta? AH, MA QUINDI A ’STO GIOCO NON È VIETATO VINCERE FUORI CASA?!
AC CESENA 6,5 Alti e bassi in questa gara, con fiammate che sembrano ancora le prime giornate e momenti da lazzaretto bisoliano che è un darsi pacconi in mezzo alle gambe. Ma è una vittoria, maturata in dieci, fuori casa: era quello che serviva, più con le brutte che con le belle. Ma la tradizione bianconera insegna che è proprio con le prime che si raggiungono i risultati più belli. BRUTTI MA BUONI
© Gian Piero Travini