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All’85′ di Cesena-Pescara, sul punteggio di 1-0, mister Drago sceglie di sostituire la prima punta, Ragusa, con un terzo difensore centrale, Capelli. Tutti quanti, all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi, hanno trattenuto il fiato per un istante. Magia nera… magia nera del dannatissimo calcio, per contrastare la paura di non vincere: la necromanzia della difesa a cinque. Qualcosa che proviene dai Senza titolo-1reconditi abissi del pensiero calcistico di un Cesena che non è più, ma che tutti abbiamo nella memoria: perché quando guardi dentro il 6-3-1, il 6-3-1 guarda dentro di te. E non ti abbandona più.
E su internet, dopo quel cambio e nonostante la vittoria, si scatena il solito delirio tra bisoliani e anti-bisoliani, quando in realtà il problema cui ha risposto Drago ha dei fondamenti molto più ragionati di un semplice ‘fuori l’attaccante-dentro il difensore’.
Tema tattico☆ La partita di Ragusa è stata efficace, ma molto rischiosa. Il volume di palloni persi dall’esterno ha innescato la maggior parte delle ripartenze pescaresi: il problema di chi è costretto ad improvvisarsi prima punta senza esserlo è la scelta di tempo sugli appoggi. In una fase critica come quella degli ultimi minuti, con Torreira e Valoti attaccanti aggiunti e una pressione costante, anche una sola palla persa sarebbe potuta essere fatale. L’inerzia non è cambiata quando è passato sull’esterna con l’ingresso di Succi: Ragusa si è sempre accentrato e ha sempre perso palloni .
☆ I cambi classici di Drago sono tre: sostituzione del centrale con un centrale, sostituzione della prima punta di riferimento con una prima punta mobile, sostituzione di uno dei due esterni con un esterno. Garritano fuori per problemi alla caviglia: Succi prima punta, Ragusa a sinistra. L’equilibrio viene mantenuto, non servono ulteriori ritocchi. La pressione aumenta, Ragusa inizia a cedere: non c’è Mazzotta in panchina, Tabanelli non ha gamba, Renzetti viene spostato in avanti – arriverà il momento in cui si realizzerà che può convertirsi esterno nel centrocampo a 3 –, Magnusson a sinistra e Capelli centrale. L’assetto tattico non cambia, ma Renzetti ha più forze di Ragusa per chiudere spazi e partita.
☆ Magnusson si sposta a sinistra all’87’… poi ci sono tre minuti di gioco più un recupero insolitamente lungo che costringe il Cesena a giocare per 8′: sono 11′ totali con questo assetto. Undici minuti in cui al Cesena viene negato un rigore su Sensi, Succi in ripartenza manda Torreira a farsi la doccia per la seconda ammonizione e, infine, il Pescara non fa nemmeno un tiro in porta.
#SGONDAMEÈ difficile pensare che il ‘Dragonomicon’ possa essere paragonabile ad un impianto di gioco altamente difensivo come il 3-5-2 bisoliano: vero è che quando le fasce non corrono il 4-3-3 di Drago ne risente tanto da divenire sterile e quasi irritante, ma ciò non toglie che l’atteggiamento tattico sia agli antipodi di quel gioco.
La strategia difensiva di Drago è molto simile a quella di Bisoli, con la linea ben oltre la propria area che, difatti, tende ad essere punita in mischia ma ben solida a campo aperto: tuttavia gli esterni di quarta linea rimangono offensivi, con il rientro degli avanti laterali, ma non ci si ritrova mai a vedere una linea a più di quattro elementi. Questo tipo di gioconon esalta un giocatore come Magnusson ma ‘aiuta’ Capelli, che proprio dentro in area ha mostrato più di un’incertezza in questa stagione.
Il calcio di Drago non è per nulla un calcio di barricata, nemmeno quando cambia un esterno avanzato con un difensore, oltretutto riuscendo a trovare vie di attacco ragionate.

La Voce di Romagna, 19/01/2012 (foto Orlando Poni)

Ieri pomeriggio, in tribuna, sedeva sereno come un monaco tibetano (prima di darsi fuoco) Yohan Benalouane. Il difensore, dopo aver visto la sua futura squadra, l’A.J. Auxerre, perdere sabato 1-3 con l’A.S. Nancy-Lorraine con doppietta dell’ex di turno Daniel Niculae, si è decisamente ricreduto sul finale di stagione in Ligue 1. E allora, pensa ‘Ben’, chi glielo fa fare di andare in Francia in una squadra che lotta per la salvezza e sobbarcarsi il peso della difesa accanto a Willy Boly, rilevando il 33enne Nazionale svizzero Stéphane Grichting, rischiando di fallire in patria, quando può stare qua a Cesena e far danni comunque?

In realtà la sua speranza è chiudere una trattativa con il Parma, rimanendo in Italia, facendo obbiettivamente un salto di qualità, senza eccessive pressioni e allontanandosi da Cesena, una piazza che non l’ha né amato né capito. Sul reparto centrali il Cesena pare abbastanza a posto, ora che anche Moras ha fatto vedere che è tutto fuorché un birillo.

Certo è stata una bella sorpresa per il presidente Campedelli vedendoselo tornare davanti, bello come il sole e contento come una pasqua di stare seduto sulle comode poltroncine “padronali” del Manuzzi. Per il Cesena la trattativa è conclusa: il difensore è dell’Auxerre. Per l’affabile Benalouane sembra proprio di no.

inedita (foto Orlando Poni)

Il presidente del Cesena Igor Campedelli, durante una conferenza stampa indetta il 24 gennaio per spiegare le motivazioni che hanno portato la cessione di Eder alla Sampdoria e parlare alla stampa del mercato, ha detto di volere una squadra più “ignorante”, riferendosi ovviamente allo spirito guerriero che ha sempre contraddistinto i bianconeri e che entro non rugge più.

Ho immaginato come l’avrà presa Gianluca Comotto, neolaureato in Scienze Economiche, e terzino destro del Cesena, reduce da una deludente quanto sciagurata prestazione a Roma.

La Voce di Romagna, 19/01/2011 (foto Orlando Poni)

Provata nei primi 15′ minuti di Cesena-Novara, più come opera di contenimento di Caracciolo sulla sinistra che come reale intenzione, la difesa a tre è il pallino di Arrigoni che a metà campionato stravolge le carte e osa.

Vincere o perdere. Il pareggio, nell’era dei tre punti, non è contemplato. Tre. Il numero magico. E vediamo se lo Stregone di Borello qualcosa di buono lo cava fuori da questa tombolata.