Posts contrassegnato dai tag ‘Sassuolo’

Tre F

MERCATO IN

FALASCO Terzino sinistro capace di adattarsi centrale – clone opposto di Fontanesi – è stato prelevato dalla Pistoiese della Roma e girato subito a Cesena, dopo aver interessato per lungo tempo il Crotone. Titolare in qualsiasi realtà di Lega Pro dove abbia giocato, a 22 anni dovrebbe essere pronto per l’avventura in serie B e, soprattutto, per supportare discretamente Renzetti sulla mancina. Ennesimo giovane di squadra altrui da far crescere con nessuna garanzia a fronte di un probabile premio di valorizzazione, che comunque a Pistoia ha vissuto una fase calante nelle ultime settimane.
PRESTITO CON RISCATTO E CONTRORISCATTO PER LA ROMA
3 tags | #scommessa #educato #versatile
👍 | Entusiasmo con gerarchie ben definite
👎 | Ancora tutto da dimostrare
Voto all’operazione | 5,5 | Con un settore giovanile così tanto celebrato non ci sarebbe bisogno di seconde linee verdi dalla Lega Pro

FALCO Letteralmente scartato da Donadoni ha fallito l’appuntamento con la A dopo tanta gavetta in categorie inferiori ed è naturale che cerchi il rilancio e abbia voglia di mettersi in mostra. Se il profilo tecnico possa soddisfare le esigenze del gioco in velocità bianconero, è l’ennesimo falso-trequartista offensivo incapace di vedere la rete: un euro la dozzina tra serie A e B. Nasce esterno di seconda linea con capacità di creare superiorità numerica inserendosi come seconda punta, e ha interpretato il ruolo del regista nella sua ottima esperienza a Trapani e, brevemente, nel 4-3-1-2 di Delio Rossi al Bologna. Se a Trapani in realtà era vertice alto del 4-4-2 a rombo – con movimenti della mezzali completamente diversi da quelli che chiede Drago –, in rossoblu l’impostazione non lo ha esaltato, tanto che si è fatto mangiare il posto sia da Diawara che da Donsah. Delle tre F è probabilmente il più talentuoso e il più determinante ma, come nel caso di Kone, appare inadatto al modulo di Drago, a meno che non sfoderi doti di sacrificio in fase di possesso e di arretramento continuo a supporto degli esterni bianconeri che, fino ad ora, non ha mai mostrate: un conto è trovare gli spazi, un conto è lasciarne. Discreto assistman nel giusto impianto di gioco.
PRESTITO CON RISCATTO E CONTRORISCATTO PER IL BOLOGNA
3 tags | #talentuoso #falsotrequartista #nogol
👍 | Aggredisce lo spazio e crea superiorità numerica
👎 | Non è abituato al sacrificio
Voto all’operazione | 5,5 | Non è il profilo giusto per Drago che dovrà riadattare il suo gioco

FONTANESI Questo potrebbe essere di un altro pianeta. Leonardo Fontanesi è stato ai tempi dei Giovanissimi Nazionali del Sassuolo il più forte difensore di quel campionato, confermandosi fondamentale anche per la Primavera, con capacità atletiche assolutamente sui livelli della prima squadra. Debutta in A e fa un ottimo finale di stagione lo scorso anno, poi due presenze in Primavera e il nulla in prima squadra: quindi non tocca campo praticamente dallo scorso maggio. Fisicamente importante, capace di colpire di testa, nasce centrale capace anche di giocare sulla destra, dove ha giocato nel 4-3-3 di Di Francesco: considerato l’atteggiamento di Perico e la grande abilità di Fontanesi di giocare il pallone con i piedi, questo potrebbe essere stato il vero acquisto non solo di gennaio, ma dell’intera stagione. Classe ’96 non gioca ancora titolare sia per l’ingombrante presenza di Vrsaljico sia per una certa leziosità nel suo giocare il pallone – un po’ lo stesso problema di Magnusson, per intenderci –, dovuta essenzialmente alla sua età: mentalmente è ancora da testare se messo sotto pressione.
PRESTITO SECCO DAL SASSUOLO
3 tags | #talento #colpoditesta #controllo
👍 | In ruolo ma con piedi buoni
👎 | Lezioso
Voto all’operazione | 7 | Chiave tattica in difesa

MERCATO OUT

DE COL Arrivato l’ultimo giorno di mercato come titolare dallo Spezia in prestito dopo che ci si era resi conto dell’inabilità di Molina a giocare esterno di quarta linea, anche lui ha clamorosamente floppato. Se non ci fosse stata l’esplosione dell’idolo Perico sarebbe stata la pietra tombale sul mercato estivo bianconero, invece è stata una meteora che non ha fatto troppi danni: a detta sua non si sarebbe integrato in gruppo.
3 tags | #lento #lento #lento
👍 | Incapace di alternare fase offensiva e difensiva con costanza
👎 | Occasione persa
Voto all’operazione | 5- | Non è stato mai una riserva efficace

MAZZOTTA Viene acquisito dal Crotone a 200mila euro e si ritrova chiuso da Renzetti in A e sceglie, dopo alcune prestazioni pessime, di tornare a far gavetta in B al Catania, con prestito oneroso a poco più di 100mila euro, dimostrando grande senso del lavoro. Torna più forte di prima e si prende il posto da titolare sfoderando prestazioni fondamentali per la prima parte di stagione bianconera, poi uno stop per infiammazione dell’inguine lo blocca e, come sempre accade a Cesena, il calvario del recupero è diviso tra allungamento dei tempi di rientro – quasi due mesi… follia –, incomunicabilità tra staff medico e tecnico, incomprensioni col giocatore, messo ai margini. Il rapporto tra lui e Drago salta dopo il cambio con la Virtus Entella, dove gioca solo 5′, e il ragazzo chiede nuovamente di essere ceduto: 325mila euro con il Pescara, diretta rivale per la corsa ai play-off, e plusvalenza globale di poco più di 225mila euro. Si è scelto di puntare su Renzetti non mettendo in dubbio il suo ruolo da titolare nemmeno nelle ultime giornate dove è apparso un po’ più stanco: ancora una volta la gestione della panchina di Drago è risultata quantomeno opinabile, ma senza malizia. Il risultato: si è perso un ragazzo di 26 anni il cui valore poteva forse ancora salire in favore del solito prestito. Una situazione quella di Mazzotta che ha mostrato tutti i limiti del Cesena – tanto tecnici quanto gestionali – ma che non indurrà nemmeno questa volta le parti a fare autocritica: ne risulterà invece il solito giocatore insofferente che “se non gli sta bene stare qui, ciaone”, soprattutto in ottica tifosi. Non sembra questa la situazione, considerate certe pantomime degli anni passati: piuttosto si può rivelare come il ragazzo abbia avuto continue e oggettive difficoltà ad inserirsi nello spogliatoio bianconero.
CESSIONE AL PESCARA
+325mila
3 tags | #increscita #determinante #dimenticato
👍 | Avulso dallo spogliatoio
👎 | Non si è puntato abbastanza su di lui pur volendo puntare su di lui
Voto all’operazione | 5 | Rinforzata diretta rivale

MOLINA Dopo la partenza di D’Alessandro il Cesena cerca a lungo Molina – tipico giocatore alla Bisoli: 23 anni, veloce, duttile e senza una vera identità di gioco –, considerato un discreto rimpiazzo con doti difensiva più marcate: arriva Cazzola. Rotto. I regaloni in A dell’Atalanta. A Molina non va meglio, comunque… da enfant prodige del calcio italiano a ‘cenerentolo’ bistrattato da panchine in A e acciacchi e incomprensioni in B con il Carpi. Cerca rilancio dunque e propone di reinventarsi terzino destro, perché di esterni offensivi come lui in serie A ce ne sono e tutti più forti. Coraggioso, intraprendente, a Cesena gli viene promessa questa possibilità e il matrimonio si può fare. Arriva in prestito ad Acquapartita e parte terzino a destra, poi Drago lo fa debuttare esterno a sinistra: dai, insomma, va bene così. L’esperimento fallisce e con l’infortunio di Improta si assottigliano le opzioni di gioco bianconere. Complice l’esplosione di Perico il mancato impiego di Molina terzino non porta a troppi danni, ma il giocatore non rende nemmeno il 50% del suo effettivo potenziale. I patti erano diversi, alla mezzala non c’è possibilità di giocare, giustamente il ragazzo chiede di essere ceduto e viene accontentato.
3 tags | #jolly #prossimobisolizzato #fallimentotattico
FINE PRESTITO DALL’ATALANTA ORA A PERUGIA
👍 | Inutile impiegarlo dove non renderebbe
👎 | Doveva essere l’uomo in più e ora andrà a rinforzare il Perugia, altra avversaria del Cesena
Voto all’operazione | 4 | Tutto sbagliato, compresa la cessione al Perugia: ne guadagna il giocatore che va nella squadra perfetta per lui

MONCINI Sacrosanto dargli una possibilità al Prato. Ma non si deve fermare qui l’analisi: c’è da capire se si sia fatto su di lui il lavoro migliore. Da top player dominante in Primavera con tiepidi interessi fuorisede per un eventuale acquisto – Paratici si è fatto vedere qualche volta in città perché pur avendolo girato al Cesena nel 2013 la Juventus vanta su di lui un diritto di prelazione – a riservista in prima squadra, impressionando per personalità ma non per capacità. Anzi, il suo continuo cercare la giocata ad effetto senza realizzarla ha mostrato più che un grande coraggio una scarsa percezione dell’universo professionistico. Insomma, il salto dai ragazzi non ha funzionato: sarebbe da capire il perché. L’impressione è che, contrariamente al suo predecessore – quello che ‘vedeva’ Sensi mentre a nessuno del settore tecnico, compreso quello attuale, aveva fatto impressione –, Beppe Angelini non sia riuscito a dare una mentalità professionistica al giocatore per farlo impattare sulla B: lo svezzamento in Lega Pro diventa una necessità vitale. Tuttavia a Prato, nonostante quattro partite, ancora non è riuscito a segnare: probabile ci vogliano ancora un paio di stagioni prima che esploda.
PRESTITO SECCO AL PRATO
– ? premi valorizzazione
3 tags | #rovesciate #migliorabile #coraggio
👍 | Bisognoso di fare esperienza in categoria adatta
👎 | Impreparato all’impatto con la B
Voto all’operazione | 6 | Tardiva, considerato che il giocatore ha visto il campo appena 168′ in mezzo campionato, ma sostanzialmente giusta

SENSI Partiamo dal presupposto doveroso che se fosse stato per Rino Foschi questo l’avrebbero girato in prestito di nuovo in Lega Pro anche per questa stagione: quindi qualsiasi cifra presa per lui è di per sé un successo. E non ci può essere un’altra chiave di lettura in questa cessione… Poi si può iniziare a parlare del “progetto Empoli” applicato al Cesena e capire che non ce ne possono essere le possibilità ora. Economicamente non è sostenibile perché bisognerebbe partire da zero, e non da -36 milioni di euro per una pianificazione coerente… quindi fino a che si deve sopravvivere, giusto sopravvivere. Anche perché, ed è il secondo motivo per cui a Cesena non si potrà mai fare pianificazione in questa situazione, Rino Foschi non è né uno scout né uno scopritore di talenti senza il suo staff, ma rimane un grande uomo di mercato: è evidente che rimanga sguarnito un ruolo fondamentale per una provinciale con pochi soldi che debba fare 2 milioni di euro di plusvalenze reali a stagione. Ovvero: operazioni come quella Valzania-Atalanta, con tutti i limiti di opportunità ma purtroppo necessarie e da architettare in pochissimo tempo, sono obiettivamente fuori portata per il 75% dei direttori sportivi in circolazione… in questo Rino Foschi è maestro incontrastato. Manca lo scouting: in una squadra professionistica non basta un Krajnc in tre stagioni (Kessié non genera plusvalenze, ma solo un eventuale discreto introito).
Ho scritto tanto di Cesena e poco di Sensi perché la cessione del ‘Mago’ di Urbania non ha un senso logico in sé – 20 anni; 3,5 milioni di euro dal Sassuolo più bonus presenze a 500mila euro, più bonus Nazionale a 500mila euro, più ulteriore bonus cessione a 500mila euro; più forte regista della serie B –, ma ha un senso per andare a sanare quelle mancate plusvalenze – 2 milioni a stagione – previste dal piano industriale 2013-2018. Plusvalenze mancate anche a causa di un mercato che solo in questa stagione ha puntato decisamente su giocatori di proprietà – tutti però sui 25 anni, Varano escluso –: insomma, il bisogno di questa cessione è stato creata dallo stesso settore tecnico che l’ha perfezionata, ma è Drago che l’ha resa possibile, credendo in Sensi quando nessuno all’interno della società ci avrebbe creduto. Pare invece che il Sassuolo e la Juventus in lui ci credano eccome… e non sono in serie A a far calcio solo per aiuti degli arbitri o culo: ora sta a loro capire se abbiano fatto un buon acquisto. Per Sensi 5 mln sono un valore, ad oggi, assolutamente in mercato.
CESSIONE AL SASSUOLO
+ 3,5 mln + 1,5 mln bonus
3 tags | #best #giovane #svenduto
👍 | Soldi extra non preventivati dal settore tecnico, merita piazze che lo valorizzino
👎 | Con un paio di campionati azzeccati poteva arrivare anche a 12 mln
Voto all’operazione | 6+ | Dimostrazione che il tecnico ha lavorato bene in barba a una valutazione erronea del settore tecnico e che a Cesena si sa ancora far calcio

TABANELLI Bisoli era un campione nel fare di necessità virtù, ma da qui a reputarlo un calciatore di serie A ce ne voleva di fantasia. Questa stagione è stata come al solito foriera di infortuni per il fragile ravennate che però, in campo, non è andato mai oltre la sufficienza tutta cuore e maglia… Urge fare esperienze e minutaggio dove forse può fare la differenza. Prodotto del vivaio di una certa generosità sia in campo che fuori, quindi ultra-tutelato da società, forse ha bisogno di un altro po’ di tempo fuori dalla bambagia dei balli latinoamericani alle feste dei Club Forza Cesena da infortunato: il problema è che inizia ad essere più vicino ai 30 che altro.
PRESTITO SECCO AL PISA
3 tags | #cene #faremo #unaragione
👍 | Si punta su Valzania come prima riserva degli esterni e si dà la possibilità a un ragazzo di 26 anni di giocare al calcio
👎 | Scelta da affrontare molto prima
Voto all’operazione | 7 | Da Leeds via Cagliari alla Lega Pro: qualcosa non ha funzionato nel valutarlo oggettivamente… speriamo possa trovare la sua strada.

VARANO Chi?
PRESTITO SECCO ALL’AREZZO
– ? premi valorizzazione
3 tags | #cespuglirotolantineldeserto #chilohavisto #iloveAtalanta
👍 | Necessita di minutaggio e osservazione
👎 | Sicuri non ci fosse di meglio in casa Atalanta?
Voto all’operazione | 5,5 | L’Arezzo si gioca i playoff… potrebbe metterlo ai margini presto, ma ha bisogno di minutaggio: attualmente non sembra un’alta Lega Pro la sua dimensione

#SGONDAME
Obiettivi di mercato: taglio degli stipendi, sfoltimento della rosa per riassestare lo spogliatoio, mantenere una rosa competitiva. In tutto questo
Taglio degli stipendi | 200-300mila euro. Non è una cifra determinante, ma il fatto che passi questo messaggio sembra molto un’operazione di propaganda per continuare a battere il tasto dell’indigenza economica. Di fatto si sono risparmiati i soldi del cartellino di un giocatore di buon livello di categoria. O dello stipendio di un presidente di una squadra di calcio di serie A. | 5,5
Spogliatoio | Molina e Mazzotta volevano giocare, Drago ha avuto dei problemi di gestione dello spogliatoio dopo Torino-Cesena e ha dovuto rivedere le rotazioni, il Cesena è intervenuto con puntualità dando ad ognuno di loro la possibilità di esprimersi altrove. Non a caso le due cessioni sono state gestite con grandissima serenità e attestati di stima reciproca: su Molina grava l’errore di programmazione di inizio anno – suo e del settore tecnico bianconero – di proporlo come terzino destro, ma va valutata anche una sequenza di prestazioni negative. Il concetto di ‘riscatto e controriscatto’ è fallace: il Cesena non ha risorse per riscattare né Falasca né Falco: nell’ordine dei 200-300mila euro per il primo, nell’ordine del milione per il secondo… ma è più un pro-forma che altro. | 6,5
Rosa competitiva | Si è ceduto un potenziale titolare a sinistra per un giocatore proveniente da categoria inferiore non di proprietà, si è tolto un jolly offensivo per un trequartista che in realtà è una seconda punta. Sono punti di vista, ma sono punti di vista rischiosi. E manca un’alternativa a Djuric in grado di segnare. Sicuramente si è rinforzato il settore difensivo, ma mancano ancora i gol. | 6
In+out | Si è lasciato andar via un calciatore che è andato a rinforzare la diretta avversaria Perugia e si è fatto partire un giocatore di proprietà per arrivare a un ‘non giovane’ che non verrà riscattato, rinforzando il Pescara. La partenza di Sensi fa perdere un possibile guadagno molto più alto nel giro di qualche stagione ma diventa vitale non avendo raggiunto gli obiettivi di programmazione fissati nel 2013. Di fatto non cambia nulla nell’equilibrio generale della squadra, che continua ad essere dipendente più dalla cattiva gestione degli infortuni che dalle scelte tecniche di allenatore e dal voler a tutti costi creare le coppie nei ruoli, ‘costringendo’ i giocatori a snaturarsi tatticamente. Sulla carta la squadra si è indebolita, di fatto potrebbe anche essersi rafforzata, ma solo il tempo potrà dirlo. | 5

MERCATO INVERNALE 5+ Cambia poco, si rinforzano direttamente due avversarie, si rinuncia a proprietà che potevano acquisire valore maggiore.

© Gian Piero Travini


A gennaio Stefano Sensi non sarà più del Cesena: rimarrà fino a giugno in squadra, ma di fatto sarà in prestito. La decisione è già stata presa.

Un anno di sopravvivenza di AC Cesena ai soci di Cesena & Co., la cooperativa che controlla la società bianconera, costa Defrel. E la prossima stagione costerà Sensi. Non è un caso se la cifra cui verrà venduto il ‘Mago’ di Urbania sarà simile a quella della cessione del francesino al Sassuolo, non a caso una delle tre mete di approdo del regista bianconero.

5 milioni di euro il prezzo del cartellino, più bonus: dopo la sensazione delle prime prestazioni e le sparate mediatiche e dirigenziali, più o meno provocate – memorabile il periodo dei “dodici milioni” –, il valore di Sensi si è attestato su cifre più ragionevoli.
Sassuolo, Fiorentina e Milan: tre squadre per una fluttuazione che comunque raggiunge i 7 milioni di euro bonus compresi, nella formula quattro più tre o in quella cinque più due. Cessione a gennaio ma finale di campionato in bianconero, anche in chiave ‘partenza’ di Cascione che, come ogni anno accade, potrebbe voler tornare a Pescara per motivi familiari.

Sensi garantirà la sopravvivenza del Cesena per un’altra stagione. Peccato: in due anni – magari con un passaggio in A – il suo valore sarebbe potuto arrivare e superare i 12 milioni di euro, avvicinandosi alla quindicina.
Differenti interpretazioni del concetto di “programmazione”, insomma.

© Gian Piero Travini

“Mimmo, bumaye”.
Mimmo, uccidilo. Che sia Luca Mancini, che pare abbia risposto alle sue urla di rabbia francofone con un meno francese gesto dell’ombrello. Che sia Maurizio Marin, che lo ha concesso in prestito con diritto di riscatto al Vicenza, agevolando una doppietta che Malonga non realizzava dal ’75. Che sia Gabriele Valentini, che non ho la minima idea di cosa si stia occupando in società in questo momento ma sono sicuro che in serie B il concetto di “dirigente dell’area sportiva” sia denso di significato tale che servono menti elette anche solo per arguirne la portata. Che sia lo stesso Malonga, quello indolente, che non corre in allenamento, che ha dinamite nei piedi ma sembra un invertebrato quando fa finta di muoversi. Quello che, si spera per loro, i vicentini non conosceranno mai, ma che qui a Cesena ha fatto sempre dannare.
Sia chi sia, Mimmo, uccidilo.
Come Ali ha ucciso Foreman, come Mancini ha ucciso Minotti, ieri Mimmo ha ucciso il Cesena. Che già non è che fosse poi molto in forma.

Di nuovo 4-4-2 per Junior. O 3-5-2. O 4-3-3. Dipende chi è che guarda la partita. Ma, ehi, tranquilli: non è che cambi molto. La realtà, oltre l’universo del pressapochismo tattico, è che si soffre soprattutto a centrocampo, dove solitamente trae forza la manovra del Cesena, con i 5 in linea del Vicenza che fanno e disfano.
Gessa è sacrificato spesso indietro a fare il terzino d’appoggio per l’arrembante Tonucci, al debutto, nonostante si pensasse a spendere la pedina Bamonte alla vigilia, con una difesa che anche se viene spacciata per linea a 3 è in realtà costantemente a 5. Tabanelli è quindi spesso attivo in fase di proposizione, mentre Iori deve costruire, e da quelle parti è roba per Spirit cavalli selvaggi, ma il Vicenza è compiacente e bussa raramente, preferendo penetrare dolcemente la verginità della fascia sinistra bianconera, con Favalli ancora troppo timido per essere proposto in una situazione in cui deve guardarsi sia da Mustacchio che da Malonga, pronto ad incunearsi tra l’ex compagno di squadra e Caldirola, con il completo disinteresse di D’Alessandro. Può anche essere il male minore l’esterno sinistro, ma va innescato prima della trequarti, altrimenti non è in grado di scrollarsi di dosso i raddoppi, che questa sera ci sono e si sentono, anche se con una settimana di ritardo stando alle visioni di Campedelli del dopo-Sassuolo. Purtroppo dipende tutto dal lavoro di Iori, missionario nel deserto quando Minesso e Di Matteo salgono in fase difensiva dietro Malonga, tagliando le gambe alle ripartenze bianconere con Tabanelli impossibilitato ad appoggiare. E se bisogna giocare per lui, in questo momento l’unico in grado di far male, allora si giochi costantemente per lui.

Di nuovo tanti, tanti limiti con i centrali difensivi. Nei due gol è palese la poca intesa tra Ravaglia e il duo Caldirola-Brandao: il portiere forlivese continua poi a non essere signore dell’area piccola, come dimostra il gol di Misuraca. E prima o poi qualcuno dovrà iniziare a parlare anche di panchina. L’inserimento di Pinardi, con una linea offensiva a quattro per spostare il baricentro, cambia l’inerzia della partita: arriva il raddoppio e sembrerebbe finita, ma D’Alessandro conferma di essere come il nemico degli X-Men, il Fenomeno: nessuno può fermarlo, palla al piede, prima della tre quarti.
Con l’espulsione di Succi si passa al 4-3-1-1, specialità di Junior al Bellaria quando rimaneva in inferiorità, portando comunque a casa qualche punticino: D’Alessandro passa dietro a Graffiedi e Iori è costretto a fare come la Curva, a macinare chilometri, per tamponare le fuoriuscite dalle parti del pupo Favalli, che però cresce, proponendosi pure. Il Cesena riesce portare pure la partita su certi binari potenzialmente produttivi, ma Breda la capisce e blinda il risultato con l’ingresso di Giani: poi, la caratura della manovra e un ex ex-giocatore fanno la differenza.

Qualcosa di buono si vede: Caldirola inizia ad alzare la voce in difesa, spiegando a Brandao come si debbano seguire le diagonali offensive, e per il capitano dell’U21 è un segno di buona volontà; Gessa e Iori sono già in ritmo campionato; se Graffiedi si porta via l’uomo il giochino, elementare e semplice, funziona… ma i limiti tecnici sono insormontabili a meno che qualcosa non cambi. Ne faccia le spese Tabanelli, lasciando il posto al cagnaccio nero Parfait, e pazienza l’indolenza supposta di quest’ultimo: già una volta il Cesena si è giocato un colored perché giudicato indolente, e una doppietta al Menti ha fatto più male di una semplice impresssione di settembre. E si rimetta al più presto Comotto in terzina destrorsa, catechizzando dall’altra parte Favalli che ha dei numeri, e parecchi, ma ha comunque perso la faccia in quel vicentino. E, infine, davanti si ammetta che Graffiedi non è uomo da 90′, ma da 65′ una volta e 25′ l’altra, che con i primi freddi inizia a soffrire di noie muscolari con tempi di recupero storicamente dilatati, mentre Succi è un giocatore che non ha ancora recuperato perfettamente dall’infortunio, né fisicamente né mentalmente, ripensando alle dichiarazioni durante la settimana dove suggeriva Junior di cambiare modulo: se pensasse a non appoggiare gomiti in faccia come un attaccante dei giovanissimi provinciali nel derby Sarsinate-Due Emme già sarebbe un passo avanti. Se LolLapadoola ha il ginocchio sifulo, si investa sull’AttanTurk Turchetta. Seriamente.

Ma, per ora, la differenza la fa lui, Mimmo, che nuovamente lotta con il Cesena. Contro il Cesena. Che nuovamente lotta, via, una piacevole novità per chi ama il calcio.
“Mimmo, bumaye”. Mimmo, uccidilo.
Anche perché se la difesa maggiore del Cesena è il vaffanculo di Mancini, continua a buttar male.

La Voce di Romagna, 02/09/2012 (integrazione)

Dai, butta bene.

Tre palle in casa, con una trazione anteriore che non punge e una difesa ai limiti degli allievi provinciale. Da Campelandia a camposanto il passo è breve. Tutto in una notte.
E la colpa è chiaramente di Comotto.
Comotto, quel vecchio di merda.
Comotto, che non ha voglia di correre.
Comotto, che è un mercenario che ha fatto retrocedere il Cesena.
Comotto, che anche ieri sera è stato fischiato quando ha lasciato spazio a Meza Colli.
Comotto, che dopo che è uscito, ehi, il Sassuolo ha capito che esiste anche una fascia sinistra (destra per chi difende).
Comotto, che è venuto a Cesena voluto da Giampaolo e per Giampaolo, che si è ritrovato con due allenatori che gli hanno cambiato il modo di giocare, che non ama Cesena ma ci ha sempre messo la faccia negli spogliatoi quando certe donnette non entravano in campo nei secondi tempi perché “non potevano dare il massimo”, che si è fatto tre mesi di limbo come l’ultimo degli stronzi a Villa Silvia, ma lontano da Campelandia, poi viene schierato titolare e deve pure beccarsi del “senzapalle”.

Comotto deve morire: il Cesena ha perso per colpa sua. E se lo pensa la Curva, che lo ha fischiato, deve essere così. La Curva delle Wsb che fischia lui ma applaude una squadra che perde all’esordio dopo una retrocessione. La Curva delle Wsb dei comunicati stampa per il 35% composti di calcio e per il 65% di politica, a dimostrazione del paradosso di Gherard Vinnai, per cui il tifo potrebbe esistere anche senza sport da tifare.
E quindi, Comotto deve morire. Lo dice anche Frattino di TMW, esperto di Napoli e ora di cose bianconero: deve essere così.

No. Non è così. Quei 90′ di non calcio lo dimostrano.
Numero di penetrazioni dalla fascia difesa da lui con lui in campo? Una. Numero di penetrazioni dalla fascia difesa da lui dopo la sua uscita? Sei. Da cui le due azioni da rigore.
Comotto non spinge più. Balle. Per tutto il primo tempo gli si chiede di supportare Gessa in manovra e, infatti, il triangolo di centrocampo con Iori per portar su palla funziona alla perfezione, e si interrompe solo oltre la trequarti, quando sono le punte a dover far movimento.
Non si sovrappone, certo. Ma l’unica volta che lo fa Missiroli fa partire il contropiede. Avviene al 6′. Lui lo capisce e se la pianta. Perché, onde evitare che ci si prenda per il culo: in serie B serve anche gente che ci capisca di calcio. E a 21 anni non sempre è possibile capirne.
Non segue i tagli, certo. Ma se ti viene detto di tenere la zona, non si devono seguire i tagli. Saranno i centrali a dover aprirsi aspettando gli aiuti dagli esterni per il raddoppio dei terzini. Ecco allora che si scopre il vero problema della difesa del Cesena, già anticipato: i centrali.
Brandao non ha ancora un’idea di come si giochi all’italiana, ma gli si dà merito di essere stato un po’ più pronto del solito. Caldirola non vuole giocare a Cesena, e se non si rassegna e inizia a metterci gamba, butterà malissimo. Con queste amnesie, Rossi deve fare lavoro doppio e l’ossigeno finisce troppo presto.
Contro la Pro-Vercelli si erano visti immediatamente i limiti del Cesena in fase difensiva. Certo, i piemontesi avevano Zigoni a far da punto di riferimento mentre si scambiavano solo i due trequartisti, ma già Benalouane e Brandao andavano in paranoia. Col Sassuolo, con ben due punte a far male, si scambiavano sia gli esterni che i centrali avanzati. Di Francesco l’ha capito dopo il 10′ come attaccare la zona di Junior. Perché diamo per scontato che fosse una zona: tre metri di distanza dall’attaccante o sono una zona “allegra” o sono la peggiore marcatura a uomo dai tempi di Caporetto.
Pazienza, lo sai da inizio anno che Junior della fase difensiva se ne cura poco. E può anche starci. Se D’Alessandro rientrasse e se uno uscisse sul portatore di palla dopo la trequarti. Ma Caldirola non ne ha voglia, Missiroli taglia (e, ripeto, Comotto non deve seguirlo), piglia palla, pennella e il Sassuolo va sullo 0-1.
Il resto è scritto dal momento in cui Tabanelli va a fare il terzino. Tabanelli non è un terzino. E non si può pretendere che lo diventi a spese di un campionato che non ammette errori.
Ma, ehi, Comotto deve morire.

Torniamo allora alla manovra offensiva, ieri basata sul modulo “Gessa dà la palla in mezzo sperando che ci sia un inserimento e poi tanto il gol ci scappa”. Peccato che se le punte non si muovono dentro l’area verso le fasce portandosi via un uomo e spostando il terzino, difficilmente ci possono essere inserimenti efficaci sia dei centrali di centrocampo che dell’esterno opposto. Esterno opposto, D’Alessandro, che se non trova l’appoggio di una sponda libera, in questo caso Succi, e palloni, (in conferenza stampa Junior ha parlato di una fantomatica “marcatura personalizzata” su D’Alessandro giustificando il fatto che non sia stato servito abbastanza… va ricordato al tecnico che in serie B non esiste un terzino sinistro in grado di contenerlo), muore, nonostante abbia mezzi incredibili per la categoria. Ma non torna indietro. Quindi diventa pure deleterio. Succi e Graffiedi così non possono giocare insieme, danno solo punti di riferimento per le difese avversarie e basta. E ci si domanda perché LolLapadoola sia rimasto in panchina così tanto.

“Non volevo rischiare Bamonte”. Questo Junior in conferenza stampa. Posto che Bamonte non possa prendere a calci nel culo Graffiedi per fargli fare il dannato semitaglio verso destra, il malessere di Campedelli è palese.
Lapadula. Bamonte. Turchetta. Gli uomini su cui ha puntato durante la preparazione sono rimasti in panchina. Forse la frase era troppo prolissa. Forse “Non volevo rischiare” sarebbe bastata. L’impressione è che a Junior sia mancato il coraggio di arrivare fino in fondo con la sua idea di calcio al debutto, sia negli uomini che nelle tattiche, perché il Cesena di ieri sera non è nemmeno lontano parente del Bellaria della passata stagione.
E con la paura al fianco, non si va da nessuna parte.

Comunque e sempre, Comotto deve morire.

Stop agli abbonamenti gratuiti alle amministrazioni comunali.
Sono di moda le spending review e, tra lobby e caste che son sempre lì in prima fila, anche le società calcistiche vanno alla ricerca degli sprechi: le tessere omaggio sono nel mirino di questi tagli. Considerato che non si può far nulla contro l’alta politica, quella che gira con il passepartout del Coni in tasca, si parte dal basso.

A Pescara, non senza polemiche, Firenze e Bari la scelta è stata molto chiara: togliere un piccolo privilegio all’elite politica cittadina per far cassa. Cosa che all’Associazione calcio Cesena non interessa: rimanendo fedele alla convenzione d’affitto del Manuzzi stipulata con il Comune, la società bianconera distribuisce ogni anno circa una sessantina di abbonamenti omaggio all’amministrazione comunale, divisi tra tribuna centrale e distinti. Sindaco, assessori e capigruppo siedono in tribuna, per un totale di circa venti tessere da 450 euro l’una, consiglieri comunali e altri nell’altro settore per un totale di circa quaranta tessere da 310 euro l’una. E, questa sera, entreranno gratis per vedersi la prima giornata di campionato di serie B Cesena-Sassuolo. Un’altra sessantina di tessere, fuori da questa convenzione, sono riservate ad altri enti, come Questura, Provincia e Regione.

Il dubbio che le tessere omaggio per il Comune siano parte del canone d’affitto dello stadio che il Cesena versa annualmente all’erario cittadino è lecito: non solo cash, ma anche altri beni di scambio, insomma. Il sindaco Paolo Lucchi spiega la situazione: “La determina di convenzione d’affitto è stata redatta tenendo conto di calcoli precisi: per questo assicuro ai cittadini che quello che l’Associazione calcio Cesena corrisponde al Comune è il valore reale. Gli abbonamenti omaggio sono degli accessori che non incidono sull’affitto: alla città non viene tolto nulla in termini di guadagno”.

A questo punto verrebbe da domandarsi se, in questo periodo di austerità, dove spesso si chiede ai politici di dare il buon esempio, non sia il caso che un “lusso” come l’abbonamento gratuito non possa essere girato a chi non se lo può permettere, un po’ come l’amministrazione Pisapia ha fatto con una trentina di tessere a Milano: “In realtà quello che Milano sta facendo ora, noi lo stiamo già facendo da tempo. Non è un caso se società e Comune procedono di pari passo negli interventi in favore dell’associazionismo e del volontariato locale. Personalmente, considero un lusso accessorio quello che può ledere la cittadinanza: su quelli l’amministrazione comunale è sempre intervenuta. Gli abbonamenti omaggio non sono lesivi”.

Non certo di chi li riceve. Ma se la nuova scusante è: “Non è un di meno per gli altri, quindi il privilegio lo teniamo”, evidente si sta prendendo sottogamba sia il concetto di percezione della cittadinanza che di equità, in un momento dove non è patetismo chiedere solidarietà e manifestazioni di empatia.
Nella cosa pubblica tutto riguarda la cittadinanza. Qualsiasi privilegio dell’elite, in questo momento, è comunque uno schiaffo al comune cittadino. Che ogni quattro anni va a votare, oltretutto.
Non per questo si deve condannare l’Associazione calcio Cesena che offre, e non vanno posti nemmeno interrogativi a chi accetta, a scanso di demagogia. Ma del “come” si accetta il privilegio, nel 2012 qualsiasi politico deve rendere conto ad ogni cittadino, che lo voglia o meno.
Sarebbe il caso di guardare, ancora una volta in più, a chi non ha e provare a “partecipare” della privazione. Anche se per un secondo si respirasse il puzzo del populismo, poco importa: c’è chi ha e chi non ha, chi può permettersi la partita in tribuna e chi è costretto a vedersela al bar. E, se si volessero cambiare simbolicamente le cose, non esisterebbero problemi.
Almeno non per questo particolare caso.

La Voce di Romagna, 27/08/2012 (integrazione)